Martedì, 10 Novembre 2020 22:03

Sindaci minacciati, la solidarietà della Lega

(Rimini) "La mia totale solidarietà, anche a nome della Lega Romagna, ai Sindaci di Forlì Gian Luca Zattini, di Rimini Andrea Gnassi, di Ravenna Michele De Pascale e di Modena Gian Carlo Muzzarelli che hanno ricevuto, in queste ore, una lettera con gravi minacce a firma ‘Nuove Brigate Rosse’. Ieri, 9 novembre, una missiva simile per contenuti era stata inviata anche al sindaco di Ferrara, Alan Fabbri. Siamo di fronte a gesti molto gravi su cui mi auguro siano fatte accurate indagini e immediata chiarezza per stroncare sul nascere eventuali attività eversive e per garantire la tranquillità dei nostri territori". Così il Segretario della Lega Romagna, Jacopo Morrone, in una nota.

Martedì, 10 Novembre 2020 22:01

Minacce, la solidarietà della Cgil

(Rimini) La Cgil di Rimini esprime "sostegno e solidarietà al sindaco Andrea Gnassi e agli altri Sindaci dell'Emilia Romagna nei confronti dei quali è stato rivolta una gravissima intimidazione la cui natura dovrà essere indagata dalla Magistratura. E' inaccettabile che forze oscure tornino a riemergere tentando di minare con minacce violente la libertà e la convivenza pacifica dei cittadini e dei loro rappresentanti istituzionali".

(Rimini) "Le minacce ricevute dai sindaci di Ravenna, Rimini, Forlì e Ferrara sono totalmente inaccettabili. Come Cisl Romagna esprimiamo solidarietà e vicinanza ai sindaci, che in una situazione economica e sociale difficile stanno cercando in tutti i modi di aiutare i loro concittadini. E’ da condannare ogni attacco alle fondamenta democratiche delle nostre Istituzioni, che ci riportano pericolosamente indietro nel tempo. Ora come allora il nostro Paese va difeso insieme, con ritrovata unità, respingendo ogni vile attacco" è il commento della Cisl Romagna alla notizia delle minacce ricevute dai sindaci dei capoluoghi romagnoli.

Martedì, 10 Novembre 2020 21:50

San Patrignano: di droga si continua a morire

(Rimini) "Di droga si continua a morire". Da San Patrignano arriva il commento alla Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia anno 2020 (dati 2019). "Questa la realtà italiana che già conoscevamo, ma che ci è balzata agli occhi ad una prima lettura della Relazione. La cocaina è ormai la droga più diffusa, ma assistiamo anche a un preoccupante abbassamento del prezzo dell’eroina. Non a caso sono in crescita i casi di overdose, non solo dovuti agli oppiacei, ma anche alla polvere bianca, senza contare che per un terzo delle overdose la sostanza responsabile dell’evento rimane “imprecisata”, probabilmente a causa di quella poliassunzione diventata ormai un classico fra chi utilizza sostanze".

"Ci preoccupa però vedere come siano in crescita i ricoveri ospedalieri droga correlati, in particolare tra i giovani e gli adulti under 45, dovuti non solo alla cocaina, ma anche alla cannabis. Se per quest’ultima l’aumento potrebbe essere dovuto al maggior principio attivo contenuto nella sostanza, per entrambe sicuramente è dato dal continuo sdoganamento, banalizzazione e accettazione dell’uso della sostanze nella nostra società. Servirebbe da parte di tutti un maggiore senso di responsabilità quando si parla di sostanze stupefacenti, senza minimizzare il loro effetto".

"Leggiamo infine che restano stabili i consumi fra gli studenti a seguito anche delle tante attività di prevenzione realizzate in tutta Italia. Non possiamo non essere contenti del dato, anche se ci riserviamo di analizzare meglio quali siano le attività di prevenzione effettivamente sostenute dal Governo avendo visto con soddisfazione il primo bando dopo anni di assenza, pubblicato solo nella seconda metà del 2020, ma ancora da approvare e destinare".

