Rimini | Lungomare, Giudici: Gnassi non ha l’esclusiva sul Piano strategico
“Il Trc non sarà in grado di sostituire pienamente la mobilità locale e quella turistica, finora garantita dall’asse del lungomare di Rimini”. Lo ha fatto notare mercoledì in Consiglio comunale il consigliere di Ncd Eraldo Giudici. “L’altra sera in Consiglio, prima di discutere del “Parco del Mare”, ho interrogato la giunta sulle prospettive reali della tempestiva messa a regime del Trc perché la scelta di ridisegnare la zona mare ne è condizionata fortemente”, spiega Giudici
“Non basta il “Fila dritto”, con le micro rotonde che appena il traffico aumenta, mandano in crisi ogni fluidificazione”, sostiene il consigliere del centrodestra. “L’assessore Roberto Biagini non ha chiarito delle prospettive del Trc, ha rimandato alla discussione che sarebbe succeduta per il “Parco del Mare, ma poi tutti hanno glissato su un tema tanto spinoso e cruciale”.
Sulla delibera del “Parco del Mare” Giudici ha depositato “un emendamento per lanciare la riqualificazione del viale delle Regine, che rischia di trasformarsi in un “suk” di 8 chilometri, e per la riqualificazione alberghiera, quali motori ausiliari, in difetto di investimenti pubblici, per favorire il rilancio dell’offerta turistica”, spiega. Tuttavia, la maggioranza ha votato contro, quel che fa sorridere é che la minoranza si é astenuta”.
Restando in tema di votazioni, in generale, “da parte mia, in fin dei conti, ho ritenuto utile - sottolinea Giudici - che, dopo anni di immobilismo non si potesse votare contro a prescindere, negando il lavoro del Piano strategico, che ho condiviso prima che Gnassi fosse sindaco. Ritengo irrazionale negare utilità ad una modalità di intervento tipicamente sussidiario solo perché proposto dal sindaco Gnassi”.
Giudici ritiene il tentativo “di sprone alla vitalità del tessuto economico ed imprenditoriale riminese, che prevede un accordo pubblico/privato con impegni chiari e reciproci, che certamente può allettare gli operatori più innovativi disposti a investire. Positivo l’innesco di un meccanismo virtuoso di emulazione tra operatori, che solleciti anche i più restii a non restare immobili”.
E, in definitiva, “Gnassi non ha di certo il merito esclusivo dell’attuazione del Piano strategico, che una minoranza senza progetto di bene comune, gli ha lasciato gestire da inizio legislatura, confidando ora solo in qualche bega politica o giudiziaria”, conclude Giudici.