(Rimini) “Siamo ad oggi l’unica regione che ha già avviato lo screening sierologico”, Così l’assessore per la sanità della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini, presenta la delibera firmata nelle ultime ore dopo il confronto con la medicina del territorio che dà avvio alla possibilità dei test sierologici anche per i cittadini, dietro prescrizione medica e pagamento. “Non possiamo imporre un prezzo virtù del libero mercato ma abbiamo fatto delle proposte”, precisa Donini. Si parla di 25euro per il test rapido, cioè il pungidito in grado di rilevare sia anticorpi igg che igm, e di 25 euro ciascuno per i test ematici (con prelievo venoso) che rilevano separatamente IgC e IgM.Un campione di popolazione sarà testato gratuitamente, e ci sono già 600 imprese pronte e proporre i test su tutti i loro dipendenti. L’obiettivo è “assicurare un’indagine epidemiologica di massa utile per noi per comprendere la diffusione del virus, come ha girato, quali strati della popolazione e fasce territoriali ha insidiato maggiormente”. Di test sierologici, ne sono già stati fatti 87.214, su tutto il territorio regionale e anche nel riminese, rivolti a professionisti della sanità, socio-assistenziali e forze dell’ordine. Sul totale dei test effettuati, il 5,2% è risultato positivo agli igg, il 2,9% agli igm e il 2,1% ad entrambi gli anticorpi. Il successivo tampone ha confermato la positività al 45% di chi era risultato positivo agli igg (2010 persone), al 45% che era risultato positivo agli igm (1.147 persone) e al 61% di chi era risultato positivo ad entrambi gli anticorpi (1.105 persone).
Obiettivo dell’indagine epidemiologica sarà arrivare a testare entro giugno il 10% della popolazione. “Questa settimana si partirà con 100mila test a Piacenza - spiega Donini - ma anche Medicina e Rimini saranno oggetto. Per il riminese ho avuto un colloquio con il direttore della Asl Tonini al quale abbiamo chiesto un piano per l’effettuazione dei test”. Su Rimini i laboratori accreditati sono tre, in totale su tutto il territorio regionale sono 40 e l’obiettivo è che questo numero cresca per garantire a pieno regime un numero di test pari a 4mila al giorno. “Consentiremo ai laborati, dei quali abbiamo dovuto in una prima fase rifiutare l'accredito, di adeguare i propri protocolli e di rifare domanda”, annuncia Donini.
Fondamentale sarà il ruolo dei medici di medicina generale, non solo perché dovranno firmare le prescrizioni, ma anche “perché saranno loro a stabilire di paziente in paziente se prescrivere il test sierologico o il tampone in funzione dei sintomi rilevati o dei contatti stretti”. Cosa succede in caso di positività agli anticorpi? Tutti i positivi al test sierologico, sia privati cittadini sia dipendenti delle aziende che hanno richiesto lo screening, devono fare il tampone naso-faringeo, che sarà a effettuato dalla sanità pubblica o da laboratori privati. Chi risulta positivo al test sierologico dovrà sottostare all’isolamento precauzionale, in attesa del tampone. In particolare, in caso di positività, il direttore sanitario del laboratorio deve avvisare il Dipartimento di Sanità Pubblica della necessità di eseguire il tampone da parte del cittadino o dei risultati del tampone stesso, nel caso il cittadino ritenga di eseguirlo a proprio carico presso il medesimo laboratorio. Al tempo stesso, deve comunicare al cittadino con esito positivo la necessità di contattare il numero telefonico di riferimento per fissare il luogo e il momento nel quale recarsi, con le necessarie protezioni, presso le strutture aziendali per eseguire il tampone e di porsi da subito in isolamento precauzionale a domicilio in attesa dell’appuntamento per l’esecuzione e del risultato del tampone. I risultati dei test sierologici, sia sui privati cittadini che sui dipendenti di aziende, sono trasmessi direttamente dal laboratorio al Servizio di Igiene pubblica e caricati sul sistema Sole e sul Fascicolo sanitario.
Presentando la delibera, l’assessore Donini stabilisce un “primo punto fermo”: il tampone nasofaringeo, “quello che abbiamo fatto fino ad adesso, è il solo e unico strumento che assicura la diagnosi da covid 19, ed è, per quello che ci riguarda, l’oggetto più prezioso. Noi abbiamo di implementare lo strumento. Oggi la media è di 5mila referti al giorno, arriveremo a fine maggio con potenzialità doppia, 10mila al giorno, ma è nostra intenzione promuovere adeguati investimenti affinché arriviamo a 15mila tamponi al giorno durante il periodo estivo, che ci auguriamo sia meno cruento in termini di curva epidemiologica rispetto alle settimane passate”. Ad oggi, spiega Donini, “l’Emilia Romagna ha realizzato oltre 231mila tamponi e questa capacità a fine giugno avremo testato 500mila persone”.