FERROVIE, ADRIATICA SENZA ALTA VELOCITA’ PER ALTRI 20 O 30 ANNI. L’ALLARME DELLA PROVINCIA
“La linea Adriatica non è, e non sarà interessata, per i prossimi 20 o 30 anni dall’arrivo dell’Alta Velocità o dell’Alta Capacità”. La notizia arriva dalla Provincia dove oggi si è fatto il punto sulle infrastrutture e i trasporti, settori in cui il presidente Stefano Vitali e l’assessore Vincenzo Mirra hanno rilevato “uno storico ritardo rispetto al resto del Paese e ancora di più rispetto agli standard europei” rifacendosi al rapporto della Banca d’Italia secondo cui “il gap rispetto al Nord Ovest era più ampio per le reti di trasporto stradale e ferroviario oltre che per gli impianti e le reti energetico - ambientali e per le strutture e le reti per la telefonia e la telematica”.
La situazione non è incoraggiante perché “se prendiamo in considerazione le previsioni di sviluppo delle infrastrutture che nello specifico riguardano l’asse dell’Adriatico si deve constatare come da Bologna in poi non vi siano programmi di investimento e di realizzazione di infrastrutture”. Resta, dunque, la possibilità che i treni ad alta velocità e ad alta capacità arrivino fino a Rimini o ad Ancona, “ma viaggiando sulla rete esistente, con tutte le criticità del caso, rappresentate in primo luogo dalla strozzatura del nodo di Castelbolognese che già oggi fatica a reggere il traffico ferroviario esistente”.
Se, infatti, nel prossimo Piano regionale delle infrastrutture e trasporti (Prit) è previsto il quadruplicamento della linee, proprio per smistare il traffico ferroviario in previsione dell’alta velocità verso la Riviera adriatica, “rimane la questione del quando e delle risorse disponibili a carico di Rete ferroviaria italiana per realizzare l’opera”.
Sulla linee ferroviaria tra Rimini e Ravenna viaggiano poco più di 2500 persone al giorno, un quarto di quanti prendono il filobus tra Rimini e Riccione. “Un segno di una linea secondaria e sottoutilizzata”.
“Potremmo tuttavia essere tacciati di lamentarci, senza tenere conto di ciò che è avvenuto. Possiamo però documentare come dal 2006 ad oggi i collegamenti ferroviari siano stati falcidiati (ricordiamo che con il cambio di orario di dicembre gli Euro Star sono diminuiti da 12 a 7; mentre non ci sono più treni a lunga percorrenza e per e da Milano bisogna necessariamente cambiare a Bologna, tranne che per gli ES; inoltre da Milano dalle 20,30 fino alla 5 non c’è alcune treno per Bologna) nonostante che il numero dei passeggeri sia aumentato in generale in Emilia Romagna (+44%) e che Rimini sia una delle stazioni in cui il traffico passeggeri è cresciuto di più”.
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