Martedì, 28 Febbraio 2017 13:09

Bancarotta e turbativa, Formica ai domiciliari

(Rimini) Agli arresti domiciliari l’imprenditore riminese Mario Formica. Due figli di Formica sono indagati, per uno è scattato l’obbligo di firma.
E’ l’esito delle indagini della Guardia di finanza di Rimini sul fallimento della società Alfad (allestimenti fieristici), che ha portato anche al sequestro di beni per 3 milioni di euro. L’ipotesi di reato parla di “operazioni finalizzate a depauperare il patrimonio aziendale della ditta fallita ai danni dei creditori attraverso la bancarotta per distrazione e il ricorso abusivo al credito attraverso una serie di fatture fittizie”.
La Guardia di finanza ha diffuso anche il contenuto di un’intercettazione ambientale in cui un indagato racconta ad un altro uomo il meccanismo.
“Io, visto che il clima era possibilista, mi sono permesso di dirgli anche di prendere una quota superiore, cioè gli ho detto: guarda che ti dico il 10%, ma se tu vuoi il 20 io sono più contento perché è una cosa che rimane in famiglia, tra di noi…”, dice uno degli indagati. Poi ancora: “Adesso M. dovrei dire una bruttura che non la voglio dire, ma…”. E il suo interlocutore: “Dilla, dilla…!”. La risposta dell’indagato: “Alla luce di tutto quello che è successo adesso mi stanno facendo un risarcimento della ‘Madonna’ perché praticamente io riprendo l'azienda sdebitata”.
L’Alfad quindi aveva iniziato ad avere dei problemi nel 2006, ma secondo gli inquirenti, sarebbe stato tenuto nascosto grazie a fatture gonfiate nei confronti dei creditori, presentate poi alle banche per ottenere credito. Si parla di un’operazione da 8 milioni di euro, 4 sarebbero inoltre i milioni fatti arrivare a società riconducibili agli indagati per tagliare fuori i creditori.
Tra i reati anche quelli di turbativa d’asta, allorché Formica avrebbe tentato di riappropriarsi dei beni persi partecipando all’asta con una nuova società.

(Rimini) E’ nata, con l’approvazione ieri della Giunta regionale, la Destinazione turistica Romagna, nuovo organismo previsto dalla legge regionale sull’ordinamento turistico, con l’obiettivo di sviluppare iniziative di promozione e valorizzazione dei territori e sostenere azioni promo-commerciali realizzate dagli operatori privati.
A oggi sono cinque le Unioni comunali e 42 i Comuni che hanno aderito all’area vasta di destinazione turistica della Romagna che comprende i territori di Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Numeri molto elevati che rispecchiano le aspettative create su tutto il territorio dal nuovo ente pubblico strumentale che assorbe le funzioni delle Unioni di prodotto e delle Province.
“Dopo la costituzione della Destinazione turistica Città Metropolitana di Bologna- commenta l’assessore regionale a Turismo e commercio, Andrea Corsini-, è stato completato il percorso amministrativo che ha portato all’istituzione della nuova Destinazione turistica che riguarda la Romagna. Si tratta di un risultato essenziale per dare attuazione alla nuova legge regionale sull’organizzazione turistica”.
“Un risultato- prosegue Corsini- raggiunto grazie all’ottimo lavoro di squadra e la collaborazione tra gli enti interessati. Il prossimo obiettivo sarà l’istituzione, entro marzo, della Destinazione turistica Emilia che coinvolgerà il territorio delle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia”.
“Stiamo rispettando gli impegni presi- conclude l’assessore-. Entro l’anno la legge sarà pienamente attuata e le tre Destinazioni diventeranno un tassello fondamentale del sistema dell’organizzazione turistica regionale”.
I Comuni, le Unioni e le altre amministrazioni pubbliche che non hanno aderito in questa fase potranno farlo in qualsiasi momento, così come previsto dallo Statuto.
Il compito fondamentale della Destinazione turistica Romagna sarà quello di sviluppare il Programma annuale di attività turistica e il Piano di promo-commercializzazione turistica del territorio di riferimento. In sintesi, più attenzione allo sviluppo e alla valorizzazione turistica dei territori, più coesione e forza al sistema dell’organizzazione turistica complessiva e maggiore collaborazione fra privato e pubblico.
Attraverso una cabina di regia sarà ulteriormente rafforzato il rapporto di concertazione delle strategie e di collaborazione operativa fra il privato (associazioni di categoria, sistema aggregazioni di imprese, operatori) e il pubblico (sistema degli enti locali).

