(Rimini) Sono 11.907 le dosi del vaccino AstraZeneca provenienti dal lotto ABV2856 scadenza 05/2021 - il cui utilizzo è stato sospeso oggi da Aifa per precauzione - che sono state utilizzate fino ad oggi in Emilia-Romagna. Su un totale di 60.691 dosi di vaccino AstraZeneca somministrate in regione. A oggi, precisa l’assessorato regionale alla Sanità, in Emilia-Romagna non si sono osservate reazioni anomale.

La decisione di Aifa, come è stato sottolineato dall’Agenzia stessa, è stata presa “a seguito della segnalazione di alcuni eventi avversi gravi, in concomitanza temporale con la somministrazione di dosi appartenenti al lotto ABV2856 del vaccino AstraZeneca anti COVID-19”. Aifa ha quindi deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e “si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’EMA, Agenzia del farmaco europea”. Aifa ha inoltre chiarito che “al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e tali eventi”. 

Giovedì, 11 Marzo 2021 18:27

Sentenza Reggio Emilia: dpcm "illegittimi"

(Rimini) A partire da quello dell'8 marzo 2020, tutti i Dpcm del Governo per contenere la pandemia e le limitazioni agli spostamenti in essi contenuti sono "illegittimi per violazione della legge Costituzionale". Lo afferma Dario De Luca, Gup del tribunale di Reggio Emilia, nelle motivazioni di una sentenza depositate il 27 gennaio e visionate dalla 'Dire'. 

Il caso esaminato risale invece al 13 marzo dell'anno scorso quando, nel pieno della prima ondata del Covid, una coppia della provincia di Reggio sorpresa fuori casa dai Carabinieri fornisce ai militari un'autocertificazione non veritiera. La donna aveva riferito di essersi dovuta recare in ospedale a Correggio per delle analisi e che l'uomo l'aveva accompagnata. Una verifica dell'Arma aveva però appurato che non c'era stato alcun accesso alla struttura sanitaria e per i due era scattata la denuncia. Il giudice De Luca li ha assolti entrambi dichiarando "il non luogo a procedere perché il fatto non costituisce reato". 

Nella motivazione, scritta in punta di diritto, si sottolinea in premessa che il Dpcm "stabilendo un divieto generale e assoluto di spostamento al di fuori della propria abitazione, con limitate e specifiche eccezioni, configura un vero e proprio obbligo di permanenza domiciliare". Tuttavia, prosegue la sentenza, "nel nostro ordinamento giuridico, l'obbligo di permanenza domiciliare consiste in una sanzione penale restrittiva della libertà personale che viene irrogata dal giudice penale per alcuni reati all'esito del giudizio (o in via cautelare, in una misura di custodia cautelare disposta dal giudice, nella ricorrenza di rigidi presupposti di legge) e in ogni caso nel rispetto del diritto di difesa".

Inoltre, "sicuramente nella giurisprudenza è indiscusso che l'obbligo di permanenza domiciliare costituisca una misura restrittiva della liberta' personale". Ed è a questo punto che il giudice reggiano chiama in causa l'articolo 13 della Costituzione, secondo cui le misure restrittive della libertà personale possono essere adottate solo su "atto motivato dall'autorita' giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge". Da questo principio il Gup desume due corollari. Il primo "è che un Dpcm non puo' disporre alcuna limitazione della libertà personale, trattandosi di fonte meramente regolamentare di rango secondario e non già di un atto normativo avente forza di legge". Il secondo corollario è invece quello secondo il quale "neppure una legge (o un atto normativo avente forza di legge, qual è il decreto-legge) potrebbe prevedere in via generale e astratta, nel nostro ordinamento, l'obbligo della permanenza domiciliare disposto nei confronti di una pluralità indeterminata di cittadini, posto che l'articolo 13 della Costituzione postula una doppia riserva, di legge e di giurisdizione, implicando necessariamente un provvedimento individuale, diretto dunque nei confronti di uno specifico soggetto".

In terzo luogo, "poiché trattasi di un Dpcm, cioè di un atto amministrativo, il giudice ordinario non deve rimettere la questione di 'legittimita' costituzionale alla Corte costituzionale, ma deve procedere, direttamente, alla disapplicazione dell'atto amministrativo illegittimo".

