(Rimini) Temi lunghi per i tamponi e la relativa refertazione? Dalla Asl ribadiscono che "il numero di tamponi effettuati in Romagna è triplicato negli ultimi mesi, collocandosi attualmente attorno a trentamila a settimana, con punte di oltre seimila tamponi processati al giorno, a seguito dell'aumento molto significativo di casi da verificare. Questo forte incremento, unitamente alla difficoltà, in alcuni momenti, a reperire i reagenti necessari all'esecuzione delle analisi, ha portato ad un rallentamento nei tempi di raccolta e processazione dei tamponi, che non è in alcun modo ascrivibile a "questioni economiche" o a "tagli", come sostenuto tra l'altro dal consigliere comunale Erbetta di Rimini, che non vi sono stati".

Al contrario, l'Azienda "ha investito e continua ad investire risorse per potenziare il servizio. Basti pensare, oltre al già citato incremento dei tamponi, all'assunzione di personale sanitario e tecnico assistenziale aggiuntivo per specifiche necessità collegate all'emergenza epidemiologica; ad oggi sono presenti in azienda oltre 1.240 operatori (di cui oltre 100 medici) con contratti di lavoro attivati per l'emergenza covid. Un certo numero di questi contratti, che era in scadenza a fine anno, è stato prorogato per 36 mesi. A fronte di questo di questo sforzo, l'Azienda si scontra con la scarsità di medici ed operatori sul mercato del lavoro, che ne rende difficile il reperimento, non certo per responsabilità aziendali, tanto che vi è la massima attenzione ad individuare professionisti non appena terminano la necessaria formazione, per assumerli".

Doverosamente chiarito questo quadro di riferimento, "il Dipartimento si muove per priorità, privilegiando i tamponi necessari per il tracciamento (cioè i contatti stretti delle persone positive che emergono dalle indagini epidemiologiche) e le persone sintomatiche. Questo con l'evidente obiettivo di limitare il propagarsi della patologia, pur comprendendo bene il disagio di coloro che vedono tardare di qualche giorno il tampone "di negativizzazione" che serve per essere dichiarati guariti".

In aggiunta a ciò, "in collaborazione col Laboratorio di Pievesestina, si sta predisponendo una differenziazione tra i "classici" tamponi molecolari, da adibire al tracciamento ed ai positivi, e tamponi antigenici, più rapidi, da utilizzarsi per le campagne di screening che vengono periodicamente effettuate (su personale sanitario, strutture per anziani, forze dell'ordine...), e per i tamponi di negativizzazione. Questo dovrebbe riportare i tempi di refertazione a tempi più brevi. Inoltre per aumentare la capacità di "raccolta" dei tamponi, si sta attivando una collaborazione con l'Esercito che già nei prossimi giorni porterà all'apertura di un terzo drive trhu a Riccione. Sono infine già operativi accordi con privati che hanno portato alla processazione, da parte loro, di ulteriori 500 tamponi al giorno, e nel giro di pochi giorni ulteriori accordi consentiranno di processarne altri 2.000".

Sul tema specifico delle scuole, "non si capisce cosa intenda Erbetta con "protocolli sbagliati", in quanto in Romagna vengono applicati i più rigorosi protocolli mirati a contemperare nel modo più equilibrato possibile il diritto alla salute con quello all'istruzione e alla socializzazione dei giovani. Basti pensare, rispondendo con questo anche al consigliere regionale Andrea Liverani, che dal primo settembre per le scuole sono stati effettuati oltre 19.500 tamponi. A ciò si aggiunga, sempre a tutela dei ragazzi e delle loro famiglie, che la Regione Emilia Romagna ha attivato la possibilità, per gli allievi di ogni ordine e grado e per i loro congiunti, di eseguire test sierologici in farmacia, oltre ad aver messo in campo lo screening del personale scolastico prima dell'avvio dell'attività didattica. Attività questa che non risulta effettuata da tutte le Regioni. L'Azienda è comunque sempre a disposizione per fornire corrette informazioni sul proprio operato".

