(Rimini) Torna per il quinto anno il Dig Festival, rassegna internazionale dedicata al giornalismo investigativo. La manifestazione, che premia le migliori inchieste e i migliori reportage video dell'anno assegnando i Dig Awards, si svolge a Riccione a poche settimane dall'inizio ufficiale dell'estate: dal 30 maggio al 2 giugno. Quattro giorni ricchi di proiezioni, incontri, spettacoli, momenti di formazione e approfondimento, un'occasione per mettere al centro dell'attenzione il mestiere del giornalista, con un occhio alla contemporaneità.
Titolo dell'edizione 2019 è Personal Matters, e le "questioni personali" sono il punto di partenza per una riflessione di ampia portata sul tema dell'informazione. Personale, infatti, è il punto di vista dei reporter che non si accontentano delle versioni ufficiali, e personali sono i rischi che corrono in ogni parte del mondo per scavare alla ricerca della verità, sfidando la censura e gli attacchi della criminalità. Ma personali sono anche i dati sottratti quotidianamente a milioni di persone, secondo pratiche invasive denunciate da reporter e attivisti in inchieste di grande valore pubblico. Attorno a queste riflessioni, Personal Matters (sabato 1 giugno, ore 17): un confronto di livello internazionale moderato da Claudine Blais, caporedattrice dello storico programma canadese Enquête; ospiti James Harkin, direttore del Centro di Giornalismo Investigativo di Londra, Gabi Manuli, deputy director del Global Investigative Journalism Network, e Jeremy Scahill, cofondatore della celebre testata online statunitense The Intercept.
Non solo "questioni personali", ma anche i temi principali dell'attualità intorno ai quali il DIG Festival organizza incontri con i grandi protagonisti del giornalismo italiano e internazionale, in un programma che ha scelto di raccontare il mondo che cambia attraverso le migliori produzioni televisive e video selezionate tra 300 opere in concorso ai DIG Awards.
Organizzato dall'associazione DIG, con il Comune di Riccione e la Regione Emilia-Romagna, il festival si apre giovedì 30 maggio (ore 21, Spazio Tondelli) con la proiezione del docufilm di Alex Winter Panama Papers (2018). A presentare questo lavoro, a cavallo tra reportage e political thriller, sarà il giornalista della Süddeutsche Zeitung Frederik Obermaier, tra i protagonisti dell'inchiesta che ha travolto leader politici e personaggi più e meno noti di ogni continente.
Tra i nomi più attesi di questa quinta edizione c'è quello di Naomi Klein: a lei e ad altri 13 professionisti riconosciuti a livello internazionale spetterà il compito di decretare i vincitori delle 7 categorie di concorso, scegliendoli tra 26 lavori provenienti da ogni parte del mondo. Grande attesa come sempre per la sezione DIG Pitch, riservata ai progettiin fase di sviluppo o pre-produzione. In palio un premio di produzione da 15.000 euro, assegnato al termine di un pitch che mette gli autori a contatto diretto con importanti produttori di tutto il mondo: un format che negli anni passati ha portato alla realizzazione di molte delle inchieste giunte alla selezione finale.
Accanto a tanti reporter, il DIG Festival ospiterà anche artisti e protagonisti del mondo della cultura. Un primo assaggio è offerto dal manifesto di questa edizione, affidato a uno dei più apprezzati street artist italiani, Ericailcane, che ha reinterpretato in chiave personale il simbolo di DIG e del giornalismo d'inchiesta: l'inconfondibile watchdog, il cane da guardia della democrazia.