NIDI PRIVATI, LISI: “NON POSSIAMO PERMETTERCI DI RINNOVARE LA CONVENZIONE DEL 2007”. INSODDISFATTE LE COMMISSARIE MORETTI E PICCARI
Asili privati. Di fronte a una lista d’attesa lunga 282 bimbi la soluzione per Rimini non sarà quella di rinnovare la convenzione del 2007 con i privati. La decisione definitiva, in realtà, è stata rimbalzata oggi ad un prossimo consiglio comunale, ma la posizione della giunta rispetto alla mozione di due consiglieri del Pdl, Giuliana Moretti e Valeria Piccari, in commissione stamani è abbastanza chiara.
“Non è più il mondo del 2007”, è stata la risposta dell’assessore alle politiche dell'educazione e della famiglia, Gloria Lisi. “La realtà che non possiamo più costruire asili e che non possiamo permetterci con questo bilancio di rinnovare la convenzione del 2007”. Agli asili privati, a fine anno, probabilmente, come è già successo lo scorso anno a convenzione già scaduta, andranno dei contributi straordinari (per il 2011 circa un migliaio di euro a bimbo, contro i 2mila previsti dalla convenzione).
Per i prossimi anni una soluzione alla lista d’attesa potrebbe arrivare dai pge, i piccoli gruppi educativi previsti dalla nuova legge regionale. “Gruppi di sette bambini – spiega l’assessore – seguiti da due educatori, scelti tra professionisti che noi, tra l’altro, abbiamo già formato”. Per mettere su un pge ad un’educatore basterebbe un ambiente di 30metri quadrati. Inghippi alla nascita dei piccoli gruppi potrebbero arrivare dalla necessità o meno del cambio di destinazione d’uso dei locali in questione.
Intanto, in attesa di una direzione più precisa, le consigliere Moretti e Piccari ammettono di essere “un po’ preoccupare perché in realtà non si capisce come si intenda muoversi per risolvere il problema della lista d’attesa”. “Non ci è stata fornita una alternativa concreta risolvere la questione. A noi la realtà educativa offerta dei nidi privati interessa – dice Giuliana Moretti – e non vogliamo che muoia, ma che possa continuare ad offrire servizi e a farlo con una qualità elevata. Ci sono realtà, come per esempio Bologna, dove lo stesso tipo di convenzione da noi caldeggiata è stata rinnovata anche in questo frangente di difficoltà per tutti i Comuni”.
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