 

(Rimini) "Siamo, purtroppo,  già dentro una seconda pandemia, con dati ed analisi prospettiche sia locali che nazionali che non lasciano presagire un futuro troppo roseo anche in previsione dei mesi invernali e delle relative temperature fredde che non sono certo di aiuto". Partendo da questa constatazione, il consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Nicola Marcello, avanza alcune proposte alla giunta comunale per migliorare il lvoro del tracciamento dei nuovi contagi. "In campo di prevenzione e diagnosi attraverso i tamponi naso-faringei le Forze Armate faranno arrivare nell’immediato il loro contributo con un progetto adeguato, ma  ritengo che nella nostra Città e Provincia esistano delle strutture con personale altamente competente  e specializzato  che possa fornire un valore aggiunto", spiega Marcello. "Mi riferisco al personale specializzato in pratiche inalatorie come quello che opera   presso le strutture termali ed in particolare il “ nostro ” Centro Talassoterapico  di Miramare che potrebbe essere un punto “ Drive Through”di altissima capacità ed efficienza a supporto dei cittadini che necessitano senza interferire minimamente con le altre attività in esso praticate e ridotte a causa dell’osservanza dei vari dpcm ministeriali".   

Come strutture ricettive, in caso di ulteriore necessità di assistenza e ricovero, "credo che, senza voli pindarici di Ospedali Militari da campo o addirittura di navi militari a largo, o ancora peggio delle sedi del PD che qualcuno ha proposto ( in modo scriteriato) , credo che questa amministrazione debba preferire strutture in muratura già esistenti ed in particolare l’ex Caserma Giulio Cesare o il Palas di via della Fiera. In questo modo si creerebbe nella Città sia più  potenziale per i tamponi naso-faringei e per eventuali attività di ricovero dopo aver esaurito tutte le capacità sanitarie pubbliche e private che questa Asl sta già utilizzando ed approntando. Colgo l’occasione per ringraziare questa Giunta per l’attività da me suggerita già dal marzo scorso dei Covid-Hotel ed oggi diventata una pratica ormai nazionale", conclude Marcello.    

         

 

(Rimini) Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi commenta la notizia pubblicata questa mattina sulla stampa locale, secono cui da qualche settimana in alcuni bar della città è negato il servizio ai sanitari.

"Quando a un nostro ragazzo riminese, che fa l’infermiere, viene rifiutato un caffè nella sua pausa lavoro come fosse un infetto; quando lo chiami per dirgli “siamo tutti con te, Rimini è con voi, con medici, personale sanitario; quando gli dici “il caffè ve lo offre la città intera”; quando lui ti risponde, composto e serio, dal suo turno di lavoro di oggi 8-20 “non eravamo eroi ieri, non siamo untori oggi”; quando ti dice “grazie per il caffè”; quando senti una voce così, di un lavoratore, di un infermiere capisci che Rimini è fatta di mani, cuore e testa che si prendono cura di chi ha bisogno. E sai che chi ti rifiuta come un infetto c’è, c’è stato ci sarà, ma non è Rimini, non è la stragrandissima maggioranza di questa città".
 
"Siamo con voi, ancora, oggi e nei prossimi giorni. Con voi medici, infermieri, personale sanitario. Con una pacca sulla spalla. Con un caffè che vi offre l’intera città. E ve lo offriamo noi cittadini, ristoratori, baristi, che pure sono tra le attività che soffrono di più in questo momento. Perché la Rimini vera, che fa la differenza quando tutto è più duro, esiste, e si stringe attorno a chi più ha bisogno. Siano malati o lavoratori. Non si prendono applausi a dirlo, ma da oggi ci saranno pochi giorni per fare la differenza e non finire in zona rossa. Finora in Romagna e Rimini sono curati i malati Covid, si sono garantite cure e operazioni chirurgiche per tutte le patologie. Il rintracciamento dei positivi è tra i più alti in assoluto d’Italia con il 60% di asintomatici rintracciati e isolati in casa. Tutto ciò però non è infinito, non è eterno. E nel contempo è dura per posti di lavoro e imprese".
 
"Questa è la cruda verità, sugli ospedali, la salute. Siamo preoccupati, ma si riusciranno a gestire gli ospedali solo se tutti ci diamo una mano. Non solo con piccoli gesti di solidarietà e comprensione; non solo rifiutando la rabbia; ma vivendo con responsabilità e non come se ‘nulla può accadere’ . Se è vero che le foto di piazze e luoghi strapieni fanno preoccupare, tuttavia la stragrande maggioranza di cittadini si rende conto che gli assembramenti debbano essere evitati, le mascherine indossate. E’ tempo di necessari sacrifici oggi, per scongiurare la zona rossa e il lockdown domani".
 