Infine, motiva ancora la sentenza, "non può neppure condividersi l'estremo tentativo dei sostenitori, ad ogni costo, della conformità a Costituzione dell'obbligo di permanenza domiciliare sulla base della considerazione che il Dpcm sarebbe conforme a Costituzione, in quanto prevederebbe delle legittime limitazioni della libertà di circolazione secondo l'articolo 16 della Costituzione e non della libertà personale". Infatti, "come ha chiarito la Corte Costituzionale la libertà di circolazione riguarda i limiti di accesso a determinati luoghi il cui accesso può essere precluso, perché ad esempio pericolosi, ma giammai può comportare un obbligo di permanenza domiciliare". Quando invece "il divieto di spostamento non riguarda i luoghi, ma le persone, allora la limitazione si configura come vera e propria limitazione della libertà personale". In conclusione, sentenzia De Luca, "deve affermarsi la illegittimità del Dpcm indicato per violazione dell'articolo 13 della Costituzione con conseguente dovere del Giudice ordinario di disapplicare tale Dpcm". I due imputati sono quindi stati assolti con formula piena perché "costretti a sottoscrivere un'autocertificazione incompatibile con lo stato di diritto del nostro Paese e dunque illegittima".

(fonte: Agenzia Dire)

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 289.957 casi di positività, 2.845 in più rispetto a ieri, su un totale di 39.832 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti da ieri è del 7,1%.

Continua intanto la campagna vaccinale anti-Covid, che in questa fase riguarda il personale della sanità e delle Cra, compresi i degenti delle residenze per anziani, in maggioranza già immunizzati, gli ultraottantenni in assistenza domiciliare e i loro coniugi, se di 80 o più anni, e le persone dagli 85 anni in su; proseguono le prenotazioni per quelle dagli 80 agli 84 anni, iniziate il 1^ marzo. Poi il personale scolastico e universitario e le forze dell’ordine. Il conteggio progressivo delle somministrazioni effettuate si può seguire in tempo reale sul portale della Regione Emilia-Romagna dedicato all’argomento: https://salute.regione.emilia-romagna.it/vaccino-anti-covid, che indica anche quante sono le seconde dosi somministrate. Alle ore 15 sono state somministrate complessivamente 538.653 dosi; sul totale, 170.502 sono seconde dosi, e cioè le persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, 1.146 sono asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 622 erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone, 890 sono stati individuati all’interno di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 42,7 anni. Sui 1.146 asintomatici570 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing35 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 40 con gli screening sierologici13 tramite i test pre-ricovero. Per 488 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province vede Bologna con 911 nuovi casi, poi Modena con 389 e Ravenna (328); seguono Rimini (223), Reggio Emilia (190), Cesena (186) e Ferrara (174); poi Parma (155), Forlì (140), Imola (118). Infine, Piacenza (31). Questi i dati - accertati alle ore 12 di oggi sulla base delle richieste istituzionali - relativi all’andamento dell’epidemia in regione.