(Rimini) Nomadi, alcune associazioni cattoliche scendono in campo per superare il clima di tensione attorno al piano pr la chiusura del campo di via Islanda. “In questo campo - ricordano Agesci, Ac, Papa Giovanni, Masci, RnS, Focolari e Gioc - sono ospitati anche 11 nuclei di famiglie Sinti e, pur non volendo entrare nel merito delle questioni politiche e amministrative, sentiamo la necessità di parlare di queste persone”.
La comunità sinta (come quella rom) “ci pare essere molto colpita da pregiudizi che, a loro volta, sono alla base di frequenti disparità di trattamento; si porta ad esempio l’ambito lavorativo nel quale, i membri di queste comunità, nascondono la propria identità pena la perdita del posto di lavoro. I pregiudizi su questa minoranza si sono sedimentati nel tempo, avallati dai casi di cronaca e quasi mai controbilanciati da una comunicazione di segno opposto”.
In questi giorni “abbiamo l’impressione che questa tendenza al pregiudizio si stia ulteriormente rafforzando. Anche le espressioni utilizzate da alcuni esponenti politici quali “pulizia di massa” e “maniere forti” non fanno che appesantire un clima già molto difficile”.


“Purtroppo, ci rendiamo conto che queste persone vengono troppo facilmente giudicate con superficialità, come se il comportamento del singolo rappresentasse l’intera comunità e non tenendo conto della loro umana dignità. Con leggerezza vengono trattate come un incontro da evitare, un problema da allontanare e viene augurato loro ogni male”.
“Abbiamo potuto toccare con mano (in occasione dell’incontro pubblico organizzato lo scorso ottobre dal gruppo famiglie della Grotta Rossa) come queste ferite lascino un segno difficilmente cancellabile nelle persone e come tali atteggiamenti di disprezzo minino alle fondamenta il dialogo reciproco”.
“Paura e diffidenza sono comprensibili e ci sembra positiva la necessità di conoscere e di incontrarsi tra cittadini, ma non vorremmo che questi incontri fossero mirati ad innalzare muri e barriere che impediscono la conoscenza reciproca e il dialogo”.


“Ci auguriamo che la città in cui abitiamo, “la città che ci sta a cuore”, abbia il coraggio e l’intelligenza di capire che stiamo parlando prima di tutto di persone tra le quali ci sono anche bambini che frequentano le nostre scuole, le nostre associazioni, i nostri ambienti sportivi, la nostra città. Nelle principali associazioni del nostro territorio (tra cui anche quelle da noi rappresentate) in cui i nostri bambini e i nostri giovani crescono, maturando una loro coscienza, il tema del rispetto delle diversità e il rispetto delle culture (come anche il rispetto delle regole e delle opinioni altrui) sono tra i principali insegnamenti, proprio perché nelle nostre associazioni siamo tutte persone diverse, ma questo non ci impedisce di convivere e crescere insieme”.
Come già detto, “non vogliamo entrare nel merito del progetto e della questione politica al riguardo, tuttavia ci proponiamo quali facilitatori di momenti di ascolto, di confronto ed incontro con la speranza di riuscire a conciliare e negoziare tra due visioni spesso molto diverse, costruendo un dialogo tra queste, senza voler cancellare le differenze o stabilire gerarchie di valori”.

(Morciano) “Il meccanismo è stato oliato per far andare avanti la pratica senza intoppi”. Lo ha detto agli investigatori della Guardia di finanza “l'amministratore della società ‘Rinnovamento Ghigi’, Romeo Godoli”, durante l’interrogatorio in procura. Godoli, riferisce l’Ansa è stato “sentito come persona informata sui fatti nel caso che ha portato all'arresto del sindaco di Morciano (Rimini), Claudio Battazza”.
Il meccanismo, è venuto fuori dopo ore di interrogatorio consisteva nella “sponsorizzazione che la società aveva accettato di firmare per la Fiera di San Gregorio”. Per gli inquirenti “rappresenta il centro del reato contestato al primo cittadino, ossia quello di indebita induzione a dare e promettere utilità. La società Rinnovamento Ghigi aveva ottenuto le autorizzazioni per la riqualificazione dell'area appunto dell'"Ex pastificio Ghigi" costruendo un centro commerciale. Dagli accertamenti era emerso che il Comune aveva, per gli anni 2011, 2012 e 2013, stipulato con la società un contratto di sponsorizzazione che prevedeva la pubblicizzazione del logo sulle brochure della Fiera per 396.000 euro totali”. La società “si era prestata alla firma delle false sponsorizzazioni per "non avere intoppi" e dopo 15 anni di attesa terminare il centro commerciale. Il Comune invece aveva potuto aggirare il vincolo di spesa dato dal "Patto di Stabilità". Secondo gli investigatori della Finanza sono proprio le condotte "persuasive a sottoscrivere il falso contratto di sponsorizzazione" a configurare il reato per Battazza, mentre il privato, cioè la società "Ghigi" l'avrebbe fatto con il "miraggio" di sconti e vantaggi nelle pratiche edilizie in corso”. Infine, stando all'indagine, “non sarebbe vero come sostiene Battazza che la società fu penalizzata nella determinazione del progetto dal quale furono depennati mille metri di sala congressi, 1581 metri di palestra oltre ad altrettanti per una multisala, per un totale di quasi 4000 metri. In una delibera del Comune infatti si stabilisce che a fronte della restringimento dell'area per il centro commerciale alla società viene garantita l'edificabilità su ulteriori 5mila metri quadrati di terreno in altra zona da stabilirsi”.