Martedì, 10 Novembre 2020 21:48

Minacce a Gnassi, la solidarietà di Petitti

(Rimini) "La mia solidarietà al Sindaco di Rimini Andrea Gnassi, tra i sindaci destinatari di una lettera contenente minacce e folli accuse firmata dalle 'Nuove Brigate Rosse'. Un fatto molto grave, da condannare con fermezza, che rappresenta un'offesa a tutta la nostra comunità. Un abbraccio ad Andrea, che sono certa non si farà intimidire da tali parole, ma continuerà a lavorare con impegno e abnegazione". E' il messagio del presidente dell'assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna Emma Petitti.

(Rimini) "Basta con la strategia della confusione". Il sindaco di Riccione  Renata Tosi chiede chiarezza sulla strategia anticovid. "Basta gettare fumo negli occhi ai cittadini sapendo già quali sono le misure inevitabili da adottare, ma che non si ha il coraggio di prendere. Da domani 5 Regioni in base ai parametri sanitari adottati dal Governo saranno nella fascia arancione. Abbiamo tirato un sospiro di sollievo perché l'Emilia Romagna rimaneva, dopo il report del Governo di martedì, ancora classificata gialla, ignari del fatto che quel sollievo era solo un mantenere sedata la situazione. Prendere tempo affinché i portatori d'acqua preparassero il terreno per la nuova stretta. Insomma, come si fa con i bambini, li si porta a buttare giù la medicina amara alternando sollievo per le misure evitate con raccomandazioni di fare i bravi. Se si chiudono i centri commerciali le vie dello shopping si affolleranno di più. Difficile prevederlo? Non credo proprio. Credo invece che la confusione oggi serva a far capire che qualcosa arriverà ma non si sa cosa, così quando la stretta arriva la si prende come inevitabile. Non va bene questo modo di procedere perché in 48 ore non servivano le foto dei centri storici affollati per far capire che gli ospedali della Romagna rischiano. Mi rivolgo al presidente Bonaccini, se una stretta ci deve essere per salvare le vite, non si senta solo in questa decisione. Credo che ai cittadini oggi servono parole certe: se si deve chiudere, bisogna saperlo con i modi e i tempi giusti. Oggi nella riunione tra i sindaci in prefettura si è parlato  ancora una volta di un appello unitario della Romagna al rispetto dei protocolli, sapendo però che c'erano all'orizzonte regole più rigide. Basta col confondere le idee ai cittadini. Hanno bisogno di parole chiare, perché non si può passare dalla strategia dell'emergenza perenne alla strategia della confusione. E aggiungo, non è certo questo il modo di evitare il confronto con la comunità, con gli imprenditori, con le famiglie. Tutti loro meritano chiarezza, rispetto e programmazione. A questo punto, come sindaco di Riccione farò chiarezza con gli imprenditori convocando le categorie della città. Con la loro collaborazione chiederò ancora una volta un aiuto in merito al rispetto delle attuali regole e di quelle che la Regione deciderà con uno scopo però: non più sacrifici a fondo perduto. E cioè programmare la ripresa che per noi può arrivare già con le festività di Natale. Per il nostro sistema  economico le feste di Natale sono un periodo che può far lavorare e garantire i mesi invernali più duri". 

"Concludo volendo manifestare la mia solidarietà al sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, oggetto di minacce. In questo momento il mio pensiero e quello della mia amministrazione va a lui perché simili fatti non dovrebbero agitare ancora di più un momento storico così difficile per tutti noi.   

(Rimini) Dai dati condivisi dall’azienda sanitaria locale nel corso del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ieri e oggi in prefettura “è emerso chiaramente un trend in crescita dei casi positivi in tutta la Romagna”, conferma la nota stampa della prefettura, “con la provincia di Rimini che si è attestata nella giornata di ieri sui 253 casi (a fronte, ad esempio dei 151 di appena quattro prima, ossia con un incremento superiore alle cento unità) e con conseguenti ripercussioni che fanno definire “seria” la situazione in atto, atteso, peraltro, che la media dei contatti di ogni positivo è di circa una decina di persone”.

