(Rimini) “Abbiamo accolto con grande soddisfazione lo slittamento dei saldi di fine stagione ad agosto, già richiesto a gran voce da tempo da tutta la categoria. A questa soddisfazione però – spiega Giammaria Zanzini, referente di Federmoda-Confcommercio della provincia di Rimini - fa da contraltare la liberalizzazione sulle promozioni, lasciate aperte temporalmente in deroga alla normativa che prevede che non si possano effettuare nel mese precedente ai saldi, ma soprattutto lasciate senza un tetto massimo sulla percentuale di sconto applicata sui prodotti. Quest’ultimo è un fattore molto importante soprattutto per il commercio di vicinato, che non può permettersi nemmeno di avvicinarsi agli sconti di grandi proporzioni operati già da settimane da grandi brand e dalle catene monomarca, subito pronti a cannibalizzare il mercato. Se le promozioni libere hanno lo scopo di aiutare a ripartire e incentivare agli acquisti dopo il lockdown, andare oltre al 30% di sconto per un piccolo negozio significa rimetterci tutta la marginalità registrando oltretutto notevoli difficoltà nel tenere la concorrenza dei big internazionali, di outlet ed e-commerce. I fatturati in queste prime settimane rimangono molto bassi e la preoccupazione per gli effetti di questa deregulation degli sconti è forte, perché rischia di rivelarsi un boomerang per i negozi di vicinato”
“Consentire le promozioni per dare un impulso al commercio dopo questa emergenza sanitaria ha senso, mentre non credo lo abbia fare una corsa al massimo ribasso per rilanciare il commercio – sottolinea il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino -, soprattutto se guardiamo a quello di prossimità che vede come protagoniste le micro e piccole aziende del territorio, che non possono per loro natura puntare sulla quantità del venduto stando al passo delle grandi strutture di vendita. I costi di gestione di un negozio in sede fissa sono enormi rispetto a chi commercia on-line o a chi alle spalle ha un franchising multinazionale: la locazione, la gestione, il lavoro e la tassazione “made in Italy” impediscono ai nostri commercianti di essere concorrenziali nel gioco al ribasso dei prezzi. In questo senso è auspicabile un correttivo che dia un limite agli sconti concessi durante il periodo, ad esempio del 30%, che sia un incentivo agli acquisti ma che permetta di fare rimanere appetibili anche i saldi di fine stagione. Sostenibilità, cortesia e qualità saranno le parole chiave del futuro del commercio e sarà su questi elementi che si dovrà puntare per un rilancio autentico”.