(Rimini) “L’idea di costituire una comunità energetica è nata dall’osservazione della realtà”. Marisa Grossi è presidente dell’Associazione Ubriachi di Libertà, nata nel 2019 con lo scopo di tutelare i diritti dei consumatori e creare convenzioni che generino risparmio per le famiglie e le aziende, ed è anche candidata alle elezioni comunali di Riccione nella lista Riccione Civica a sostegno di Claudio Cecchetto sindaco. “Le vicende di questi ultimi anni hanno presentato una realtà rispetto alla quale non si può non opporre un tentativo di soluzione. Bollette onerose, famiglie in difficoltà, l’assoluta necessità di intervenire, nel proprio piccolo, in aiuto all’ambiente, sono tutti fattori che non possono rimanere un piccolo particolare nella nostra vita. Osservare ed operare nella quotidianità significa anche essere continuamente provocati al cambiamento. La comunità energetica è indubbiamente la prima risposta a queste sollecitazioni”.
Cosa significa creare una comunità energetica? “Significa creare una sinergia tra individui, imprese, enti pubblici, che, attraverso un investimento, generano un impianto per la produzione di energia pulita e la utilizzano in autoconsumo. L’ultimo decreto del governo ha reso possibile operare uno scambio virtuale all’interno di queste comunità al fine di ridurre i costi in bolletta e produrre beneficio all’ambiente”.
Che tipo di risparmio si può ottenere e con quali modalità? “Il punto di partenza è indubbiamente un cambio di abitudini. Da sempre, siamo stati educati a risparmiare energia elettrica utilizzando lavatrici, asciugatrici o lavastoviglie e quant’altro possibilmente nelle ore notturne. Utilizzando un impianto fotovoltaico, la produzione di energia elettrica avviene durante il giorno ed è in quel periodo di tempo che bisogna concentrare il nostro consumo. Quindi, operiamo un ribaltamento delle abitudini. È anche possibile utilizzare batterie per incamerare quell’energia prodotta durante le ore diurne ed utilizzarla nelle ore serali e notturne. Per ciò che riguarda il risparmio, questo sarà proporzionale alla nostra capacità di applicare nel miglior modo possibile quanto appena descritto. Conosco proprietari di vile che hanno ridotto la propria bolletta a 30 € mensili ottimizzando le fasi di produzione e consumo al meglio”.
È possibile eliminare definitivamente le bollette di energia elettrica? “Al momento no. Rimangono i costi inerenti il contatore ed anche una parte delle tasse che mensilmente paghiamo allo Stato. Indubbiamente, tutta la parte di costi applicati in percentuale al consumo, possono essere ridotti al minimo così come è possibile avvicinare allo zero la spesa per il consumo della materia prima”. Con un’unica comunità energetica potrete soddisfare tutti i vostri soci? “Assolutamente no. La legge prevede che ogni singola comunità emergetica debba essere servita da un’unica cabina primaria che sovrintende al servizio elettrico in quella zona. Si tratta di zone ampie, ma è per questo motivo che saremo in tanti a operare per la generazione di queste realtà”.
Tu sei stata una delle prime persone che si è mossa in questa direzione: che tempi prevedi per la realizzazione della prima comunità energetica che desideri costituire? “Sono pronta. Ultimamente Ho partecipato ad un importante meeting a Roma che ha visto protagonisti politici, esperti del settore e sindaci. Ho portato la mia testimonianza e mi sono confrontata sulle modalità. Ho messo a fuoco che i tempi di realizzazione ci porteranno a poter varare il progetto con la nascita della nostra prima comunità emergetica rinnovabile entro luglio e l’utilizzo delle sue risorse nel 2023 a impianto finito. Quest’anno ci tuteleremo ancora con un’ottima convenzione che protegga le 1.300 famiglie che si sono associate ad Ubriachi Di Libertà nel corso di questi tre anni”.
In che modo le amministrazioni pubbliche possono favorire questo sviluppo? “Totalmente. Nelle città, in particolare, l’utilizzo dei tetti delle strutture più grandi è una risorsa che i comuni possono mettere a disposizione per produrre energia pulita e metterla a disposizione della cittadinanza. Non dimentichiamo il valore sociale che questa possibilità porta con sé: la comunità energetica rinnovabile è uno degli strumenti più efficaci per intervenire in aiuto ai propri cittadini. Un’amministrazione attenta e sensibile ai problemi del sociale, non può non mettersi a disposizione per favorire questo percorso”.
Il tuo impegno politico in che misura coinvolgerà questo progetto? “Totalmente. La politica, per come la intendo io, deve essere strumento per finalità civiche e sociali. Senza questa attenzione, non c’è politica. E progetti di questa caratura hanno maggior vitalità e possibilità di realizzazione se la politica stessa si adopera. Ma credo nei progetti civici, aborrisco i tatticismi dei giochi di potere. Se a livello locale ci calassimo e concentrassimo sulle reali esigenze della città, vivremmo più sereni e meno frustrati. E senz’altro con grandi risultati”.
Parli di sociale e tutela dei consumatori. Ma se dovessi essere eletta, cosa contempli essere al centro della tua operatività politica? “Indubbiamente sono tantissimi i punti su cui bisogna intervenire velocemente. In primis, il problema più urgente da risolvere è la sicurezza. I social sono una grande risorsa ma si sono rivelati essere anche il tamtam dei grandi disastri, da tenere assolutamente sotto controllo così come ottenere maggiori presidi in città nel periodo estivo. Il decoro e le riqualificazione di alcune zone della nostra città sono anch’essi una priorità: a partire da Viale Ceccarini che non permette più una passeggiata senza dover guardare dove metti i piedi, arrivando al porto per poi raggiungere anche le zone di entrata a sud e nord di Riccione. La zona Fontanelle, San Lorenzo e il Marano hanno bisogno di un intervento tempestivo con opere che abitino stabilmente luoghi ormai abbandonati da decenni. La destagionalizzazione e l’imprenditoria: solo con l’allunganento della stagione turistica possiamo incrementare le nostre attività. E la cultura, i congressi e gli eventi, sono risorse su cui puntare. Il sociale e la scuola: attraverso associazioni, educatori e un assessorato dedicato a queste attività, dobbiamo intervenire capillarmente sui tanti problemi e le troppe lacune che affliggono il sistema”.