(Rimini) “In varie parti d’Italia anche i sindaci iniziano ad uscire dal guscio e a richiedere l’apertura delle discoteche. Finalmente anche dalle amministrazioni dei territori si alzano voci a favore dei locali da ballo – dice il presidente del Silb dell’Emilia Romagna, Gianni Indino - che stanno subendo da oltre 15 mesi la chiusura forzata. Le discoteche non sono solamente parte integrante dell’economia del nostro Paese, ma anche della società, e non si capisce davvero il motivo per cui siano rimaste le uniche imprese chiuse e senza data per organizzare la riapertura. Si susseguono incontri istituzionali, dichiarazioni propositive di medici e di politici di ogni ordine e grado, ma di fatto nulla si muove in concreto. Mentre i nostri giovani la notte bivaccano in strada e in spiaggia acquistando alcol a basso costo e ballano dove capita, le nostre imprese chiudono, il nostro turismo soffre della mancanza di offerte di divertimento. Credo che sia arrivato il momento che anche i sindaci dei nostri territori, di tutta la costa della Romagna, da nord a sud, si affianchino pubblicamente alla nostra richiesta di riaprire le discoteche e le sale da ballo".
"Non basta più stare alla finestra, non basta aspettare la decisione del governo centrale che slitta ogni settimana a quella successiva da troppo, troppo tempo. Serve agire, parlare, spezzare una lancia a favore del comparto. Ne va della sopravvivenza delle nostre imprese ma anche, come purtroppo abbiamo visto in queste ultime settimane, dell’ordine pubblico delle nostre città. Soprattutto delle città turistiche come le nostre. Per questo oltre ad appellarmi ai sindaci, ho chiesto un incontro al Prefetto di Rimini per fare insieme delle considerazioni sulla situazione che si sta creando sul nostro territorio e su come i locali possano diventare un supporto. L’estate è appena arrivata, ma la situazione sembra già farsi complicata, tra abusivismo che impera con feste e ballo in ogni luogo, con gli assembramenti che ne derivano senza possibilità di controllo, con episodi incresciosi che si ripetono in parecchie aree e in varie città".
"Ora è il momento di prendere posizione. Di sicuro le discoteche sono in grado di gestire grandi numeri di ragazzi, di tenerli a divertirsi in luoghi controllati e dove i cocktails sono venduti ad un prezzo tutt’altro che economico. Per molte ore durante la notte i giovani si ritroveranno e si divertiranno nei locali, con le regole e i controlli interni che da sempre mettiamo in atto, a cui ora possiamo aggiungere anche quelli relativi al Covid aprendo a persone in possesso del Green pass. Al contrario, se non avremo risposte, a livello nazionale si sta ipotizzando di restituire le licenze e di mettersi a lavorare abusivamente, come sta succedendo praticamente ovunque. Se è questo l’unico modo per aprire, seguiremo anche questa strada".
Le discoteche "non sono luoghi della perdizione, ma del divertimento, chi le gestisce non è un gangster, ma un imprenditore dell’intrattenimento e anche la scienza ha ormai evidenziato che le discoteche non sono state le creatrici di focolai o i ritrovi degli untori. Credo che la riapertura dei luoghi del divertimento giovanile sia un passo importante per tutta la società e per il buon svolgimento della vita nelle nostre città, che proprio in questi giorni si stanno trasformando come ogni estate in grandi metropoli delle vacanze”.