Chiamate commerciali dal numero della Provincia, l'ente: è una truffa
(Rimini) Sono state segnalate da alcuni cittadini telefonate di natura commerciale partite da numeri di telefono (numerazione 0541.716…) appartenenti alla Provincia di Rimini. Ne dà notizie l'ente stesso he spiega: "Si tratta di truffe telefoniche da parte di soggetti che si spacciano per operatori della Provincia di Rimini per proporre contratti di telefonia, luce, gas, ecc. Questa Amministrazione sta svolgendo una serie di verifiche per interrompere le telefonate fraudolente e, nell’avvertire di prestare la massima attenzione, ribadisce la sua assoluta estraneità con queste telefonate".
Miramare, controlli anticovid: bar chiuso 5 giorni
(Rimini) Nel pomeriggio di ieri, durante uno dei controlli per il presidio del territorio, una pattuglia in borghese delle Polizia Locale ha sanzionato un bar di Miramare che stava esercitando la propria attività senza rispettare le disposizioni anti-Covid. All'esterno dell'attività infatti si stavano intrattenendo 11 persone in piedi, appoggiate alla staccionata in legno, che stavano consumando le bevande servite dal titolare del bar. Gli avventori del bar, alcuni dei quali si sono allontanati all'arrivo dei vigili, sono stati identificati. La violazione delle disposizioni del Dpmc - che vieta il consumo sul posto e prevede l'impossibilità per i bar e i ristoranti di operare, se non attraverso delivery o take away - ha comportato per il gestore del locale una sanzione, come previsto dalla legge, di euro 400 euro e la chiusura del locale per 5 giorni.
26 marzo
Terrore in mare | Accelerazione nei vaccini | Primarie Pd: decide Letta
Nuovo rue, Renzi torna all'attacco sulla moschea
(Rimini) In occasione dell’approvazione definitiva della Variante al RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio), l’Amministrazione Comunale ha incredibilmente abrogato d’ufficio le “Norme integrative di carattere igienico sanitario”. Ne dà notizia il capogruppo di Fratelli d'Italia Gioenzo Renzi. "La conseguenza è un inspiegabile vuoto normativo con immediate ripercussioni sull’attività edilizia del territorio e in particolare sui luoghi di culto come le Moschee. Infatti, inspiegabilmente, le Moschee che aggregano parecchie persone e nelle quali si genera sovraffollamento, continuano le attività senza le dovute tutele ( no agli assembramenti ), visto anche il periodo contingente che stiamo vivendo, in spregio alle modalità di conduzione di tutte le altre confessioni religiose".
Al riguardo, Renzi sottolinea "la sconcertante e incoerente risposta dell’assessore Frisoni alla mia interrogazione consigliare di giovedi scorso, sull’abrogazione dell’art. 127 del RUE con le prescrizioni per contrastare il sovraffollamento e gli assembramenti. Infatti, l’Assessore sostiene, che le norme relative ai luoghi di culto, come le Moschee, prima adottate con la Variante del 2018 al RUE, ed ora abrogate, che prevedevano la superficie minima dei locali di mq. 200, l’altezza minima di metri 4,50, il rapporto aerante minimo di 1/6, non sarebbero di competenza della “disciplina igienico-sanitaria di natura edilizio urbanistica”. Una normativa che avevo chiesto ripetutamente, visto l’insediamento dal 2004 della Moschea di Corso Giovanni XXIII° in una “casetta”, destinata catastalmente ad uso ufficio, ma utilizzata come luogo di culto, tutti i venerdi della settimana dalle ore 12 alle 14 e nel mese del ramadam”.
L'immobile per Renzi "è inadeguato a contenere le centinaia di persone all’interno che vi accedono da ogni parte della città, con i conseguenti assembramenti sui marciapiedi, strade, e senza l’ausilio di parcheggi per auto, moto, cicli. L’Amministrazione Comunale, dovrebbe, come altrove, evitare gli assembramenti nella Moschea di Borgo Marina, e chiedere il suo trasferimento in un immobile adeguato.
