CARDIOLOGIA, ACCORDI ITALO-SAMMARINESI: IN UN ANNO 92 CORONOGRAFIE
San Marino – Italia, un anno di collaborazione sanitaria in nome del cuore, ovvero tra i reparti di Cardiologia dell’Ospedale di Stato di San Marino e dell’Ospedale ‘Infermi’ di Rimini: 92 coronografie in 12 mesi.
“Accordi come questo – fa notare Paolo Pasini direttore dell’istituto sanitario di San Marino - ci consentono di risparmiare almeno 200mila euro annui. I nostri rapporti con la sanità italiana stanno crescendo, con Rimini ma anche col resto dell'Area Vasta Romagna. Con Rimini stiamo lavorando ad ulteriori accordi di collaborazione rispetto al territorio dell'Alta Valmarecchia e su specialità specifiche quali ad esempio la nefrologia e dialisi, la pneumologia, la chirurgia vascolare, lo strocke, la terapia del dolore, le malattie infettive”.
Il protocollo è partito il 18 febbraio 2011. Nei primi 12 mesi sono state eseguite 92 coronarografie a pazienti trasferiti dalla Cardiologia della Repubblica di San Marino. Dopo la procedura diagnostica-interventistica l’89 per cento dei pazienti sono stati immediatamente ritrasferiti alla Cardiologia della Repubblica di San Marino in ambulanza (insieme al cardiologo sammarinese presente durante la procedura); gli altri 9 pazienti (11 per cento del totale) sono stati trattenuti in osservazione e monitoraggio clinico (pazienti instabili) nella Terapia intensiva della Cardiologia di Rimini per le successive 24 ore.
La coronarografia è stata indicata per cardiopatia ischemica in 90 casi e in 2 per cardiopatia dilatativa. La sindrome coronarica acuta è risultata in 57 pazienti (66 per cento di quelli sottoposti a coronarografia). L’angioplastica coronarica primaria per infarto miocardico acuto è stata eseguita in 24 pazienti (nel 2010 furono 20 pazienti). I pazienti con infarto o angina pectoris instabile sottoposti ad angioplastica coronarica sono stati 31. Solo su 1, con malattia coronarica (sul totale di 90) è stata posta indicazione alla terapia cardiochirurgia (By-Pass aorto-coronarico). In conclusione la rivascolarizzazione miocardica è stata effettuata nel 66 per cento dei casi mentre il restante 34 per cento dei pazienti ha continuato la terapia medica.
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