30_06_2012 | SANATORIA SPIAGGE E VECCHI CAMPANILISMI. BIAGINI RISPONDE A RICCIONE

Sabato, 30 Giugno 2012

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SANATORIA SPIAGGE E VECCHI CAMPANILISMI. BIAGINI RISPONDE A RICCIONE


Se da Riccione, alle prese nei giorni scorsi con controlli in spiaggia la contestazione a due bagni colpevoli di non aver richiesto le autorizzazioni paesaggistiche per alcuni giochi (più alti di quanto concesso), si tira in ballo Rimini può anche succedere che Rimini accetti di ballare.


«A Riccione la situazione è ben diversa rispetto a Rimini dove non c’è né il piano edilizio né quello ambientale», hanno detto di fronte ai reati contestati ai bagno 117 e 118 gli amministratori della perla verde.


«Abbiamo altro di più serio di cui occuparci», è la risposta dell’assessore riminese al Demanio, Roberto Biagini. «Il demanio marittimo è una materia già di per sé farraginosa e complicata, dove politica e interessi corporativi sono stati ‘in sonno’ per troppi anni e, oggi, sono stati bruscamente risvegliati dall'incubo Bolkestein e di conseguenza le istituzioni hanno l'obbligo di governare tale fenomeno per meglio arrivare preparati alla scadenza del 1 gennaio 2016», spiega.


«Già lo scorso aprile, in piena bagarre sulla sanatoria paesaggistica, abbiamo avuto occasione di chiarire, replicando indirettamente ai colleghi dei comuni limitrofi che peroravano e garantivano la regolarità delle situazioni nei loro territori ("noi non siamo come Rimini"), che i piani dell'arenile di competenza comunale non sanano nulla, ma disciplinano esclusivamente cosa può esserci sull'arenile e svolgono funzioni diverse rispetto al Codice Urbani che invece sanziona penalmente, e non da ieri mattina come qualcuno si vuole auto convincere, chi è sprovvisto di autorizzazione paesaggistica per installare legittimamente proprio quelle strutture che i piani consentono».


Significa, cioè che a Rimini come a «Riccione, Misano, Cattolica e Bellaria» la situazione è la stessa, le regole sono le medesime, «perché poi l'arbitro è sempre lo stesso: l'autorità giudiziaria. Infatti notiamo e osserviamo che proprio in questi giorni il Codice di procedura penale viene applicato uniformemente e che i sequestri vengono effettuati a Rimini come a Riccione, e non potrebbe essere diversamente».


Tutto il resto sono «piccole polemiche di campanile».