"Proprio per evitare collassi degli ospedali e zone rosse con chiusure permanenti e danni economici gravissimi, ora si rispettino le misure delle nuove ordinanze. Se si rispettano ne usciamo prima e meglio. Anche per le imprese e i posti di lavoro. C’è finalmente un’inversione di tendenza e stanno cominciando ad arrivare ristori e indennizzi alle imprese, non come nella prima ondata.
E noi Sindaci, e lo sanno le imprese e i lavoratori, sappiamo che questo problema è un nostro problema. E’ un problema della comunità. Incalzeremo il Governo, vigileremo a prescindere da ogni schieramento politico sull’efficacia di indennizzi e cassa integrazione".
 
"Sappiamo che esiste l’abbassare la guardia, che esiste il negazionismo, che esiste la follia. Ma più che i folli, ci devono spaventare coloro che stanno in silenzio, per interesse o timore. E’ questo che fa più male: chi si adegua all’estremismo delle parole, chi preferisce la letale incoscienza della bugia che nega il Covid, del non indossare la mascherina o dell’insulto che assolve da ogni personale responsabilità e trova sempre un responsabile in qualcun altro. In questo vortice voi medici, infermieri, donne e uomini della sanità che il vostro dovere lo fate fino in fondo rischiate di passare come l’elemento da rimuovere dalla quotidianità. ‘Non vi vedo e dunque il Covid non esiste, i morti non esistono, i reparti al collasso non esistono’".
 
"Per Rimini, per me, voi siete ancora i nostri e i miei eroi, cioè uomini e donne che credono nella comunità. E continuate ad esserlo e se possibile è aumentata la nostra, la mia ammirazione nei vostri confronti. Per tutti voi le porte del Comune sono e saranno sempre libere e aperte. E simboleggiano le porte aperte di una città che vi è riconoscente e che non vuole essere identificata in una minoranza che non vede o non vuole vedere il servizio fondamentale che state svolgendo per la nostra comunità e per il suo futuro. Credo, anzi ne sono convinto, che oltre a me, ci sarà la fila di baristi pronti ad offrirvi quel caffè".

(Rimini) Mascherina indossata sempre, fin dal momento in cui si esce di casa. Nei giorni prefestivi e festivi chiuse le medie e grandi aree di vendita, compresi tutti i complessi commerciali, con l’aggiunta, nei festivi, dello stop ad ogni attività di vendita, anche gli esercizi di vicinato (farmacie, parafarmacie, generi alimentari, tabaccherie e edicole le sole eccezioni previste, e rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal DPCM in vigore). Sempre, invece, nei negozi e in qualsia esercizio di vendita potrà entrare un solo componente per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di 14 anni. Niente mercati in area pubblica o privata a meno che non vi siano Piani dei Comuni che prevedano regole di specifiche (perimetrazione, varchi di accesso e uscita distinti, sorveglianza pubblica e privata sull’applicazione delle regole di distanziamento e sicurezza).

E ancora: la consumazione di alimenti e bevande è sempre vietata in area pubblica o aperta al pubblico, mentre dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione può avvenire solo da seduti fuori e dentro i locali, e in posti “regolarmente collocati” (va ricordato che dalle 18 alle 5 di mattina l’attività è sospesa in base all’attuale DPCM del Governo). La vendita con consegna a domicilio è invece sempre consentita e viene “fortemente raccomandata”. L’attività sportiva e motoria dovrà avvenire preferibilmente nelle aree verdi e periferiche, e comunque non si potrà fare nei centri storici delle città e nelle aree affollate, ad esempio le vie e le piazze centrali o i lungomare, rimanendo sempre distanziati. Spetterà naturalmente ai sindaci fissare ulteriori specifiche limitazioni.