Infatti i DPCM emessi e le Ordinanze regionali, di contrasto alla diffusione del Covid 19, in zona rossa, prevedono di potersi recare ai luoghi di culto, sempre evitando gli assembramenti e rispettando le distanze dalle altre persone di almeno un metro. Inoltre, faccio notare, che immediatamente dopo l’approvazione definitiva della Variante al RUE, in ogni condominio di Rimini, tutte le unità immobiliari fino a 99 mq potranno essere utilizzate come luoghi di culto, attraverso un uso improprio dei Centri Culturali, consentiti dal RUE, a causa dell’abrogazione delle specifiche Norme Igieniche. Per questo non doveva essere abrogato l’art.127 del RUE, per di più senza la contestuale sostituzione con un Regolamento d’Igiene di cui il Comune di Rimini è mancante dal 1973".
Aggiornamento coronavirus: 259 positivi, 15 decessi, +1 in terapia intensiva
(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 324.394 casi di positività, 2.070 in più rispetto a ieri, su un totale di 34.925 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 5,9%.
Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 80 in su; proseguono prenotazioni e vaccinazioni anche per il personale scolastico e universitario e le forze dell’ordine. Riprese anche le prenotazioni e le somministrazioni vaccinali per le persone dai 75 ai 79 anni, dopo il via libera dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema) sul vaccino AstraZeneca e l’autorizzazione di Aifa. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 746.666 dosi; sul totale, 261.094 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.
Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 868 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 803 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 866 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 43,9 anni. Sui 868 asintomatici, 564 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 52 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 12 con gli screening sierologici, 28 tramite i test pre-ricovero. Per 212 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna (351) e Modena (309); poi Ferrara (275), Rimini (259), Ravenna (203), Reggio Emilia (189), Forlì (143) e Parma (137); seguono Cesena (98), il Circondario imolese (62) e Piacenza (44). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.
Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 21.102 tamponi molecolari, per un totale di 3.900.448. A questi si aggiungono anche 149 test sierologici e 13.823 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guarite, sono 2.020in più rispetto a ieri e raggiungono quota 240.932. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 71.835 (-8 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 67.876 (+41), il 95,5% del totale dei casi attivi.
Purtroppo, si registrano 58 nuovi decessi: 7 nel parmense (tre donne di 72, 83 e 87 anni e 4 uomini, di 80, 87 anni e due di 90 anni); 6 nella provincia di Reggio Emilia (tre donne di 83, 87 e 94 anni e tre uomini di 75, 84 e 85 anni); 6 nella provincia di Modena (una donna di 84 anni e 5 uomini, rispettivamente di 60, 61, 67, 75 e 91 anni);15 in provincia di Bologna (cinque donne di 68, 78, 85, 88 e 92 anni, edieciuomini: di 71, 74, 79, 82, 86, 88 anni, due di 93 anni, due di 96 anni ); 4 nel ferrarese (una donna di 85 anni e tre uomini, rispettivamente di 60, 80 e 92 anni); 2 in provincia di Ravenna (una donna di 78 anni e un uomo di 87 anni); 3 in provincia di Forlì-Cesena (tre uomini di 61, 83 e 89 anni); 15 nel riminese (cinque donne di 85, 86, 90, 91 e 94 anni, e 10 uomini: di 71, 74, 76, 79, tre di 84, 85, 86 e 94 anni). Nessun decesso nella provincia di Piacenza. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 11.627.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 402 (+5 rispetto a ieri), 3.557 quelli negli altri reparti Covid (-54). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 7 a Piacenza (-1), 26 a Parma (numero invariato rispetto a ieri), 32 a Reggio Emilia (-1),77 a Modena (+1), 127 a Bologna (+5), 28 a Imola (invariato), 36 a Ferrara (invariato), 19 a Ravenna (invariato), 10 a Forlì (-1), 9 a Cesena (+1) e 31 a Rimini (+1).
Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 21.476 a Piacenza (+44 rispetto a ieri, di cui 30 sintomatici), 22.055 a Parma (+137, di cui 75 sintomatici), 39.440 a Reggio Emilia (+189, di cui 119 sintomatici), 55.678 a Modena (+309, di cui 173 sintomatici),70.000 a Bologna (+351, di cui 254 sintomatici), 11.326 casi a Imola (+62, di cui 30 sintomatici), 19.143 a Ferrara (+275, di cui 67 sintomatici), 25.268 a Ravenna (+203, di cui 132 sintomatici), 13.022 a Forlì (+143, di cui 113 sintomatici), 16.047 a Cesena (+98, di cui 57 sintomatici) e 30.939 a Rimini (+259, di cui 152 sintomatici).
Direzione Pd, l'intervento di Emma Petitti
(Rimini) Intervenendo alla direzione del di ieri sera, Emma Petitti, autocandidaata a sindaco di Rimini con Jamil Sadegholvaad, si è concentata molto sulla nuova guida nazionale del partito. "L’elezione di Letta in poco tempo ha riportato il Partito Democratico centrale nella scena politica. Un’elezione non formale e non dovuta, un passaggio profondo per le parole nette che Enrico Letta ha usato e con cui ha sfidato il PD nel suo rapporto con il potere e in quello con il governo. Il potere come strumento di cambiamento del partito democratico e non come gestione fine a se stessa. Il governo perché il PD in questi anni senza aver mai vinto le elezioni è sempre riuscito a governare. Siamo riusciti a ribaltare una situazione politica passando dal ‘mai con i cinque stelle’ al sostegno al governo ‘Conte due’. E poi un governo con una maggioranza ampia a sostegno di Draghi insieme addirittura alla Lega. Fa bene Letta a ricordare tutti i giorni che la Lega è passata da forza sovranista e nazionalista a forza europeista. In coalizione nel governo Draghi ci siamo noi insieme a una alleanza naturale con il Movimento Cinque Stelle, con Leu e mi auguro con Italia Viva. L’altro male che Letta ha sfidato è stato quello dell’unanimismo di facciata, rimettendo al centro la dialettica e le diversità che formano la cultura democratica nel nostro partito. Dove non tutti dobbiamo pensarla in partenza e per forza allo stesso modo, ma dove il confronto tra posizioni diverse e il rispetto reciproco ci possono portare a una sintesi ‘alta’. Questo è l’unico modo per arrivare ad un’unità vera, autentica, un unico modo per sconfiggere la cristallizzazione di gruppi preordinati, i personalismi, le correnti; e su questo, come ha detto anche Letta, vorrei sottolineare che quelle chiamiamo correnti rappresentano un aspetto nobile se sanno esprimere posizioni politiche, se danno voce a battaglie culturali; è evidente che non è così se esse diventano strumenti per la gestione del potere e per la difesa di rendite di posizione, perché questa dinamica porta inevitabilmente degenerazione, e questo vale per tutti. Ed è dentro questa premessa che si collocano le dimissioni di Zingaretti, espressione autentica di un grande disagio che ha lasciato sconcertati tutti noi. Un profondo disagio covato nel tempo. Veniamo da momenti difficili. Prima le elezioni politiche del 2018, dove abbiamo ottenuto il risultato più basso della storia, poi la scissione ad opera di Renzi; e c’è un aspetto che non deve essere dimenticato: quando Zingaretti vinse due anni fa le elezioni primarie con quasi il 70% dei consensi e rappresentando una linea politica ben precisa, c’era chi teorizzava lo scioglimento del PD".
