Rimini | Incentivi per 4mln in Valconca con le fusioni dei Comuni
“La fusione tra Montecolombo e Montescudo (che, peraltro, le rispettive amministrazioni hanno già avviato) porterebbe a un unico Comune di circa 6.700 residenti che dallo Stato avrebbe un contributo di 220 mila euro all’anno per una decade in parte corrente (2,2 milioni di euro), dalla Regione 90 mila euro per 15 anni (1,35 milioni di euro) e sempre dalla Regione 100 mila euro per 3 anni sulla parte investimenti (300 mila euro)”. I numeri allettanti li dà il consigliere delegato al riordino territoriale Riziero Santi.
“In definitiva, quel nuovo Comune - continua Santi - potrebbe contare su 3,85 milioni di euro come incentivo, in aggiunta all’esenzione per tre anni dal patto di stabilità. Non è tutto. Se ci limitassimo al tema dei ‘costi della politica’ la fusione dei 9 Comuni della Valconca in 3 nuovi soggetti amministrativi (Montecolombo/Montescudo; Morciano/Gemmano/San Clemente/Montefiore;Montegridolfo/Mondaino/Saludecio) porterebbe a un risparmio annuo di 295 mila euro, numero determinato dalla riduzione delle compagini amministrative (da 9 sindaci a 3, da 36 assessori a 15, da 96 consiglieri a 45)”.
Già da tempo dalla Provincia anche il presidente Andrea Gnassi incoraggia le fusioni tra i Comuni, adesso consigliere delegato scende in campo con degli argomenti incoraggianti specificando, comunque, che “naturalmente la componente economica è solo uno degli elementi da tenere in considerazione in una dibattito che mette in gioco altre questioni, storiche, di appartenenza, sociali”.
E’ innegabile, però, ammette Santi, “come la sostanza ci sia tutta, e l’urgenza anche”.
A corso d’Augusto a Rimini, infatti, sede dell’ente, sono in difficoltà, non sanno se riusciranno ad approvare il bilancio e hanno già lanciato il rischio di dissesto. Per dare il via all’iter che condurrà a nuove fusioni con determinati vantaggi c’è un termine: la fine del 2016. “In un periodo, peraltro, di preoccupante anossia finanziaria per gli Enti locali, che per questo rinunciano a investimenti e servizi o, di converso, sono costretti ad agire sulla leva tributaria. Si deve dunque osservare con estremo interesse all’operazione avviata da Montescudo e Montecolombo, e che porterà il prossimo autunno allo svolgimento del referendum, così come ai dibattiti aperti, ad esempio tra Cattolica e San Giovanni, tra Verucchio e San Leo, tra Morciano, San Clemente e Gemmano, tra Pennabilli e Casteldelci, tra Saludecio, Mondaino e Montegridolfo affinché vengano allargati nei prossimi mesi alle comunità di riferimento, spiegando nel dettaglio pro e contro di un’operazione e, sulla base di questa condivisione, assumersi l’onore e l’onere di una scelta (in un senso o nell’altro) che comunque determinerà la qualità del governo e la vita dei cittadini per almeno 15 anni”.