(Rimini) Militari del Comando Provinciale di Rimini, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Rimini, di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di tre imprenditori (due sottoposti agli arresti domiciliari ed uno all’obbligo di presentazione alla p.g.), con contestuale sequestro preventivo per un ammontare complessivo di circa 3 milioni di euro.

Martedì, 28 Febbraio 2017 09:42

28 febbraio

Meningite, trasferito a Parma | Battazza, i costruttori parlano | Mulazzani, 24 indagati

(Rimini) “Posso comprendere lo stupore che gli amici della Cgil di Rimini abbiano provato nel leggere la classifica sui maggiori utilizzatori di voucher in Italia”. E’ il commento a caldo dell’amministratore delegato del Gruppo Teddy, Alessandro Bracci, alle dichiarazioni rilasciate oggi alla stampa dal sindacato.
“Si saranno chiesti: “Ma come? Proprio un’azienda del nostro territorio fra i maggiori utilizzatori?”, “Ma come? Proprio un’azienda con un così grande Sogno?”. Gli sarebbe bastata una telefonata per farsi dare la reale dimensione del problema: i voucher spesi dalla Teddy nel 2016 corrispondono a circa il 3% delle somme investite in stipendi, contributi e oneri versati alle nostre persone e agli enti competenti. Quindi in Teddy stiamo parlando di un fenomeno assolutamente marginale”.
Tuttavia, “al di là dei numeri, credo che la reputazione di cui godiamo superi ogni altro dubbio. In chi ci conosce, ovviamente. Non in chi ci “ignora”. Ignorante (etimologicamente, senza offesa) è colui che non conosce una determinata cosa. Il problema è che forse gli amici della Cgil non solo non ci conoscono, ma non sanno nemmeno dove siamo, considerato che nel comunicato stampa ci collocano nel comune sbagliato: viviamo e lavoriamo infatti da oltre 50 anni a Rimini, in Via Coriano, e non a Coriano".
Questa “loro ignoranza (sempre in senso etimologico) è principalmente dovuta al fatto che abbiamo avuto poca occasione di incrociarci. Non gliene faccio una colpa. Almeno fino ad adesso. Ma entrando ancora di più nel merito, chi sono le persone che hanno lavorato con noi nel 2016 attraverso lo strumento dei voucher?”.
Principalmente studenti, “che certamente non sono in cerca di una attività lavorativa stabile, ma che vivono nei nostri negozi in giro per l’Italia un’esperienza di contatto occasionale con il mondo del lavoro che credo li aiuti anche a capire meglio quella che sarà la loro strada. Da ultimo, avendo visto gli amici della CGIL preoccupati dello stato di salute dei nostri valori e del nostro Sogno, ci sentiamo di rassicurarli e di consigliar loro di fare lo sforzo di chiedere in giro di noi, perché sono abbastanza certo che non faranno fatica, se si impegnano un po’, a trovare a Rimini un parente, un amico, un vicino di casa, un conoscente, un amico di un amico che lavora in Teddy. La sfida è questa: chiedetegli che cosa vive lavorando qua. Al netto delle imperfezioni e degli errori che certamente facciamo ogni giorno, sono certo che ne verrà fuori un racconto interessante”.

