URBINATI: LA CGIL NON CREDE AI MIRACOLI. PRONTA LA RISPOSTA DEL SINDACATO ALLA LETTERA DEL MINISTRO FORNERO SU MINI ASPI E RIFORMA
“La Cgil non crede ai miracoli. La mini-ASpI? Purtroppo, per come è delineata nella legge approvata, risente delle stesse connotazioni negative che ricorrono in tutta la riforma del mercato del lavoro”. La segreteria provinciale della Cgil commenta la risposta che il ministro Elsa Fornero ha inviato in risposta a una lettera del sindacato sulla riforma del lavoro.
“Siamo di fronte – spiega il segretario provinciale della Cgil, Graziano Urbinati – a degli interventi che in larga parte contraddicono le stesse intenzioni manifestate dal Governo, cosa che sosteniamo anche per la riforma delle pensioni, per le manovre economiche risultate ampiamente recessive, per le politiche che dovrebbero aiutare i giovani e invece stanno escludendo un’intera generazione dal mondo produttivo: annunci cui non fanno seguito provvedimenti coerenti, bensì di tutt'altro segno”.
In particolare “la mini ASpI, di cui pure condividiamo alcuni aspetti come la possibilità per i giovani di accedervi anche dopo una prima esperienza di lavoro, va detto che gli strumenti scelti, di fatto, penalizzano la condizione dei lavoratori. Si tratta per esempio del dimezzamento dei contributi pensionistici, dell'innalzamento del periodo utile per il diritto (13 settimane sono un periodo più lungo di 78 giorni) e di modalità che, in base a calcoli da noi fatti, non in teoria ma sulle reali retribuzioni, abbassano l'indennità”.
Tra gli aspetti critici anche la decorrenza del nuovo sistema dal 1 gennaio 2013, “senza un percorso di transizione da un sistema all'altro, che rischia addirittura di negare il riconoscimento dell'indennità per la stagione 2012”.
“Uno degli obiettivi è quello di favorire la convenienza del lavoro rispetto al non lavoro; bella frase, condivisibile, ma sarà un’indennità di disoccupazione più bassa a creare posti di lavoro e a sconfiggere il lavoro nero? E' come credere che si realizzerà anche un altro miracolo: far lavorare le persone fino a 70 anni e nel contempo inserire i giovani nel mondo del lavoro”.
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