Infine, nelle scuole primarie e secondarie di secondo grado vengono sospese le lezioni di ginnastica, di canto e con strumenti a fiato, considerate a rischio elevato. Misura prudenzialmente inserita in attesa di ulteriori indicazioni dal Comitato tecnico scientifico nazionale. L’ordinanza prevede poi che al di là dell’attività di formazione già normata dal Dpcm, tutte le restanti dovranno essere svolte a distanza (esempio: corsi di lingua, di teatro, fotografia, ecc.). Sono le misure previste nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, valida in Emilia-Romagna da sabato 14 novembre e fino al 3 dicembre. Contiene provvedimenti ulteriormente restrittivi, che si aggiungono a quelli nazionali già in vigore sulla base dell’ultimo DPCM del Governo e previsti per le aree in fascia gialla, che hanno l’obiettivo di frenare la diffusione del contagio, a tutela della salute pubblica e per garantire la piena operatività delle strutture sanitarie regionali.

L’ordinanza (il testo integrale lo si trova in allegato) viene presa in accordo con i presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, rispettivamente Luca Zaia e Massimiliano Fedriga, d’intesa con il ministro alla Salute, Roberto Speranza. Per limitare ulteriormente situazioni a rischio, gli spostamenti e, soprattutto, gli assembramenti e la concentrazione di persone che si sono visti anche lo scorso fine settimana. L’ordinanza è stata condivisa anche coi prefetti, per sottolineare la necessità di controlli più stringenti, e conseguenti sanzioni, insieme alle amministrazioni locali.

“Abbiamo davanti un obiettivo che deve essere di tutti: frenare il contagio e invertire la curva della pandemia- afferma il presidente Bonaccini-. E’ la priorità. E possiamo centrarlo rispettando le regole, con senso di responsabilità e senza panico. Servono unità e condivisione, recuperando lo spirito comune che aveva caratterizzato la prima fase dell’emergenza sanitaria, per tutelare la salute delle persone, garantire la possibilità per le strutture sanitarie di garantire servizi di assistenza e cura, non penalizzare in maniera indiscriminata il lavoro, le attività economiche e la scuola. Per questo, insieme ai presidenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, Zaia e Fedriga, due regioni vicine e in fascia gialla come la nostra, abbiamo concordato ordinanze regionali con misure ulteriormente restrittive, per evitare gli assembramenti, situazioni a rischio che non ci possiamo assolutamente permettere, per non favorire la diffusione del contagio. Ogni misura presa, a livello nazionale e regionale, è a tutela della collettività, non ci sono pagelle o colori punitivi o premiali- chiude Bonaccini-, ma solo lo sforzo del Paese di gestire la crisi ed uscirne definitivamente quando sarà disponibile il vaccino chiesto al Governo

Le misure previste

Mascherine obbligatorie sempre non appena fuori di casa. Fuori dall’abitazione, l’uso della mascherina è sempre obbligatorio. Fanno eccezione i bambini con età inferiore a sei anni, i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva e quelli con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina stessa, nonché per coloro che per interagire con questi soggetti si ritrovino nella stessa incompatibilità. Nel caso poi di momentaneo abbassamento della mascherina per consumare cibo o bevande o per il fumo, dovrà in ogni caso essere rispettata la distanza minima di un metro, salvo quanto disposto da protocolli o specifiche previsioni maggiormente restrittive.

Attività sportiva nelle aree verdi, no nei centri storici e nelle aree affollate. E’ consentito svolgere attività sportiva e motoria all’aperto, preferibilmente presso parchi pubblici, aree verdi, rurali e periferiche, se accessibili, rispettando però sempre la distanza di sicurezza interpersonale di almeno 2 metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività. In ogni caso, non sono possibili tali attività nelle strade e nelle piazze del centro storico delle città, né nelle aree solitamente affollate.

Consumazione alimenti e bevande vietata in area pubblica o aperta al pubblico, dalle 15 alle 18 la somministrazione e consumazione solo da seduti fuori e dentro i locali
Dalle 15 alle 18, l’attività di somministrazione di alimenti e bevande può essere svolta esclusivamente con consumazione da seduti sia all’interno che all’esterno dei locali, in posti regolarmente collocati. La consumazione di alimenti e bevande è poi vietata su area pubblica o aperta al pubblico, salvo che, come al punto precedente, seduti in posti regolarmente collocati sia all’interno che all’esterno dei locali.

