(Rimini) Un intervento endoscopico senza precedenti è stato effettuato dall’équipe di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva, presso l’Ospedale Infermi di Rimini. L’intervento è stato condotto dal dottor Marco Di Marco, direttore dell’Unità operativa, assistito dalla dott.ssa Maria Luisa Bianchi e dagli infermieri Manuel Marchesciano e Giustino Davide Lapenna, coadiuvato dai colleghi della Chirurgia Pediatrica Veronica Carlini, Francesco Italiano e Simona Straziuso con assistenza anestesiologica della dott.ssa Francesca Masciopinto.
“Il bimbo, seguito dalla U.O. di Chirurgia Pediatrica diretta dal dr. Vincenzo Domenichelli, dove era stato operato alla nascita per atresia esofagea long gap, aveva subìto già due interventi chirurgici per la correzione di tale difetto e presentava una stenosi (chiusura) fibrotica completa dell’esofago medio. Tale condizione – spiega il dottor Di Marco - gli impediva qualsiasi forma di nutrizione orale, possibile solo attraverso il precoce posizionamento di una gastrostomia, procedura che prevede l’inserimento, attraverso la parete addominale, di un tubicino direttamente nello stomaco.”
“Considerando l’età del piccolo – prosegue il medico - ci siamo trovati di fronte ad una situazione decisamente critica e inaspettata, che richiedeva una scelta: interrompere la procedura, inviare il bimbo verso un ulteriore intervento chirurgico ricostruttivo, o tentare una strada particolarmente delicata e complessa, poi effettivamente percorsa, che consisteva nel forare la stenosi in modo da creare una via che ci avrebbe permesso di utilizzare tutti gli accessori di cui disponevamo per procedere con l’intervento. Siamo quindi riusciti a bucare progressivamente la stenosi e ad oltrepassarla con un filo guida su cui abbiamo, successivamente, posizionato un dilatatore a palloncino, comunemente utilizzato dai cardiologi per il trattamento degli infarti con le procedure di angioplastica coronarica. Dopo aver dilatato la stenosi, abbiamo completato il trattamento con il posizionamento di una protesi metallica autoespansibile e rimuovibile, lunga pochi cm e larga appena 6 mm, con l’obiettivo di mantenere la pervietà del viscere appena ottenuta con la dilatazione.La scelta di questa strategia, resa possibile dall’elevato grado di competenza di tutte le équipe coinvolte e dalla notevole esperienza endoscopica maturata nel tempo dall’équipe di gastroenterologia, si è rivelata vincente. I controlli radiologici, ai quali il piccolo paziente si è sottoposto nei giorni e settimane successive all’intervento, mostrano la persistenza della protesi nella sua posizione di rilascio, che le permetterà così nelle prossime settimane di lavorare per il mantenimento della pervietà dell’esofago.”
“L’eccezionalità dell’intervento - sottolineano gli operatori- risiede nella complessità e delicatezza della procedura stessa, effettuata in un così piccolo paziente e con l’utilizzo di accessori comunemente impiegati per l’adulto e riadattati al particolarissimo caso. La vicinanza inoltre rispetto all’area trattata di strutture anatomiche cruciali come l’aorta e la trachea hanno reso l’intervento ancora più delicato. Per quanto di nostra conoscenza, dopo attenta revisione della letteratura scientifica, è la prima volta che un intervento endoscopico di questa portata e con queste caratteristiche è stato compiuto nella nostra Regione, e forse in Italia, almeno nell’ultimo decennio. Il piccolo paziente al momento sta bene, anche se il suo percorso di cura è ancora lungo. Speriamo che questo primo e faticoso step possa rappresentare l’inizio di una strada su cui correre felice, in futuro, insieme ai suoi amici.“