Letta "è la scelta giusta, perché grazie all’impostazione che ha dato, è riuscito a cambiare lo stile nel confronto politico interno al partito, e grazie alla chiarezza delle sue posizioni il PD sta riconquistando la sua centralità, ma anche la sua autonomia e la sua autorevolezza, e questi sono i punti da cui ripartire insieme. Letta si è mosso in questo modo a partire dalla composizione della sua segreteria, lo ha fatto affrontando immediatamente la questione del ricambio dei capigruppo parlamentari, questo perché è giusto affermare che non vi è un’autonomia dei gruppi rispetto alla linea politica del partito. Vi è autonomia gestionale se così volgiamo chiamarla, ma al centro deve esserci la linea politica del partito. Centralità poi rispetto al tema delle alleanze, che dobbiamo essere in grado di fare essendo capaci di impostare sin dalle prossime elezioni amministrative. E anche su questo Letta ha dato un altro segnale chiarissimo. Il PD insieme a tutto il centrosinistra deve essere in grado di realizzare sin dalle prossime elezioni amministrative quello che ormai definiamo comunemente un ‘campo largo’. E in questo contesto un ragionamento va fatto anche con il M5S".
Per Petitti, "non possiamo eludere questo rapporto, perché non è banale dire che la leadership di Giuseppe Conte abbia segnato profondamente il movimento cinque stelle fin dalla vicenda della elezione di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione Europea. Il M5S è cambiato attraverso il ruolo svolto nel governo e grazie a Conte c’è stata un’evoluzione democratica che si incontra con i valori che anche il PD esprime. Quindi credo che il nostro compito sia quello di cercare di fare in modo che questa esperienza fatta insieme a loro al governo nazionale possa portarci anche a livello locale a quello locale a verificare le possibilità di un’alleanza che possa ben delineare il progetto il perimetro di un nuovo centro sinistra, con il partito democratico come perno centrale. E’ una strada che a mio avviso va percorsa. Alleanza ampia quindi, dalla sinistra rappresentata da Leu, Mdp, Coraggiosa, passando per il M5S, i Verdi, per arrivare alle forze più moderate come Italia Viva, Azione, Più Europa, e tutte le istanze civiche che decidono di giocare la partita insieme a noi, in un’alleanza ampia con nessuno escluso, in cui il PD deve rivendicare nel rapporto con gli alleati autonomia, senza accettare e nemmeno porre veti. So bene che si tratta di un lavoro difficile, faticoso ma necessario, che serve a ricostruire un’alleanza che sia radicata realmente nella società e non solo nel ‘palazzo’ e nelle istituzioni. Alleanza riconoscibile attraverso realtà organizzate, associazioni, gruppi di cittadini; per fare questo serve ricostruire la partecipazione democratica attraverso i valori della sinistra e rifondare un terreno nuovo di dialettica sociale. Il riformismo spesso abusato, se decontestualizzato ha necessità di essere pensato attraverso un approccio vero al processo di riforme. È un percorso difficile ma le riforme trovano consenso non solo nella dialettica tra forze politiche ma in una base sociale".
Le riforme "sono più forti se si affermano perché hanno una base sociale che le riconosce e per fare questo serve tener conto di tante questioni. Innanzitutto della disparità sociale, del bisogno di assistenza, di chi ha meno opportunità, di chi produce e crea lavoro, di chi ha bisogno di tutele. Per questo noi dobbiamo essere una forza politica non populista ma popolare, che deve dare risposte a un ceto medio che si è impoverito. Perché sappiamo che le crisi acuiscono le diseguaglianze: poche persone hanno sempre di più mentre la stragrande maggioranza ha sempre di meno. La povertà assoluta è cresciuta. Le famiglie sono in condizioni di difficoltà. C’è una situazione drammatica alle porte dei comuni. La regione ha fatto la sua parte ma i bisogni sono esplosi e in poco tempo. C’è un aspetto positivo in tutto ciò: questo anno di emergenza legata al covid ha accelerato il processo di integrazione sostanziale dell’Europa. Oggi si sta discutendo di temi e questioni che non avremmo mai pensato di affrontare solamente un anno fa. Si stanno realizzando programmi di sinistra, basti pensare che siamo passati dall’austerità alla messa in campo di fatto di un nuovo ‘piano Marshall’ che sta permettendo di reinvestire le infrastrutture pubbliche nel green attraverso il Next generation EU e i piani nazionali di resistenza e resilienza; tutto questo non era né scontato e né dovuto".
