Rimini | Legambiente, in ER consumati 7mila metri di coste in 23 anni
Nella nostra regione il 58,1% per cento del litorale, pari a 82 chilometri di linea costiera, è stato modificato inesorabilmente da interventi edilizi. L'allarme arriva da Legambiente che ha pubblicato oggi l'osservatorio sul consumo delle aree costiere italiane. Secondo Legambiente in Emilia Romagna "dal 1988 sono stati cancellati 7mila metri di costa (il 5 per cento) in 23 anni e il boom del cemento non accenna a diminuire con il rischio di far scomparire per sempre le bellezze naturali della regione". La buona notizia (relativamente) è che il pericolo adesso interessa "particolarmente le aree ancora libere del ravennate e ferrarese".
"Nel dettaglio - spiegano da Legambiente - 30 chilometri di costa emiliano-romagnola sono occupati da tessuti urbani densi, 39 chilometri sono interessati da un edificato meno denso, con carattere più rurale ma in trasformazione, e 13 chilometri sono occupati da infrastrutture portuali e industriali. Si “salvano” complessivamente solo 42 chilometri di paesaggi costieri ancora con caratteri naturali, cioè tratti di costa completamente liberi dal cemento, mentre i tratti costieri con paesaggi agricoli si sono ridotti a soli 17 chilometri, un dato allarmante rispetto all’identità e alla storia della costa emiliano-romagnola.
La strategia di Legambiente adesso è quella di depositare un disegno di legge in Parlamento augurandosi una rapida discussione e approvazione "nell'interesse dei cittadini e dell'ambiente, del turismo e di un settore come quello edilizio che può trovare nuove opportunità di lavoro proprio puntando sulla riqualificazione".
Tra le 8 regioni analizzate (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Molise Sicilia e Veneto), il record negativo va all'Abruzzo e al Lazio con il 63% di coste trasformate, si salvano solo un terzo dei paesaggi mentre tutto il resto è ormai occupato da palazzi, ville, alberghi, porti. Male anche l'Emilia-Romagna seguita da Sicilia (57,7%), Marche (54,4%), Campania (50,3%), Molise (48,6%) e Veneto (36%) dove l'urbanizzazione ha avuto come freno il delta del Po e il sistema lagunare. Nel complesso la costa tirrenica mostra i dati più allarmanti rispetto a quella adriatica con quasi 120 chilometri tra il 1988 ed 2011 di costa con paesaggi naturali e agricoli cancellati nelle varie Regioni analizzate, con un aumento del 10,3 per cento di consumo delle aree costiere.