(Rimini) Più case popolari assegnate a più cittadini, facendo scorrere le liste di attesa e dando risposte in tempo reale ai nuclei familiari più bisognosi, grazie all'incremento del turnover negli appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Questa in estrema sintesi l'esito di una analisi temporale, condotta dal Comune di Rimini per il periodo compreso tra il 1999 e il 2016, sullo scorrimento delle graduatorie delle liste di attesa per l'assegnazione di un appartamento di edilizia residenziale pubblica.
I dati evidenziano come negli ultimi cinque anni, nel periodo 2011-2016, lo scorrimento sia proceduto al doppio della velocità rispetto ai quinquenni precedenti. Se le assegnazioni del periodo 1999-2010 fanno registrare un turnover medio di 28 alloggi, 452 in dieci anni, nel periodo 2011-2016 si passa ad una media quasi doppia di 51,5 assegnazioni.
“Il dato è reso possibile, oltre che dalla creazione negli ultimi anni di nuovi e importanti complessi residenziali pubblici, anche da controlli più stringenti sul rispetto dei criteri di assegnazione (per esempio, nell'ultimo controllo incoricato sui patrimoni di assegnatari di alloggi pubblici sono stati scoperti, ad una signora anziana, più di 100 mila euro in banca e un patrimonio ancora più consistente in assicurazioni e titoli) e, sopratutto, alla modifica regolamentare in materia di ampliamento del nucleo familiare. Questa modifica, che Rimini ha voluto in in deroga alla norma regionale, ha permesso di spezzare quella che fino ad oggi era una sorta di 'catena ereditaria' degli alloggi pubblici; questo ha significato essere più attivi e presenti nel tutelare le famiglie più bisognose in lista di attesa. In soldoni si è reso più complesso il cosiddetto diritto di subentro, perché questo in passato aveva prodotto casi anomali. Basti pensare che ancora negli anni 2011-2012 gli ampliamenti del nucleo familiare a favore di figli e nipoti erano una decina per anno, nonostante il regolamento per l'accesso agli alloggi pubblici del 2009 avesse già introdotto misure più restrittive in materia di ampliamento. Oggi questo non è più possibile”.