(Rimini) È stato scelto il manifesto della prossima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che quest’anno si svolgerà da domenica 20 a sabato 26 agosto nei padiglioni di Rimini Fiera.
Un albero, un simbolo, che è compagno dell’uomo da milioni di anni, questa l’immagine dalla quale è nata l’idea grafica realizzata da Bruno Monaco (www.brunomonaco.it), grafico riminese.
Il titolo della XXXVIII edizione pone l’accento sul bisogno di riappropriarsi di quello che ci è stato lasciato in eredità ma soprattutto sui passi, sul cammino, sul lavoro di ognuno, necessari per riguadagnare questa eredità, «Come un albero - ha commentato Bruno Monaco - che dalle proprie antiche e solide radici trae energia vitale per rigenerarsi, crescere e dare nuovi frutti ad ogni stagione».
Che cosa abbiamo ereditato? Una somma di valori? Una storia? Delle verità? Come tutto il meglio di ciò che i padri hanno vissuto può essere giudicato e soprattutto riguadagnato? Queste domande saranno il cuore del prossimo Meeting.
Attraverso spazi e format rinnovati, incontreremo uomini e storie che racconteranno percorsi umani, professionali, scientifici, artistici e imprenditoriali, con al centro il desiderio di costruire insieme e affrontare con realismo e coraggio le sfide dell’oggi.
Ciò che desideriamo per il Meeting 2017 è che possa essere, in ogni suo particolare, un luogo di dialogo reale dove condividere la ricchezza e la bellezza di cui ognuno è portatore.
Un luogo dove si possano intravvedere insieme percorsi possibili di costruzione condivisa, avendo come orizzonte il mondo.

(Rimini) Sono sei le proposte di querela presentate dall’inizio dell’anno dalla Giunta comunale nei confronti di altrettanti gestori di strutture alberghiere che ad oggi non hanno provveduto al completo versamento dell’imposta di soggiorno corrisposta dai loro ospiti, per un ammontare complessivo di circa 63mila euro. Queste proposte di querela si aggiungono alle 23 depositate nel corso del 2016, di cui 9 sono state rimesse, mentre 4 non sono nemmeno state depositate a fronte del versamento delle somme richieste da parte dei gestori.
L’efficacia del sistema di recupero delle somme non versate, consentono di far sì che molte posizioni vengano regolarizzate prima ancora che si arrivi al tribunale e quindi senza che la proposta di querela abbia un seguito: dei 60 procedimenti autorizzati dalla Giunta, ben 26 sono stati ritirati o addirittura nemmeno presentati proprio a fronte della celerità dei versamenti da parte dei gestori inadempienti. Si ricorda che le proposte di querela (che vengono avanzate per l’illecito penale di appropriazione indebita, come previsto dal regolamento) sono l’ultimo step di un percorso che l’Amministrazione comunale avvia per il recupero delle somme e che prevede in un primo momento l’invio di solleciti bonari. Se l’avviso bonario cade nel vuoto, scatta l’avvio dell’attività di accertamento vera e propria, che prevede sanzioni amministrative, intimazioni di pagamento, ingiunzioni fiscali e atti diriscossione coattiva e solo come ultimo atto la querela. Questa serie di azioni di tax compliance portata avanti finora ha dato riscontro moto positivo, soprattutto nel lungo periodo, consentendo nel triennio 2014-2016 il recupero di 1.552.000 euro, a fronte comunque di un tasso di evasione dell’imposta che resta basso a testimonianza della sinergia e della collaborazione instaurate con la grande maggioranza degli albergatori.

Lunedì, 27 Febbraio 2017 15:20

Cgil su Teddy: Uso massiccio di voucher

(Rimini) Quarti in Italia per l’utilizzo di voucher. Il gruppo riminese Teddy risulta in alto nella lista pubblicata dalla Cgil delle 200 realtà nazionali che fanno maggiore uso di voucher per pagare lavoratori a chiamata.
“Al quarto posto della lista nazionale troviamo il Gruppo Teddy, l'azienda con sede legale a Coriano che produce e commercia capi di abbigliamento. Terranova e Calliope i marchi più conosciuti della Teddy Spa che, nel suo sito ufficiale, si definisce una realtà di riferimento per l'abbigliamento in Europa e nel mondo con oltre 550 negozi ed una rete di punti vendita all'ingrosso Rinascimento”.
La Teddy “conta 1.484 addetti, ma, nel 2016, ha speso ben 1.901.230 euro in voucher distribuiti tra 922 prestatori d'opera.
Già il fatto che un'azienda del nostro territorio figuri al quarto posto stupisce, negativamente s'intende, ma stiamo parlando della Teddy, un'azienda fondata nel 1961 che ha sempre fatto parlare di sé per la sua partecipazione ad iniziative solidali e umanitarie”.