Beato Marvelli, il vescovo Lambiasi scrive una lettera ai giovani a nome dell’ “ingegnere della carità”
In occasione della ricorrenza del beato Alberto Marvelli, il vescovo di Rimini, Fracesco Lambiasi, ha consegnato la lettera pastorale 2012, dal titolo ‘Noi non possiamo tacere’, indirizzata a sacerdoti, religiosi e religiosi, operatori pastorali e a tutti i fedeli, stampata in 13mila copie e distribuita in allegato al libretto ‘Ma Tu chi sei?’ gratuitamente.
Il vescovo ha anche pensato ai più giovani ai quali ha consegnato anche un’altra missiva dal titolo ‘Chi semina amore, raccoglie amore e giustizia’, a firma del beato Alberto, in cui ritratteggia la figura di Marvelli attraverso la quarta beatitudine (Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati).
Ai giovani Alberto, alias Francesco, racconta la sua fame di giustizia. “Che meraviglia se la mamma mi vedeva tornare a casa spesso senza giacca, quasi sempre senza scarpe, perché trovavo che c’era sempre qualcuno che ne aveva più bisogno di me? Ecco, perché ogni giorno non potevo stare senza fare la comunione e senza almeno compiere un gesto di solidarietà verso un povero. Se rileggete le parole riportate più su, vedrete che tutto questo per me non era un dovere, ma un bisogno, anzi una necessità. Alt! non pensate che per me la carità era un fare l’elemosina. Era piuttosto una condivisione sincera, sentita, concreta. Il mio vivere per i poveri era un vivere da povero. Ma è stato anche un darmi da fare per rimuovere le cause della miseria: ecco l’impegno politico, che assunsi direttamente nel settembre del ‘44, quando si doveva cominciare a pensare alla ricostruzione dell’Italia e di Rimini dalle macerie materiali e morali”.