Ecco che "allora in questo contesto noi abbiamo il dovere di declinare anche a livello locale il nostro ‘piano Marshall’ e dobbiamo essere all’altezza di tutto questo. Voglio mutuare le parole di Enrico Letta: non siamo qui per gestire il presente, c’è tutto da riscrivere. Sanità, investimenti in ricerca e in presidi territoriali, digitalizzazione, superamento dei divari digitali tra centro e periferia. Le questioni intergenerazionali che intrecciano il tema dei garantiti e di coloro che pagano il prezzo più alto della crisi, in modo particolare giovani e donne. Questo tema dei giovani va affrontato nella sua interezza perché non possiamo fare dei giovani una generazione di precari. C’è il tema del lavoro. Abbiamo visto in questi mesi le grandi multinazionali, le grandi realtà di distribuzione come Amazon che hanno aumentato la loro attività e in questa fase di riorganizzazione delle nostre vite, anche attraverso smart working a distanza e didattica distanza, nel riorganizzare tutto questo c’è una grande questione che riguarda i lavori, al plurale. I lavori non regolati, la garanzia dei diritti, delle tutele e dei salari adeguati, e su questo tema del lavoro e dei diritti garantiti che è un grande tema della sinistra, noi dobbiamo basare le scelte del nostro futuro. E dentro la nostra frontiera che riguarda il presente e la modernità c’è anche il tema della nostra economia locale, la nostra economia turistica. Dobbiamo pensare a come rinnovarla e a come fare la differenza rispetto al tema della competitività generale. Dobbiamo pensare a quali risposte dare sul fronte della gestione delle spiagge, sull’offerta ricettiva alberghiera. Anche su questo dobbiamo veramente spingerci in avanti per sostenere le reti di imprese capaci di competere in Europa".
C’è il "grande tema di come difendiamo la nostra economia turistica dalla penetrazione della criminalità organizzata, di come vogliamo ammodernare la filiera ricettiva, degli strumenti legati al 110% rivolti alle strutture ricettive. E tanto altro. Quelli fatti sono solo alcuni esempi che servono a fare capire che per affrontare tutta questa complessità serve un approccio nuovo. Riforme utili che devono tenere insieme un patto sociale, superando le divisioni della nostra società divisa verticalmente tra generazioni e divisa orizzontalmente tra centro e periferia. E su questo noi dobbiamo intervenire sulle opportunità storiche che ci offre il Next generation EU, l’agenda 2030. I 209 miliardi di euro che l’Italia dovrà saper gestire e che dovrà saper spendere bene riattivando crescita sviluppo e sostenibilità. Una politica fatta di conoscenze, di competenze, di studio, di esperienze maturate sul campo. La politica della coerenza, della serietà e dell’impegno. Questi elementi rappresenteranno dei forti discrimini e per raggiungerli serviranno tempo, sacrifici e cura. Non è semplice ripartire perché lo sappiamo che i partiti in questi anni sono stati destrutturati. Hanno avuto la meglio il personalismo, il populismo e spesso è capitato che alle competenze politiche si sia preferito il nuovismo fine a se stesso. E anche il passaggio generazionale non è stato accompagnato adeguatamente. Anche il disagio dei nostri iscritti rispetto al nostro radicamento territoriale va affrontato con grande serietà, perché è dal partito sui territori che bisognerà ripartire anche per costruire una nuova classe dirigente. Una classe dirigente all’altezza di questo tempo, sia a livello amministrativo locale che a livello nazionale".
