(Rimini) “La pretesa "riqualificazione" del bacino di Ponte Tiberio dimostra, di là dalle velleità cultural-moderniste, degli amministratori attuali , una agghiacciante continuità con la politica del passato”. Così gli attiviti del Movimento 5 Stelle a Rimini. “Per effetto di essa - spiegano - sono state distrutte le vestigia più prestigiose della Rimini rinascimentale e settecentesca e ottocentesca (si pensi alla demolizione del Kursal, del Vescovado di Via Tempio Malatestiano, della mancata ricostruzione del Palazzo Lettimi, lo stato di abbandono dell'Anfiteatro). Nello stesso tempo si sono spesi miliardi per operazioni quali la diga in prossimità del Ponte di Tiberio al solo scopo di mantenere le acque a monte più basse per permettere una visione di qualche centimetro in più dei suoi piloni. Il progetto, talmente costoso da interessare la Corte dei Conti, si è rivelato fallimentare e ha rischiato di far crollare un ponte bi-millenario”.
Oggi “si agisce con la stessa logica, con interventi che nulla hanno a che fare con l'esigenza di preservare il Ponte dal degrado rappresentato dal traffico veicolare. Poiché non si è stati capaci, dal dopoguerra ad oggi, risolvere il problema della strettoia di collegamento, veicolare e pedonale, tra la città e il mare che è l'unico esistente (Via Tripoli non basta )si ricorre ad una passerella sospesa, senza alcun rispetto per lo stato del luogo, per il paesaggio che è un valore costituzionalmente tutelato”.
Il progetto, “anche se ammantato da connotazioni moderniste (basta vedere come sono finite le banchine volute dall'assessore Diotallevi e progettate dall'architetto Viganò) è espressione di una pochezza culturale e miopia amministrativa, che hanno ridotto Rimini a un suk, del quale manifestazioni dell'effimero sono significativi aspetti. Rimini tutta e non solo la zona del Ponte di Tiberio avrebbero bisogno di interventi coraggiosi e lungimiranti e non interventi che altro non sono che pannicelli caldi su un corpo gravemente malato”.