Nei negozi ed esercizi di vendita una sola persona per nucleo familiare. Negli esercizi di vendita l’accesso è consentito ad una sola persona per nucleo familiare, fatta salva la necessità di accompagnare persone con difficoltà o minori di età inferiore a 14 anni.

Stop ai mercati in assenza di regole precise fissate dai Comuni. E’ vietata l’attività di commercio nella forma del mercato all'aperto su area pubblica o privata se non nei Comuni nei quali sia stato adottato dai sindaci un piano apposito piano, consegnato ai commercianti, che preveda le seguenti condizioni di minima: una perimetrazione nel caso di mercati all'aperto; presenza di un unico varco di accesso separato da quello di uscita; sorveglianza pubblica o privata che verifichi distanze sociali e il rispetto del divieto di assembramento nonché il controllo dell'accesso all'area di vendita; applicazione della scheda relativa al commercio al dettaglio su aree pubbliche contenuta nell’allegato 9 del DPCM del 3 novembre 2020.
Il riferimento è naturalmente ai soli mercati comunali settimanali, essendo ogni altra attività già sospesa.

Grandi e medie strutture di vendita e complessi commerciali chiusi nei prefestivi, nei festivi stop anche a qualsia attività di vendita. Nei giorni prefestivi e festivi, le grandi e medie strutture di vendita, sia con un esercizio unico, sia con più esercizi, comunque collegati, ivi compresi i complessi commerciali, sono chiuse al pubblico, salvo che per la vendita di generi alimentari, le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie e le edicole. Inoltre, nei giorni festivi si aggiunge il divieto di ogni tipo di vendita, anche in esercizi di vicinato, al chiuso o su area pubblica, fatta eccezione per le farmacie, le parafarmacie, le tabaccherie, le edicole e la vendita di generi alimentari. Rimangono aperti gli esercizi di ristorazione pur nei limiti previsti dal DPCM in vigore.

Consegne a domicilio sempre consentite e fortemente raccomandate. La vendita con consegna a domicilio è sempre consentita e fortemente raccomandata.

Scuole, sospese ginnastica, lezioni di canto e strumenti a fiato. Nelle scuole del primo ciclo scolastico (primarie e secondarie di primo grado) sono sospesi i seguenti insegnamento (a rischio elevato): educazione fisica, lezioni di canto e lezioni di strumenti a fiato. Tale misure viene prudenzialmente introdotta nell’attesa di nuove e ulteriori indicazioni da parte del Comitato tecnico scientifico nazionale.

Giovedì, 12 Novembre 2020 12:43

Metromare, collaudo per tre mezzi elettrici

(Rimini) Ulteriore tappa di avvicinamento alla messa in esercizio del servizio Metromare con i mezzi a trazione elettrica: la Provincia di Rimini, di concerto con Start Romagna, ha chiesto a USTIF, l’organo preposto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il collaudo dei tre mezzi arrivati a Rimini, i filobus snodati a trazione elettrica costruiti in Belgio. Si tratta dell’atto propedeutico alla loro immissione in servizio.

Giovedì, 12 Novembre 2020 10:46

12 novembre

Zona gialla con restrizioni | Turismo in flessione | Metromare fino in fiera

Mercoledì, 11 Novembre 2020 16:44

Covid, l'andamento settimanale in Romagna

(Rimini) Al fine di fornire un aggiornamento rispetto all'evoluzione del quadro epidemiologico dell'infezione da covid 19 nel territorio romagnolo, su un arco temporale più significativo rispetto alla situazione di una singola giornata, la Asl rende noti alcuni dati relativi alla settimana dal 2 all'8 novembre si tratta dei casi di residenti diagnosticati sul territorio romagnolo). Nella settimana di riferimento si sono verificate 2.851 positività su un totale di 29.431 tamponi, con una incidenza dunque del 9,7 per cento che, pur aumentando rispetto alla settimana precedente, resta ancora più bassa rispetto all'incidenza nazionale.

