ANTHEA, DESTINO CONGELATO DALLA CORTE DEI CONTI. INTANTO QUEST’ANNO LA SOCIETA’ DOVREBBE RINUNCIARE A MEZZO MILIONE
In commissione ieri si pensava di poterci capire qualcosina di più e invece no. Quale sarà il futuro della società in house providing (possedute almeno al 90 per cento da un socio pubblico), in particolare di quella che a Rimini (e Santarcangelo e Bellaria) gestisce il verde pubblico, cioè Anthea, è ancora da definire. “La corte costituzionale ha cambiato tutte le carte in tavola – spiega Carla Franchini (M5S), presidente della seconda commissione consiliare – dichiarando incostituzionale il decreto del 138 2011 (che aveva reintrodotto la possibilità di privatizzare servizi pubblici fatta eccezione per l’idrico). Questo significa che bisognerà vedere come il governo si muoverà rispetto al 95 del 2012 (che ha decretato morte delle società in house providing) in funzione della sentenza”. E’ così che il destino di Anthea, dei suoi dipendenti soprattutto, deve ancora essere scritto (si attendono, in realtà, anche i numeri del controllo di gestione, che nel corso della commissione non sono stati resi noti).
Intanto in bilancio preventivo quest’anno per il verde pubblico il Comune di Rimini ha messo 2,5 milioni, rispetto ai 3 milioni in consuntivo a dicembre 2011. Sembrerebbe mezzo milione di meno, ma bisognerà sempre andare a vedere cosa succederà a fine anno (sai mai qualche 'avanzo').
Anthea ha da parte sua studiato un’ipotesi di risparmio rispetto al budget approvato (3,5 milioni) che attraverso tagli vari (“riduzioni richieste” che vanno dal 18 al 100 per cento, passando per molti 50 su diverse voci) dovrebbe riuscire a riposizionarsi sui 2,7 milioni, dimezzando in particolare il numero degli sfalci per parchi, rotatorie, aree verdi all’interno dei peep, aree fluviali, eliminando le attività di potatura della seconda metà dell’anno e i diserbi delle strade urbane, sospendendo la manutenzione degli stadi in estate, smettendola di andare in giro a sostituire arredi e giochi usurati.
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