In vista delle amministrative d'autunno, "ai fini del risultato incideranno diversi elementi: l’azione del governo, la tenuta del PD e la sua riconoscibilità ma anche il nostro ruolo sui territori. Noi a mio avviso dovremo fare i conti essenzialmente con tre questioni dirimenti: innanzitutto, quello relativo alla riapertura delle scuole, che tanto ha messo alla prova le nostre famiglie ragazzi e tutto il sistema educativo; in secondo luogo, l’andamento della stagione turistica, con le difficoltà che dovremo affrontare nei prossimi mesi; inoltre il piano vaccinale e la sua riuscita. E’ su questo dovremo dimostrarci all’altezza di aspettative e bisogni delle nostre comunità, e su questi tre aspetti saremo misurati dai nostri cittadini al momento del voto. La sfida è importante e non possiamo chiuderci nei nostri recinti identitari, nelle nostre verità, nei tatticismi, non possiamo cullarci nemmeno sui successi fin qui raggiunti. Perché non sono più sufficienti e non bastano più. Servono nuovi progetti, nuove mappe concettuali, nuovi codici interpretativi per comprendere la complessità che stiamo vivendo".
C’è "un tempo per tutto. Un tempo per seminare, un tempo per il conflitto, un tempo per ricostruire. Adesso dipende da ciascuno di noi. Le persone ci chiedono uno scatto in avanti, non possiamo più vivere come nel giorno della marmotta, qualcosa di già noto uguale al giorno che ci ha preceduti. Non possiamo vivere di rimorsi e nemmeno di rimpianti. Dipenderà da tutti noi saper fare la differenza e vincere la sfida. La posta in gioco è troppo alta, non si salva nessuno da solo. Ognuno di noi dovrà fare la propria parte. Ripartiamo dalle nostre idee, dal programma del PD che è stato elaborato da tante persone che hanno voluto contribuire (anche da fuori il partito democratico), diamo forza e dignità alle idee e alla nostra identità per rispondere insieme ai bisogni della nostra gente e della nostra comunità. In questo modo sono certa che ce la faremo".
Direzione Pd, Lazzari: in attesa delle decisioni di Letta
(Rimini) "Smentisco nella maniera più assoluta l'accusa di non aver organizzato l'incontro, perché come Sadegholvaad ben sa, sono io in qualità di segretario comunale che ho chiesto la disponibilità degli interessati e del segretario provinciale per un confronto sulla possibilità di convergere verso una soluzione unitaria, e che a seguito degli avvenimenti cruciali delle ultime settimane si era deciso di attendere lo definizione degli eventi e in ultimo lo svolgimento della Direzione provinciale per poi vederci nel week end successivo (il prossimo)". Così Vanni Lazzari in risposta alle dichiarazioni di Jamil Sadegholvaad dop la direzione provinciale del Pd di ieri sera.
"Aggiungo che non possono non contare le parole pronunciate in Direzione dal segretario regionale Paolo Calvano, il quale ha espressamente chiesto di fermare ogni iniziativa locale sulle candidature, in quanto il segretario nazionale Enrico Letta ha intenzione di approfondire la conoscenza della situazione, così come sta facendo in tutti i grandi comuni dove si andrà al voto. Mi si lasci anche dire che la richiesta di un incontro, positiva e giusta, cozza con la dichiarazione dello stesso Jamil quando dice "io comunque vado avanti". Delle due l'una: o ci si ferma e si discute oppure se si ha intenzione di andare avanti diventa inutile vedersi. Per dirsi cosa? Ovviamente in qualità di segretario comunale del PD di Rimini faccio mio l'invito di Calvano e proseguirò nella strada indicatami anche dalla Direzione comunale del Pd di Rimini, che è quella di evitare le primarie e trovare una candidatura condivisa. Se l'incontro che Jamil chiede va in questa direzione sono certo che non sarà inutile svolgerlo".
Direzione Pd, Sadegholvaad: il clima non aiuta
(Rimini) Al termine della direzione provinciale del Pd di ieri sera, l'assessore Jamil Sadegholvaad, auto candidato sindaco insieme a Emma Petitti, invia alla stampa alcune precisazioni. "Anche nel dibattito in direzione, emerge l’intenzione unanime di evitare le primarie e trovare le ragioni dell’unità per le amministrative di Rimini. Bene, benissimo, se non fosse che alle belle parole non corrispondono i fatti da parte di chi quei fatti avrebbe la responsabilità diretta di concretizzarli. E’ dallo scorso 24 febbraio che chiedo al segretario comunale del PD Alberto Vanni Lazzari un incontro anche alla presenza di Emma Petitti per chiarirci su cosa sia bene e più utile per confermare il centrosinistra alla guida di Rimini. Per un motivo o per un altro, questo confronto non è mai stato organizzato. Ed è trascorso un mese abbondante: che non ci sia tutta questa fretta? Perdere tempo a chi conviene? Al PD? A Rimini?". Domanda Sadegholvaad.