Su questo dato si registra, nell'ultima settimana, un aumento in tutti i territori,  con Rimini e Ravenna ancora con dati superiori rispetto a Forlì e Cesena. Differenze significative anche rispetto all'indicatore delle positività su popolazione residente  così come sulle percentuali di asintomatici. E'  anche bene evidenziare che tra le nuove positività nella settimana di riferimento un numero significativo è stato riscontrato in ospiti di Case residenze anziani (soprattutto nel Ravennate), in situazioni cioè confinate, e con pazienti che già si trovavano di fatto isolati al momento della diagnosi. Per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto, nella settimana di riferimento si è verificato un aumento, in questo caso omogeneo tra i vari territori, di malati nei reparti di degenza e anche dei ricoverati nelle terapie intensive, sia in valore assoluto sia in termini percentuali rispetto al totale dei ricoverati (più 1 per cento).

"Come spiegato ieri, sebbene l'incremento di pazienti sul territorio romagnolo sia più contenuto rispetto alla media nazionale, e sebbene la percentuale di asintomatici sia del 44 per cento (1 punto percentuale in più rispetto alla settimana precedente), l'incremento del numero di pazienti ci ha portati ad attivare le misure previste nel terzo livello del nostro Piano dinamico Covid - ribadisce il direttore sanitario dell'Ausl Romagna Mattia Altini -. Dobbiamo essere chiari: non siamo nelle condizioni di non poter ricoverare pazienti: negli ospedali romagnoli il numero complessivo di posti letto è ovviamente superiore ai 529 dedicati al covid riportati nel piano per il livello rosso, ma andare oltre significherebbe limitare di conseguenza il resto dell'attività sanitaria extra - covid, ovviamente per le prestazioni non urgenti, ma sempre con un potenziale rischio per la salute generale della popolazione e con le conseguenze sociali che questo può rappresentare. Questa è una sfida che noi stiamo affrontando, ma che potremo vincere solo se tutti i membri delle nostre comunità ci aiuteranno, mantenendo sempre comportamenti corretti e mettendo in atto le ormai note linee guida. In questo momento è più che mai importante".

(Rimini) Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 78.283 casi di positività, 2.428 in più rispetto a ieri, su un totale di 20.670 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi dell’11,7%. Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, sono 1.292 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 279 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 415 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti.

L’età media dei nuovi positivi di oggi è 46,2 anni.  Su 1.292 asintomatici, 351 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 87 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 6 con gli screening sierologici, 15 tramite i test pre-ricovero. Per 833 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province dell’Emilia-Romagna vede Modena con 599 nuovi casi e Bologna con 527; a seguire Reggio Emilia (275), Ravenna (168), Ferrara (162), Rimini (153), Parma(135), Piacenza (117). Poi Imola (208), Cesena (44) e Forlì (40).

I tamponi effettuati sono stati 20.670, per un totale di 1.784.161. A questi si aggiungono anche 3.964 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 43.891 (2.111 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 41.597 (+2.052 rispetto a ieri), quasi il 95% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 31 nuovi decessi: 8 in provincia di Modena (3 donne - di 77, 78 e 88 anni - e 5 uomini, di 82, 84, 90 anni e due 87enni); 6 a Parma città e provincia (tutti uomini, rispettivamente di 42, 51, 83, 85, 89, 92); 6 in quella di Ravenna (una donna di 92 anni e 5 uomini rispettivamente di 77, 84, 88, 91, 93 anni), 5 in quella di Reggio Emilia (una donna di 91 anni e 4 uomini rispettivamente di 81, 83, 84 e 99 anni), 3 in provincia di Bologna (una donna di 96 anni di Bologna e, nel circondario imolese, un’altra donna di 94 anni e un uomo di 84); 2 nel piacentino (entrambi uomini, rispettivamente di 78 e 88 anni); uno in provincia di Forlì-Cesena (un uomo di 91 anni di Cesena). Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 4.876.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 222 (+7 rispetto a ieri), 2.072 quelli in altri reparti Covid (+52). Sul territorio, i pazienti ricoverati in terapia intensiva sono così distribuiti: 12 a Piacenza (+1 rispetto a ieri), 17 a Parma (-1), 20 a Reggio Emilia (+2 rispetto a ieri), 45 a Modena (+4), 65 a Bologna (invariato), 6  a Imola (invariato), 15 a Ferrara (+2), 13 a Ravenna (+1), 6 a Forlì (invariato), 5 a Cesena (invariato) e 18 a Rimini (-2). Le persone complessivamente guarite salgono a 29.516 (+286 rispetto a ieri). 

