FELLINI: FULGOR VIA, FONDAZIONE STOP
Cinema Fulgor, se i ricorsi sono davvero finiti allora si può partire, il Tar ha respinto al richiesta di sospensiva di una delle ditte 'perdenti'. Il Comune di Rimini è pronto a firmare il contratto con l’ati che ha vinto il bando del Valloni (proprietario dell’immobile). Sarà il 28 agosto. Entro il 7 settembre la consegna dei lavori. Poi tre anni, o meglio 2 anni e 8 mesi, durante i quali si dovrà limitare l’impatto del cantiere per la città. Due la fasi dei lavori. A questa prima, strutturale per 6,4 milioni, anzi, 5,8 col ribasso, ne seguirà un’altra di perfezionamento scenografico e tecnico per circa 1,5 milioni.
Il Fulgor, “cantiere attesissimo e motore di sviluppo economico della città”, dice il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi. “La città – dice – sta irrobustendo i suoi investimenti di ‘hardware’. Non è detto che sviluppo sia sinonimo di consumo del suolo. E’ possibile sostituire motori tipicamente immobiliari con motori culturali. Il mondo sta cambiando, siamo di fronte ad una nuova rivoluzione industriale, e questo rende manifesto il fatto che molti settori economici sono destinati a finire, molte attività nei prossimi anni chiuderanno. Tuttavia, noi stiamo creando con il teatro, con la Far e adesso anche con il Fulgor, un centro storico aperto, con dei polmoni pulsanti che producono cultura e che favoriranno lo sviluppo di altre attività commerciali. Voglio dire che, si chiuderà per un verso, ma si potrà riaprire per un altro. Chi non ce la fa nel suo settore può legarsi alla riqualificazione del centro storico”.
Il progetto vagliato dalla soprintendenza è ispirato ai bozzetti del premio Oscar Dante Ferretti e vuole ricreare l’atmosfera di “un cinema anni Cinquanta in stile hollywoodiano”. A piano terra, da corso d’Augusto, attraversando il foyer si accederà alle sale del cinema (una grande da 150 posti in platea e 32 in galleria e la piccola per una cinquantina di poltroncine). Dal lato San Martino gli ingressi per uffici, cineteca e Museo Fellini che si snoderanno anche nel piano ammezzato. Al primo piano la sala grande del museo. Il secondo sarà di servizio a museo e cineteca, anche come archivio.
Il museo. “Sarà – dice il sindaco – ‘tridimensionale’, lavorerà su suggestioni visive e sonore su e abiti di scena. Sarà inserito in un complesso museale integrato che vorrà legare tutti gli spazi del centro storico. Dal Palazzo del podestà all’arengo, la cineteca, la biblioteca, il fulgor, il museo, il complesso degli agostiniani”.
Il cinema. Tre anni, dunque, per riempire un vuoto. “Rimini il collegamento con il cinema ce l'ha nel dna – spiega l’assessore alle politiche culturali, Massimo Pulini – e non è un caso che la città venga identificata con il cinema. Tuttavia, sappiamo di essere nel momento più basso del nostro rapporto col cinema. Mancano gli elementi fondamentali, tipo una sala in centro”. Tentativi per riaprirne nel sono stati fatti, per esempio con il cinema Corso, ma non sono andati in porto. “Sono convinto – va avanti l’assessore – che sia i turisti sia i riminesi abbiano diritto a un luogo dedicato a Federico Fellini. Chi viene in visita a Rimini cerca qualcosa di concreto nei confronti di questa figura strettamente identificata con la città”. Comunque, “incrociando le dita” si parte e non è detto che nel corso dei lavori il cantiere non possa trasformarsi in contenitore “instabile” di suggestioni culturali.
La Fondazione. “La vecchia associazione – spiega il sindaco – sta completando il processo di chiusura. Colgo l’occasione per ringraziare Pier Luigi Celli, ex presidente, adesso all’Enit e che proprio dall’Enit sotto questo aspetto una mano ce la potrebbe dare”. Comunque, dentro al calderone della spending review ci sono dei provvedimenti che regolano il rapporto tra amministrazioni pubbliche e fondazioni, “creando alcuni vincoli. Non si capisce bene se le fondazioni saranno enti funzionali, se l’amministrazione potrà dare all’ente che eroga servizi contributi per quei servizi, servizi che potrebbero essere comunque messi a bando. Bisogna aspettare che questi aspetti vengano chiariti”. Ed è Pulini a far capire che la fondazione potrebbe anche non andare più in porto. Qui la famiglia insorge, Graziano Villa è lì, ma alla sua domanda su se il Comune intenda accettare la proposta della fondazione di acquistare i beni legati al maestro di proprietà del comune la risposta del sindaco è: “Noi ancora non abbiamo ricevuto la proposta”.
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