Rimini, crisi edilizia. L’Ance ai sindaci:risposte immediate e concrete
Crisi edilizia, l’Ance Rimini, assieme a Cna, Confartigianato, Confcooperative, Legacooperative, chiede “un incontro immediato con tutti i sindaci della provincia, a partire dal capoluogo Rimini, affinché, per potere salvare almeno le aziende ancora esistenti, si adoperino su alcuni interventi specifici, rispetto a quello fatto fino ad ora, con risposte concrete e immediate”.
Alla fine di agosto 2012 le procedure avviate per i fallimenti di imprese del settore edile, sottolinea Ance, erano già 47 e 5 le proposte di concordato per la chiusura preventiva, per un totale di 52. Quasi un terzo delle istanze di fallimento depositate fino a oggi al tribunale di Rimini riguarda il settore edilizio, tra imprese costruttrici e immobiliari. Si presume che il 2012 si chiuderà con un numero di fallimenti superiore al record del 2010, quando ci furono 66 fallimenti e 3 concordati.
A confermare la situazione anche i numeri della Camera di commercio di Rimini, secondo i quali nel primo semestre 2012 le imprese edili che hanno cessato l’attività sono state 308 (+7,3%) contro le 287 dello stesso periodo del 2011. Non va meglio per i lavoratori. Secondo i dati della Cassa mutua edile le aziende iscritte nel periodo aprile-giugno 2012 erano 450 contro le 515 dello stesso periodo del 2011 e le 620 dello stesso trimestre del 2008 (-27,42%). Sono 2.494 i lavoratori iscritti nel 2012 (periodo aprile-giugno) contro i 2.683 del 2011 e i 3.267 del 2008 (- 773 lavoratori pari al - 23,66%).
Gli interventi urgenti e concreti richiesti da Ance riguardano in particolare l’avvio da subito “della rigenerazione urbana e quindi l’autorizzazione di opere necessarie per la riqualificazione del patrimonio urbanistico esistente sia sotto profilo energetico sia sotto quello della sicurezza sismica”. L’Ance invita anche il Comune a “tirare fuori dai cassetti le opere pubbliche già cantierabili” e a “sbloccare tutte le procedure autorizzative relative agli interventi diretti per permettere di investire a chi vuole e ne ha ancora la possibilità di farlo”. Infine, l’Ance invita tutti gli enti locali a “pagare i crediti che le imprese vantano nei confronti delle pubbliche amministrazioni superando, ove possibile, il Patto di Stabilità o utilizzando quanto previsto dai decreti riguardanti la certificazione del credito e ancora a “dare un reale segnale di sburocratizzazione perché gli uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere appesantiti”.
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