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella i cui è stata fatta la diagnosi: 8.765 a Piacenza (+117 rispetto a ieri, di cui 44 sintomatici), 7.340 a Parma (+135, di cui 87 sintomatici), 11.827 a Reggio Emilia (+275, di cui 200 sintomatici), 13.162 a Modena (+599, di cui 314 sintomatici), 15.500 a Bologna (+527, di cui 142 sintomatici), 1.713 casi a Imola (+208, di cui 117 sintomatici), 3.770 a Ferrara (+162, di cui 15 sintomatici), 4.523 a Ravenna (+168, di cui 102 sintomatici), 3.087 a Forlì (+40, di cui 28 sintomatici), 2.399 a Cesena (+44, di cui 35 sintomatici) e 6.197 a Rimini (+153, di cui 52 sintomatici).

(Rimini) Messaggi con indicazioni in tema Covid che sembrano inviati dal presidente della Regione, Stefano Bonaccini, ma che tali non sono. Circolano attraverso le piattaforme di messaggistica, in particolare da ieri su WhatsApp e anche nelle ultime ore, va però precisato che - tranne in un caso in cui viene riportato un suo post - si tratta di messaggi fasulli, che in alcun modo fanno riferimento al presidente della Regione o alla Regione stessa. Per questo, sono già stati segnalati alle autorità competenti per l’individuazione degli autori e responsabili della diffusione. E’ bene ricordare che le comunicazioni del presidente Bonaccini relative a decisioni prese e, più in generale, alla sua attività istituzionale, avvengono solo attraverso i canali ufficiali della Regione o i suoi profili personali. La Regione e lo stesso presidente si rivolgono alle autorità competenti ogni volta vi siano

(Rimini) Consiglio di Amministrazione del Gruppo Hera, presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano, ha approvato oggi all’unanimità la relazione trimestrale consolidata al 30 settembre 2020. La relazione presenta i principali indicatori economici in miglioramento rispetto all’equivalente periodo dello scorso anno, a conferma dell’andamento positivo della multiutility e della solidità dei suoi fondamentali, che le hanno consentito di superare anche gli inevitabili impatti legati all’emergenza sanitaria che ha colpito il Paese. In particolare, tra i principali risultati dei primi nove mesi del 2020 – in linea con la crescita attesa nel Piano industriale al 2023 – si evidenziano un aumento del MOL di oltre 20 milioni di euro e il miglioramento del rapporto PFN/MOL, nonché la continua creazione di valore per gli stakeholder, a partire dagli azionisti a cui sono stati distribuiti come previsto dividendi per oltre 150 milioni di euro. Come di consueto le operazioni di M&A, insieme a una crescita organica sostenuta da efficientamenti e investimenti, hanno rappresentato il principale volano dei risultati del Gruppo. Prima fra tutte, la recente partnership con Ascopiave, consolidata a inizio anno, che attraverso EstEnergy ha dato vita al maggior operatore energy del Nord-Est e ha portato al superamento di oltre 3,3 milioni di clienti complessivi nei settori energetici.

Questi risultati presentano, inoltre, un elevato profilo ESG, con una forte attenzione all’ambiente, alla sostenibilità e alla governance, prevista stabile anche per i prossimi tre anni a valle della riconferma dei vertici aziendali da parte dell’Assemblea dei Soci dello scorso 29 aprile. Un’attenzione emersa con ancora maggiore evidenza proprio nel corso dell’emergenza che ha colpito il Paese: anche nei mesi scorsi, infatti, Hera ha garantito sempre la piena continuità dei servizi e ha introdotto numerose tutele per dipendenti, fornitori e clienti, come le agevolazioni nel pagamento delle bollette. La sostenibilità, del resto, è parte integrante della strategia del Gruppo fin dalla sua nascita, e concorre – al pari di tutti gli indicatori economico-finanziari – alla crescita della multiutility e alla creazione di valore per le comunità locali e i territori gestiti. Allo stesso tempo la solidità del Gruppo e la validità della sua strategia multibusiness, basata su una serie di leve diversificate e bilanciata tra crescita organica e sviluppo per linee esterne, hanno consentito alla multiutility di garantire un’elevata resilienza anche in contesti molto difficili come quello attuale, e di contenere gli effetti della pandemia da Coronavirus su business, situazione finanziaria e performance economiche, come già evidenziato nella relazione trimestrale al 31 marzo 2020 e nella semestrale al 30 giugno 2020.