Nelle ultime 24 ore sono stati effettuati 23.322 tamponi molecolari, per un totale di 3.622.387. A questi si aggiungono anche 378 test sierologici e 16.510 tamponi rapidi. Per quanto riguarda le persone complessivamente guaritesono 1.558 in più rispetto a ieri e raggiungono quota 218.332. I casi attivi, cioè i malati effettivi, a oggi sono 60.666 (+1.242 rispetto a ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 57.160 (+1.162), il 94,2% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 45 nuovi decessi: 2 a Piacenza (una donna di 86 anni e un uomo di 70); 3 nella provincia di Reggio Emilia (una donna di 73 anni e 2 uomini di 46 e 77 anni); 8 nella provincia di Modena (6 donne – rispettivamente di 72, 78, 84, 88 e 2 di 91 anni – e 2 uomini, di 72 e 83 anni); 17 nella provincia di Bologna (5 donne, rispettivamente di 65, 76, 84 – quest’ultima di Imola – 90, 95 anni, e 12 uomini, di 66, 68, 71, 72 – quest’ultimo di Imola – 73, 74, 76, 78, 82, 85, 86, 92); 2 nella provincia di Ferrara (entrambi uomini, di 92 e 96 anni); 4 in provincia di Forlì-Cesena (una donna di 85 anni e 3 uomini, rispettivamente di 39, 73 e 84 anni, quest’ultimo deceduto a Bologna); 9 nel riminese (5 donne, rispettivamente di 71, 84 – quest’ultima deceduta a Cesena – 85, 91 e 98 anni, e 4 uomini: uno di 81, 2 di 90, e uno di 85 anni). Nessun decesso nelle provincie di Parma e Ravenna. In totale, dall’inizio dell’epidemia i decessi in regione sono stati 10.959.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 345 (+12 rispetto a ieri), 3.161 quelli negli altri reparti Covid (+68). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 9 a Piacenza (-1 rispetto a ieri), 19 a Parma (numero invariato), 30 a Reggio Emilia (+2), 69 a Modena (-1), 98 a Bologna (+8), 35 a Imola (+2), 32 a Ferrara (+1), 15 a Ravenna (invariato), 4 a Forlì (invariato), 8 a Cesena (invariato) e 26 a Rimini (+1).

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella in cui è stata fatta la diagnosi: 20.651 a Piacenza (+31 rispetto a ieri, di cui 22 sintomatici), 19.554 a Parma (+155, di cui 98 sintomatici), 36.170 a Reggio Emilia (+190, di cui 98 sintomatici), 50.209 a Modena (+389, di cui 280 sintomatici), 61.625 a Bologna (+911, di cui 476 sintomatici), 10.346 casi a Imola (+118, di cui 64 sintomatici), 16.699 a Ferrara (+174, di cui 59 sintomatici), 22.209 a Ravenna (+328, di cui 231 sintomatici), 11.133 a Forlì (+140, di cui 114 sintomatici), 13.922 a Cesena (+186, di cui 148 sintomatici) e 27.439 a Rimini (+223, di cui 109 sintomatici).

Riguardo ai nuovi casi nel riminese, si tratta di 111 pazienti di sesso maschile e 112 pazienti di sesso femminile; 114 asintomatici e 109 sintomatici. E nel dettaglio: 78 per sintomi; 136 per contact tracing, la maggior parte familiari e già in isolamento al momento della diagnosi; 3 test volontari; 4 test di categoria; 2 test per ricovero. Si possono stimare in circa 200 le guarigioni. Dei nove decesi comunicati oggi, si tratta di: 3 donne di 84, 85 e 98 anni di Rimini; 3 uomini di 81, 90, 90 anni di Riccione; una donna di 71 anni di Morciano; una donna di 91 anni di Poggia Torriana; un uomo di 85 anni di Sant’Agata Feltria.

(Rimini) Verso un nuovo turismo tra Italia e San Marino. Ieri, primo incontro bilaterale fra il Ministro del Turismo italiano Massimo Garavaglia e il Segretario di Stato per il Turismo della Repubblica di San Marino Federico Pedini Amati. L'incontro, in video conferenza, cordiale e costruttivo, aveva l'obiettivo di promuovere e favorire iniziative comuni sostenendo interventi funzionali allo sviluppo e al rilancio del turismo, anche come strumento per la ripresa post-Covid19.

I ministri hanno convenuto sulla possibilità di aggiornare “l'Accordo sulla cooperazione in campo turistico tra Italia e San Marino", firmato il 28 aprile 2004. Ed anche di procedere alla Convocazione della Commissione Mista Italia-San Marino ed alla ridefinizione ed all'adeguamento dell'accordo tecnico di collaborazione tra Ufficio del Turismo di San Marino e Agenzia Nazionale per il Turismo (ENIT) del 2013.

Il Segretario di Stato per il Turismo Federico Pedini Amati ha presentato il "Sustainable Tourism Developement Project" promosso dal Tavolo Turistico Territoriale (TTT). Confermato l'impegno al sostegno reciproco di progetti e allo scambio di informazioni in ambito turistico.

