(Rimini) “In classe a settembre, noi ci siamo”. Questo l’obiettivo che “l'amministrazione comunale di Rimini sta portando avanti con grande determinazione, già a partire dalle fasi conclusive dell'attuale anno scolastico. Il nostro punto di partenza è che non dobbiamo creare ulteriori ostacoli a studenti che per sei mesi di fila non sono entrati in classe, e alle loro famiglie che si sono sobbarcate un peso spesso al limite della sostenibilità”, spiega l’assessore ai servizi educativi Mattia Morolli. “Per questo durante il periodo delle video lezioni e della chiusura delle strutture scolastiche non siamo rimasti con le mani in mano, ma abbiamo da subito iniziato a progettare e lavorare, con interventi tuttora in corso, per farci trovare pronti con le classi aperte ed agibili a settembre”.
Pur in un quadro normativo nazionale “non ancora chiaro e dettagliato abbiamo deciso di anticipare alcuni interventi, con sopralluoghi e simulazioni da parte dei nostri tecnici, all'interno degli edifici scolastici di nostra gestione. Alla luce dei pochi parametri trapelati, come quello del metro lineare di distanza da tenere in tutte e quattro le direzioni, abbiamo potuto constatare come parte delle nostre strutture siano potenzialmente già in grado, con qualche accorgimento, di garantire le nuove misure di distanziamento previste. Per le altre valuteremo già da ora, con il dovuto anticipo, le possibili modifiche. La situazione generale, pur nell'incertezza dell'attuale contesto nazionale, appare al momento migliore del previsto”.
L'altro messaggio “che mi interessa lanciare in questo momento è indirizzato invece ai dirigenti scolastici. Con loro abbiamo da subito iniziato una stretta collaborazione che, a partire dal supporto per la concessione e l'utilizzo delle tecnologie informatiche da parte delle famiglie più in difficoltà, si sta ora concentrando sulla predisposizione degli ambienti scolastici per la loro apertura. Da parte nostra c'è la massima disponibilità ad intensificare sin da ora la collaborazione e l'ascolto delle loro preoccupazioni, dei timori e dei bisogni, in maniera tale da poter dare, laddove possibile, un aiuto diretto, coinvolgendo e sollecitando Regione e Governo dove invece le competenze non siano di nostra diretta competenza”.