CARIM 2: LE TRE CONDIZIONI DI PASQUINELLI
“Si avvia a soluzione una delle vicende più delicate e complesse che abbiano toccato l’economia riminese, oltreché direttamente gli azionisti, negli ultimi lustri”, così il presidente di Fondazione Carim, Massimo Pasquinelli, commenta la convocazione dell’assemblea straordinaria dei soci Carim del 27 settembre prossimo che porrà fine ai due anni di commissariamento.
“È opinione della Fondazione, in quanto azionista di maggioranza dell’istituto, che la prima condizione sia la rimessa a fuoco della mission strategica della Banca. Nei suoi oltre 170 anni di storia, la Cassa di Risparmio è sempre stata la banca del territorio, punto di riferimento per famiglie, operatori, artigiani, piccoli imprenditori, originariamente vocata a favorire il risparmio come forma di previdenza e di tutela soprattutto dei ceti meno abbienti. Oggi, e in particolare nell’attuale contesto di crisi economica, la Cassa è chiamata a riprendere e reinterpretare questo ruolo chiave, aggiornandolo ed implementandolo con gli strumenti e le modalità disponibili e più efficaci”.
“La seconda condizione è legata alla guida dell’istituto. Ciò che sta a cuore al consiglio di amministrazione della Fondazione è, in via del tutto prioritaria, indicare una squadra forte, in grado – per capacità tecniche e sensibilità istituzionale – di: 1) riavviare il percorso di crescita della Cassa di Risparmio perché, dopo due anni di commissariamento, possa tornare ad essere a pieno titolo la banca di riferimento dell’area riminese; 2) rispondere con responsabilità a clientela ed azionisti. Non può esserci spazio per altre valutazioni”.
“La terza condizione è legata alla necessaria attenzione che tutti gli azionisti – e certo, in primis, la Fondazione – dovranno rivolgere alla Cassa, affinché, pur senza confusioni di ruolo, si possa recuperare un rapporto improntato a chiarezza, trasparenza, fiducia”.
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