SCIOPERO DEGLI OMBRELLONI: RIMINI 'CRUMIRA'
"In riviera romagnola ci siamo distinti nelle protesta: gli ombrelloni non li abbiamo chiusi, li abbiamo tolti ieri sera per mostrare come appare la spiaggia nuda. La soddisfazione e' stato vedere che i turisti non si sono lamentati del disagio, ma si sono informati e hanno capito le nostre ragioni": questo il commento di Gian Carlo Cappelli, vice presidente nazionale Sib (sindacato italiano balneari, aderente a Confcommercio), soddisfatto di un risultato andato - dice - ben oltre le aspettative. Unica eccezione e rammarico, Rimini, che - aderendo ad altre sigle - non ha partecipato alla protesta contro le aste delle concessioni demaniali, previste dalla normativa comunitaria a partire dal 2016. Nei bagni - dove gli ombrelloni sono ricomparsi solo dopo le 11 della mattina - sono stati affissi depliant con le motivazioni della protesta. "Su 30.000 stabilimenti balneari in Italia, solo 500-600 non hanno aderito alla protesta- commenta Cappelli - Rimini, che fa la differenza, e' convinta che la soluzione si trovera' in tempi brevi; non ci fidiamo piu' e ci siamo fatti sentire". In Emilia Romagna sono 1.800 gli stabilimenti balneari da Cattolica ai Lidi Ferraresi: in mattinata il litorale e' apparso nella sua veste piu' desolata. "Noi non siamo semplicemente delle attivita' di servizio - spiega ancora Cappelli - siamo delle vere e proprie imprese con tanto di bar, ristoranti, servizio ombraggio: l'Europa, invece di aiutarci, ci affossa dando ad esempio le stesse possibilita' ad un tedesco di concorrere per un bagno a Milano Marittima. Inoltre, riteniamo che la nostra tipologia turistica e' unica sul mercato: e' fatta di cortesia, esperienza... L'ingresso ai bagni non si paga, ma ci sono molti servizi". Per il futuro, non si escludono altre proteste "creative". (Agi)
|