Ricavi a 4.905,9 milioni di euro. Nei primi nove mesi del 2020, i ricavi sono stati pari a 4.905,9 milioni di euro, rispetto ai 5.063,2 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Su questo risultato hanno inciso soprattutto la riduzione dei ricavi delle attività di trading, produzione e vendita di energia elettrica e gas, il minor prezzo delle commodity, i minori volumi venduti e i servizi di gestione calore e teleriscaldamento. A mitigare questi impatti hanno concorso diversi fattori, tra cui le variazioni di perimetro e l’aumento dei ricavi regolati energy.

Margine operativo lordo (MOL) in crescita a 806,2 milioni di euro. Il margine operativo lordo passa da 785,8 milioni di euro dei primi nove mesi del 2019 a 806,2 milioni di euro del 30 settembre 2020, in rialzo del 2,6%, nonostante gli impatti negativi dovuti al clima mite di quest’anno e all’emergenza Coronavirus. Questa crescita – che abbraccia tutto l’arco dei primi nove mesi del 2020 – è stata ottenuta soprattutto grazie alle performance delle aree energy (gas ed energia elettrica), per effetto della partnership con Ascopiave. Risultati positivi sono stati registrati anche nel ciclo idrico, che ha visto azioni di efficientamento per la resilienza e la sostenibilità, e negli altri servizi, tra cui l’illuminazione pubblica e le telecomunicazioni.

Risultato operativo in crescita a 414,7 milioni di euro. Il risultato operativo sale a 414,7 milioni di euro, rispetto ai 405,5 del 30 settembre 2019, con un rialzo del 2,3%. La gestione finanziaria alla fine dei primi nove mesi del 2020 si attesta a 79,5 milioni, con una variazione di 12,4 milioni rispetto all’analogo periodo dell’anno passato per effetto, da un lato, di minori oneri finanziari e, dall’altro, di maggiori oneri non monetari, connessi per lo più all’operazione con Ascopiave. L’utile prima delle imposte è sostanzialmente stabile a 335,2 milioni di euro.

Utile netto in aumento a 244,7 milioni (+1,1%)
L’utile netto al 30 settembre 2020 cresce a 244,7 milioni di euro (+1,1%) rispetto ai 242 milioni dell’analogo periodo dell’anno precedente, con l’utile di pertinenza degli Azionisti del Gruppo che sale a 233,1 milioni di euro rispetto ai 230,8 milioni al 30 settembre 2019 (+1%). Questi risultati beneficiano anche di un tax rate del 27%, in ulteriore miglioramento rispetto al 28,5% dell’analogo periodo dell’esercizio precedente, grazie in particolare all’impegno del Gruppo nel sostenere significativi investimenti per la trasformazione tecnologica, digitale e ambientale, e per i benefici introdotti con il Decreto Rilancio del Governo.

Investimenti operativi per 333,6 milioni di euro e posizione finanziaria netta stabile. Nel corso dei primi nove mesi del 2020, Hera ha effettuato investimenti operativi per 333,6 milioni di euro, sostanzialmente in linea con gli investimenti dell’anno precedente e con i progetti previsti anche in chiave green nel Piano industriale. Gli investimenti sono stati destinati soprattutto a impianti, reti e infrastrutture, nonché agli adeguamenti normativi in ambito depurativo e fognario e all’installazione massiva dei contatori gas di nuova generazione. Oltre al finanziamento di questi investimenti e al pagamento di dividendi, la positiva generazione di cassa ha consentito di sostenere anche investimenti finanziari, riferiti principalmente all’operazione strategica con Ascopiave e all’acquisto di azioni proprie a seguito delle opportunità di mercato. La solidità patrimoniale del Gruppo è riflessa nella posizione finanziaria netta, che si conferma in linea con i 3.274,2 milioni del 31 dicembre 2019, attestandosi nei primi nove mesi a 3.284,5 milioni di euro, includendo il valore della put di Ascopiave su EstEnergy. Il rapporto PFN/MOL è pari a 2,97x, in miglioramento rispetto al 3,02x a fine 2019.

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