(Rimini)Con l'intervento alle condotte del gas si sono conclusi quasi tutti i lavori per i sottoservizi nel tratto lato mare di via Portofino, dal sottopasso fino a Viale Regina Margherita. Oggi il via ai lavori di rifacimento delle condotte fognarie, che si concluderanno entro un mese;  da lunedì prossimo la consegna del cantiere alla ditta appaltatrice incaricata dal Comune per concludere - entro l'estate - il progetto che riguarda tutte le opere viarie a mare, complementari a quelle lato monte recentemente realizzate.

Il progetto consentirà il collegamento tra la rampa del sottopasso ferroviario Bologna-Ancona esistente, Via Portofino e Piazzale Fidenza. Via Portofino sarà rifunzionalizzata e riqualificata attraverso la realizzazione di piste ciclopedonali in sede propria (su lato Ravenna), dando così continuità alle piste ciclopedonali della rampa del sottopasso ferroviario, oltre ad un percorso pedonale protetto (lato Riccione).  Saranno inoltre riorganizzati i flussi veicolari sul Viale Regina Margherita: l'immissione di via Portofino è prevista con una intersezione che garantirà la continuità dei flussi su via Regina Margherita in entrambe le direzioni, prevedendo una immissione con svolta a destra da chi si immette da via Portofino.
 
Un intervento in linea con quanto previsto dal Pums e coerente con la trasformazione urbana prevista dal Parco del Mare, che ha tra gli obiettivi quello di allontanare dalla fascia del lungomare il traffico delle auto, per dare priorità nella fascia costiera alla mobilità sostenibile. Grazie alla nuova viabilità sia lato monte sia lato mare, Via Portofino diventerà una importante direttrice di accesso monte-mare, alleggerendo al contempo il peso del traffico sulle strade vicine.L'intervento che consentirà di rendere pienamente operativa la nuova viabilità per la prossima stagione estiva è tutto a carico dell'amministrazione comunale con un costo totale di 307 mila euro. 

(Rimini) Causa covid in Riviera l'umore non è particolarmente alto. E' il quadro che emerge dalla trasmissione Discovolante di Vga Telerimini in onda stasera alle 22. La  Pasqua è saltata, secondo decreto, ma c'è fiducia nell'estate. "Siamo pronti – sostiene Mauro Vanni, presidente Bagnini Rimini sud – stiamo lavorando per rendere quanto più sicura la permanenza dei nostri ospiti". Idem a Riccione. "Siamo fiduciosi di fare la stagione – ha aggiunto Diego Casadei, presidente balneari Oasi dell'Emilia-Romagna – l'arrivo dei vaccini ci darà sicuramente una bella mano. E comunque abbracciando il periodo caldo speriamo che la forza del virus rallenti".

Peroccupazione tra i ristoratori. "La situazione continua ad essere molto seria il Governo si metta una mano sulla coscienza, così non si può andare avanti, è una mancanza di rispetto per tutto il settore", sottolinea Gaetano Callà vice presidente Fipe Confcommercio dell'Emilia Romagna, ribadendo "che la prolungata chiusura dei ristoranti sta mettendo a rischio molte attività. Alcune delle quali anche sul territorio riminese, non riuscendo a far fronte ai mancati guadagni in questo periodo, sono stati costretti ad abbassare le saracinesche per sempre".


Giovedì, 11 Marzo 2021 15:16

Fogne, terminati i lavori in via Danimarca

(Rimini) Si è concluso ieri sera l'intervento di manutenzione straordinaria urgente sull'impianto fognario di via Danimarca, nodo idraulico di primaria importanza del sistema fognario della città per il trasferimento delle acque reflue al depuratore di Santa Giustina. Lunedì sera alle ore 21 sono stati spenti quasi tutti gli impianti fognari della città di Rimini, così da poter dare inizio alle lavorazioni nella prima mattina di martedì. Il cantiere è stato poi concluso nella giornata di mercoledì e in serata sono stati riaccesi tutti gli impianti.

"L'impiego di tutte le vasche di accumulo nella zona sud, comprese quelle di recente realizzazione in Piazzale Kennedy, ha permesso di limitare il bypass di tutta l'area centro sud di Rimini ad una sola ora di scarico su due giorni di lavori", spiegano da Hera. "Il fiume Marecchia è stato invece continuamente monitorato anche con prelievo di campioni e grazie al contributo offerto dai Volontari della Protezione Civile di Rimini, che hanno messo a disposizione degli aeratori in corrispondenza del Ponte dello Scout, non si sono verificate particolari criticità.