"Per il Pd, per il centrosinistra, si fa dura, molto dura in questo clima. Il lavoro di anni - 10, 20, 30 per me è lo stesso - rischia di essere buttato all’aria per un ‘non detto’ che ha più il sapore della questione personale. Ma questo non fa che aumentare la mia determinazione ad andare avanti per la Rimini che non merita di essere ostaggio di queste dinamiche. Andare avanti sulle cose da fare per la città e sulle alleanze che concordano su come fare quelle cose, e non su assetti di potere. Alleanze programmatiche con partiti, civici, movimenti. Stavolta richiedo pubblicamente al segretario comunale di organizzare quel confronto. Se continuerà il silenzio, mi rivolgerò al segretario provinciale e agli organi nazionali. E se è vero che tutti vogliamo bene a Rimini, al partito, ai nostri segretari di circolo, a chi ci vota e anche a chi non ci vota, una soluzione verrà trovata. Ogni altro ritardo rafforzerebbe invece l’idea di una strategia della dilatazione temporale a favore esclusivo di una candidatura che, per alcuni, forse doveva essere l’unica e la sola".
Direzione Pd, Sacchetti possibilista sulle primarie
(Rimini) l segretario provinciale Filippo Sacchetti tira le somme e indica la linea dopo la discussione interna alla Direzione apertasi venerdì e chiusa mercoledì sera, mentre i 52 Circoli del territorio stanno portando avanti confronti su Zoom che coinvolgono l'intera provincia nel solco di quanto auspicato da Enrico Letta. "Il neo segretario nazionale sta dando seguito alle parole nei fatti e noi non possiamo esimerci dal fare altrettanto. E' vitale portare avanti l'idea di un partito aperto al contributo trasversale delle migliori forze in campo e che guarda ai problemi reali con una nuova identità sociale. Lo stiamo facendo da anni, così abbiamo intrapreso e continueremo a sostenere il campo largo delle alleanze con l'intero centro-sinistra: convinti che il Pd sia perno e motore, ma ancor più convinti non esistanto preclusioni al dialogo di nessun tipo. Tantomeno col Movimento 5 Stelle ancora oggi nostro alleato di governo" incalza Sacchetti, ricordando come "essere riformisti e radicali, avere "anima" e "cacciavite" significa impegnarsi per realizzare un'idea di città e non limitarsi a sognarla. Una città che ha temi nuovi, esigenze figlie di una pandemia mai vista, bisogni che il Pd deve intercettare ponendosi al centro delle comunità".
Da qui alle imminenti amministrative il passo è breve. " Se qualcuno ancora pensa che sia la linea della continuità o discontinuità il metro della discussione per Rimini si sbaglia. A Rimini il cambiamento non si ferma, ci è chiesto ancora una volta dalla storia di interpretare nuove frontiere: alcune che possiamo prevedere, altre ancora sconosciute. Di certo ci sarà da sostenere e riqualificare l'economia locale, messa a dura prova come la salute dal Coronavirus. Il governo locale dovrà occuparsi di servizi di prossimità, scuole, nuovi motori di sviluppo come la cultura e l'ambiente, asset fondamentali e strategici in quello che è l'inizio di una nuova era. Del centro storico e delle frazioni. Per riuscirvi, il nostro partito dovrà avere una visione profonda, l'orgoglio per i risultati ottenuti e il ritrovato senso di comunità, ma anche il senso della sfida nel rilanciare sulle scommesse che il futuro ci pone" prosegue il segretario.
