(Rimini) Ieri sera verso le 22 un 62enne riminese si è presentato alla questura auto denunciandosi per aver ucciso la moglie, al culmine di una lite. Visibilmente scosso e con i vestiti sporchii di sangue, l'uomo ha indicato il luogo del delitto, un appartamento nella zona nord della città, verso cui subito gli agenti si sono diretti per verificare i fatti. Arrivati i poliziotti hanno trovato ad attenderli i carabinieri, che nel frattempo erano stati chiamati dalla figlia della coppia. Dentro l'appartamento la donna senza vita, con evidenti diversi segni di accoltellamento alla gola, prodotti probabilmente con un coltello a serramanico. L'aggresisone è stata fatta risalire alle 21 circa. L’uomo è stato arrestato nella flagranza del reato di omicidio con l’aggravante di averlo commesso contro il coniuge e, nella mattinata odierna, è stato tradotto presso la locale Casa Circondariale, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria per il prosieguo delle indagini.
"Nel corso del 2021 sono state circa 250 le richieste di aiuto da parte delle vittime ai diversi sportelli di aiuto territoriali. Più di 6mila le notti di ospitalità per donne, ma anche minori, vittime di violenza fisica o psicologica. Più di 30 le donne ospitate – e più di 40 i minori - nelle case rifugio dell’associazione, con minori al seguito, circa 40", sottolinea la vicesindaca del comune di Rimini Chiara Bellini, che si dichiara profondamente sconfortata dalla notizia dell'ennesimo femminicidio. "Per me questo non è solo un drammatico episodio di cronaca, ma un caso che mi tocca personalmente, in quanto donna, con un impatto emotivo profondo. Una cultura, la nostra, che da secoli mette la donna in una posizione subalterna rispetto all’uomo, oggettificata, discriminata, rimpicciolita, ridotta a un sacco su cui sfogare colpi".
Le cose si possono cambiare, ribadisce Bellini. "Mi batterò fino all’ultimo come donna è come amministratrice perché la mentalità che alimenta questi fenomeni drammatici cambi definitivamente. Ma soprattutto, a battersi ogni giorno, con grande determinazione, coraggio e professionalità, sono i nostri centri antiviolenza, nati grazie alla collaborazione tra il Comune di Rimini e le associazioni, tra cui Rompi il silenzio".