Giovedì, 11 Marzo 2021 12:54

Spiaggia, riqualificazione a Torre Pedrera

(Rimini) Un altro stabilimento balneare di Torre Pedrera si presenterà all’estate 2021 con una veste completamente rinnovata. Dopo il progetto pilota per la riqualificazione del bagno 76 Kamoke approvato poco meno di un mese fa, la Giunta comunale ieri ha dato il via libera alla trasformazione del bagno 62 Giorgio, sempre sulla costa di Torre Pedrera. Il progetto presentato dal privato prevede la completa ricostruzione e riqualificazione dello stabilimento, dove già sono state completate le demolizioni dei vecchi manufatti, che saranno ricostruiti in linea con il Piano dell'arenile attraverso l’utilizzo di materiali sostenibili e con un’attenzione al verde, coerente con la filosofia del Parco del Mare che sta trasformando il waterfront.   

Partendo ad esempio dalla fascia A, quella più a monte, saranno messe a dimora alberature e siepi proprio per dare continuità alla riqualificazione del lungomare, allestendo anche panchine e impianti di illuminazione. In posizione nascosta sarà realizzata l’isola ecologica, protetta con un’idonea schermatura in siepe sempreverde. Nella ‘fascia B’, tra l’ingresso e la zona ombrelloni, saranno invece le due strutture coperte destinate ad accogliere la direzione di spiaggia, le cabine, i servizi igienici. Entrambe le strutture saranno dotate di pergole in legno e rivestite di verde rampicante, utile anche a mitigare il calore all’interno degli ambienti, mentre sulle coperture saranno collocati tutti gli impianti (fotovoltaico, pannelli solari, wi-fi, illuminazione notturna). Sempre nella fascia B saranno posizionate le funzioni immancabili della spiaggia, a partire dall’area ludica per bambini, con giochi a basso impatto come richiesto dalla Soprintendenza. Infine, nell’area di spiaggia più a monte, saranno posizionate particolari strutture di ombreggio, cioè ‘suite’ realizzate in legno chiaro e con una copertura in telo permeabile.   

“Dal lungomare alla spiaggia, a Rimini nord si continua a investire sulla rigenerazione del prodotto turistico, coniugando la necessità di una riqualificazione e innovazione in chiave sostenibile alla volontà di mantenere alto quello standard di servizi che da sempre distingue la nostra offerta balneare - commenta l’assessore alla gestione del territorio Roberta Frisoni – Il Bagno 62 è uno degli stabilimenti che si presenterà alla prossima stagione completamente rinnovato, ma diversi progetti sono in istruttoria. La trasformazione della spiaggia grazie al protagonismo dei privati corre parallela al completamento del Parco del Mare nord, che per l’estate potrà essere fruito al massimo delle sue potenzialità, offrendo una nuova immagine del watefront”.  

(Rimini) Crescce anche a causa della pandemia  il divario tra Italia ed Europa per numero di laureati. Nel secondo trimestre 2020, tra i giovani di 30-34 anni italiani il 27,9% ha un titolo universitario contro il 42,1% della media europea. Se si scende di un gradino e si guarda ai dati delle scuole superiori nel secondo trimestre dello scorso anno, nel nostro Paese il 62,6% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha il diploma, percentuale inferiore di 16 punti rispetto la media europea. Sul tema interviene Jamil Sadegholvaad, candidato a sindaco di Rimini.

"Questi numeri e la confusa paralisi che ha portato l’Italia a essere tra i Paesi peggiori per ciò che riguarda la reiterazione della chiusura delle aule durante l’anno del Covid 19, rimandano a uno scenario di emergenza nazionale. E non si può dare solo la colpa alla pandemia: errori, deficit, mancanza di visione vengono da lontano e non sono mai stati affrontati adeguatamente. E proprio mentre il dibattito pubblico si concentra sul come si possano spendere i miliardi del Next Generation UE, in silenzio si consuma il dramma della scuola e dell’educazione che davvero sarebbero – anzi, sono – il primo degli investimenti sul futuro di comunità. Il Recovery Fund sta lì proprio per ragionare di investimenti sul presente e sul futuro, e la scuola non può non farne parte". 