Per poi chiosare mettendo una serie di punti sulle i: "L'unità è ancora il valore più alto per far sì che il processo collettivo di cambiamento della società possa aiutare a stare meglio chi oggi sta peggio. Non accetto quindi più il velo di ipocrisia che copre ogni confronto: la vera unità è lontana dall'essere raggiunta e gli atteggiamenti personali stanno soffocando ogni ragionamento di buon senso dietro il paravento di una pacificazione più tattica che di sostanza, visto come si eludono i momenti di incontro. L'unità sta nella nostra capacità di trovare la persona giusta a guidare la città in un momento così difficile, con la consapevolezza dei problemi da affrontare e l'orgoglio di una storia da portarsi sulle spalle. Se un partito non è in grado di fare questo perde la fiducia delle persone e dilapida un patrimonio in modo inspiegabile. Lo si è già visto più volte in passato".
E fissando le priorità: "C'è però un ma: oggi si è aperta una fase nuova, è cambiato il governo, è cambiata la guida del partito, è stata prorogata la data del voto. Esistono quindi nuove opportunità di confronto. Persino alle primarie, che restano uno strumento a disposizione di fronte alla mancanza di un accordo politico. Ma sia chiaro, nel caso si dovesse arrivare a tanto non esiste la possibilità che il giorno dopo il nostro confronto non ci sia il candidato che unisca il Pd e il centro-sinistra: il candidato, sarà il candidato di tutti, interprete di un programma solido e di una coalizione larga che tiene insieme la sinistra, le forze liberali e il civismo".
Sciopero Amazon, la soddisfazione della Cgil
(Rimini) "Sfidando l’algoritmo, ma soprattutto il ricatto e la paura di perdere il posto, i lavoratori di Amazon il 22 marzo si sono fermati. Lo sciopero è riuscito ovunque e ora l’obiettivo è quello di riaprire le trattative e trovare un accordo su salari, stabilizzazioni e condizioni di lavoro. Legittime richieste poste dai sindacati a tutela di una categoria tra le più esposte alla precarietà e a carichi di lavoro che lo sviluppo esponenziale del commercio on-line, soprattutto in questa fase di pandemia, ha reso ancora più gravosi.Una crescita che ha arricchito colossi come Amazon ma che per i lavoratori, spesso precari e sfruttati al massimo, si è tradotta in maggiori rischi per la loro salute e sicurezza e inadeguate applicazioni contrattuali". La Cgil di Rimini esprime soddisfazione per l'esito dello scipero di lunedì.
"Siamo soddisfatti della solidarietà espressa in occasione dello sciopero da tanti cittadini e anche da esponenti della politica e delle Istituzioni e ci auguriamo che questa attenzione ai temi del lavoro rimanga costante anche nel prossimo futuro. Giudichiamo positivamente l’impegno della Sindaca Alice Parma a costituire un Osservatorio per il confronto periodico tra Comune, aziende e sindacati. Qualcosa vogliamo aggiungere rispetto alle polemiche che sono sorte in ambito territoriale e che hanno visto contrapporsi all’Amministrazione Comunale di Santarcangelo di Romagna gli esponenti della Minoranza. Uno strano teorema quello secondo cui se un’azienda non rispetta i diritti dei lavoratori debba chiudere".
Con questo criterio, "anche soltanto nella provincia di Rimini, quante sarebbero le imprese da cancellare per irregolarità, sfruttamento, non applicazione dei contratti, poca trasparenza negli appalti e subappalti, anche quando gli imprenditori, non parlano straniero?". Lo sviluppo del commercio on-line "esploso in pochi anni ha avuto un impatto deflagrante sul commercio come lo ebbe a suo tempo la grande distribuzione, ma da qui non si torna indietro. Il processo va governato e migliorato all’interno di un sistema di regole nell’interesse della collettività. Ciò a partire dalla qualità del lavoro che per la CGIL significa anche un forte richiamo al Patto per il Lavoro e il Clima regionale e al Piano per il Lavoro della stessa CGIL territoriale. Regole che devono valere per tutti, per chi parla straniero ma anche per chi parla romagnolo".