INFORTUNI SUL LAVORO, GRAZIANI (CISL): BENE LA FLESSIONE, ORA PIU’ INVESTIMENTI PER COORDINARE LE ASL E APPLICARE LA LEGGE NAZIONALE
Nel 2011 gli infortuni sul lavoro in Romagna hanno fatto segnare una flessione.La Cisl adesso scende in campo per chiedere maggiori investimenti sul territorio nel coordinamento dell’azione delle Asl e la piena applicazione della la legislazione nazionale, ancora “‘al palo’ per alcuni aspetti fondamentali, tra i quali: la messa a disposizione dei dati relativi al fenomeno ad aziende e lavoratori; la qualificazione delle aziende che lavorano negli appalti, spesso meno propense ad investire sulla salute e sicurezza dei lavoratori, specie laddove la logica prevalente di assegnazione dei lavori è quella del massimo ribasso”, spiega il segretario regionale Giorgio Graziani.
Gli infortuni sul lavoro sono stati 100mila in Emilia Romagna nel 2011, per la precisione 99mila 713 segnando così una flessione rispetto al 2009 quando sono stati 107mila 647 in linea con la tendenza del 2010 che ne ha fatti registrare 105mila 993. Il dato è stato presentato oggi a Bologna all’audizione che la Commissione del Senato sugli infortuni sul lavoro ha promosso in Prefettura.
“Il decentramento delle competenze nell’ambito della salute e sicurezza del lavoro, ulteriormente rafforzato dalla normativa del 2008, è una scelta irreversibile che può contribuire a ridurre sensibilmente gli infortuni sul lavoro, dando seguito a una tendenza già in corso, solo in parte dovuta all’incidenza della crisi economica”, è il commento di Graziani. Adesso l’obiettivo, fanno notare dalla Cisl, “ per il quale serve l’impegno di tutti è e deve essere quello di raggiungere zero morti ‘bianche’” che sono state 92 nel 2010, 87 nel 2011 e 52 da inizio anno fino a fine agosto (comprese le vittime del sisma).
In aumento in regione anche le malattie professionali denunciate, fatto “strettamente associato all’intensificazione dei ritmi lavorativi”, ma anche alla “sensibilizzazione dei datori di lavoro, dei sindacati, dei lavoratori, dei medici di famiglia e dei patronati, che ha sicuramente dato il via all'emersione di queste malattie, attenuando lo storico fenomeno di sottodenuncia”. Le malattie professionali denunciate in regione sono state quasi 5mila nel 2009, 6mila 415 nel 2010 e 7mila 150 nel 2011. “Per questi motivi, per la Cisl sarebbe un errore rimettere in discussione il ruolo svolto dalla Regione attraverso le Aziende Usl e gli Spsal, in particolare in materia di lavoro, ritenendo questa funzione fondamentale per fare prevenzione. Ma per fare questo è necessario investire maggiormente nel coordinamento sul territorio dell’azione delle AUSL”.
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