Ma per Sadegholvaad, "bisogna partire anche dal locale. Anche in regione, e nei territori provinciali dell’Emilia Romagna, stanno emergendo criticità strutturali, combinato disposto di diversi elementi, tra i quali spicca la denatalità. Il rischio è che nei prossimi anni quella che è una rete scolastica tradizionale e diffusa (pubblica, paritaria, privata) possa subire ridimensionamenti non indifferenti, strette com’è – ad esempio – tra rigidi parametri ministeriali che impongono la chiusura di classi nei luoghi (quasi tutti periferici) che non raggiungono quorum di alunni e anche “aggredita” dalla spinta crescente di nuove forme educative artigianali”.

Nel programma amministrativo dei prossimi anni "questo tema deve essere centrale. E per definirlo è necessario aprire una vera e propria ‘costituente programmatica’, definendo insieme a tutti i soggetti che compongono il mondo della scuola un nuovo progetto educativo. Credo sia indispensabile ripartire da qui. Il Comune di Rimini, dopo che in 10 anni ha provveduto a un investimento sensibile sull’edilizia scolastica, tra nuovi plessi e altri oggetto di manutenzione straordinaria (17 plessi tra nuovi e riqualificati radicalmente), credo debba prendere in considerazione proposte sperimentali sul tema dell’accessibilità scolastica. Ad esempio, il tema della gratuità completa dei nidi per le famiglie che hanno una soglia ISEE non necessariamente bassa, deve essere assunto come ipotesi concreta di lavoro anche per un Comune capoluogo come Rimini".

L’investimento potenziale annuale per il Comune per una misura del genere "arriverebbe ad un massimo di un milione di euro: sostenibile, direi, visto che si tratterebbe di un investimento sul futuro e non di una spesa. Così come, magari attraverso accordi con regione e Ministero, il divieto di chiudere sezioni scolastiche nei luoghi più decentrati, a prescindere dalla corrispondenza del numero di alunni ai termini di legge. Se vogliamo ripartire dopo il Covid costruendo una società migliore e città meno intasate, dobbiamo farlo principalmente dalla scuola e dai servizi diffusi sul territorio. Un laboratorio, uno spazio, una costituente dove si metta in fila un progetto integrato di ripartenza è necessario".

(Rimini) “Sembra che la Giunta Bonaccini sia intenzionata ad avviare una valutazione sulle terapie domiciliari per curare i pazienti Covid, riconsiderando anche trattamenti ritenuti efficaci all’inizio dell’emergenza". Lo rende noto il parlamentare Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna. "La sollecitazione è arrivata dal gruppo Lega e in particolare dal consigliere Daniele Marchetti che ha presentato una risoluzione poi approvata, sostiene Morrone. "Vedremo se alle promesse della Giunta seguiranno i fatti. E se, soprattutto, la sanità regionale saprà rispondere con celerità ed efficacia all’indispensabile revisione dei protocolli finora osservati, alla luce delle evidenze scientifiche registrate in questi mesi. I ritardi e le carenze organizzative e gestionali del sistema sanitario regionale sono evidenti: a un anno dall’inizio della pandemia non ci si può più nascondere dietro l’emergenza".

Il presidente Stefano Bonaccini, "oggi, ha parlato ancora di ‘strette’, di ‘chiusure’ e di ‘numeri preoccupanti’. Meglio avrebbe fatto se in questi mesi avesse pianificato l’incremento dei posti letto e delle Usca, le Unità speciali di continuità assistenziale. E’ dal 2020 che la Lega chiede risposte concrete e non le soluzioni restrittive più facili ma certamente anche disastrose per economia e società. Ci chiediamo cosa significhi la frase di Bonaccini della necessità di una ‘stretta robusta’ per qualche settimana per poi riaprire e non chiudere più. Una promessa già sentita più volte e sempre disattesa. Non ci fidiamo. Bonaccini intraprenda altre strade, è ora di cambiare marcia”, conclude Morrone.

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