In tale quadro, “Rimini si caratterizza per la più alta quota parte di asintomatici corrispondente a circa il 56% dei positivi (a fronte del 48% regionale), con il 19% dei tamponi positivi rispetto al 17% della Romagna”. Pur essendo la Romagna in condizioni meno gravi rispetto all’area dell’Emilia, “si è evidenziata la necessità di guardare all’evoluzione del fenomeno epidemiologico su questo territorio anche nella prospettiva di ulteriori restrizioni”.

“Tutti i sindaci hanno concordato, pertanto, di esprimere un forte richiamo per i cittadini al senso di responsabilità che deve impegnare ciascuno a comportamenti individuali di assoluto rigore e tali da scongiurare di essere gravemente nocivi per l’intera comunità”. Il messaggio unitario forte “proviene da tutti i primi cittadini, i quali condividono la constatazione che uno dei maggiori veicoli di diffusione del contagio è rappresentato dalla mobilità delle persone anche all’interno dei centri urbani”. 

Su tale presupposto, in particolare nei centri a più alta densità di flussi di persone, “non si esclude la possibilità – ove si confermi un trend in aumento – di chiusura di singole piazze e/o strade particolarmente interessate dal menzionato fenomeno”. L’adozione di tali determinazioni potrebbe rendersi, infatti, “necessaria anche per salvaguardare l’attività sanitaria globale che garantisce la cura e gli interventi per tutte le altre patologie che l’Asl Romagna attualmente assicura con continuità”. Sono, infatti, 529 i posti Covid per l’intera Romagna e di essi sono già 450 quelli che alle ore 8 di stamattina risultano essere occupati.

Sul versante della somministrazione dei tamponi, si è poi dato atto della rilevante iniziativa di poter disporre “a regime” sul territorio della provincia di ben quattro “drive through”, dei quali due a Rimini e uno a Novafeltria già attivi ed un altro di imminente attivazione a Riccione, che si avvarrà del concorso di personale sanitario dell’Esercito Italiano nell’ambito dell’operazione “Igea”.

Gli intervenuti hanno “concordato sull’esigenza di adottare comuni ed omogenee linee di intervento ai fini della prevenzione e del contrasto al diffondersi del Covid-19, coinvolgendo la più ampia area territoriale possibile”.

(Rimini)  Dall’inizio dell’epidemia da Coronavirus, in Emilia-Romagna si sono registrati 75.855casi di positività, 2.430 in più rispetto a ieri, su un totale di 22.539 tamponi eseguiti nelle ultime 24 ore. Questo dato comprende i 100 casi riferiti a ieri e relativi a Ferrara, non contabilizzati a causa di un problema al sistema informatico (come riportato nel bollettino di ieri). La percentuale dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è oggi del 10,8%, in netto calo rispetto a ieri (16,2%).

Prosegue l’attività di controllo e prevenzione: dei nuovi contagiati, sono 829 gli asintomatici individuati nell’ambito delle attività di contact tracing e screening regionali. Complessivamente, tra i nuovi positivi 337 persone erano già in isolamento al momento dell’esecuzione del tampone e 430 sono state individuate nell’ambito di focolai già noti. L’età media dei nuovi positivi di oggi è 45,6 anni. 

Su 1.251 asintomatici, 421 sono stati individuati grazie all’attività di contact tracing, 59 attraverso i test per le categorie a rischio introdotti dalla Regione, 15 con gli screening sierologici, 11 tramite i test pre-ricovero. Per 745 casi è ancora in corso l’indagine epidemiologica. La situazione dei contagi nelle province dell’Emilia-Romagna vede Modena con 638 nuovi casi; a seguire Bologna (284), poi Reggio Emilia (282), Ferrara (229, di cui 100 riferiti al giorno precedente), Rimini (212), Ravenna (182), Piacenza (153), Parma (148), il circondario di Imola (115), Cesena (100) e Forlì (87).

I tamponi effettuati sono stati 22.539, per un totale di 1.763.487. A questi si aggiungono anche 3.718 test sierologici. I casi attivi, cioè il numero di malati effettivi, a oggi sono 41.780 (2.157 in più di ieri). Di questi, le persone in isolamento a casa, ovvero quelle con sintomi lievi che non richiedono cure ospedaliere o risultano prive di sintomi, sono complessivamente 39.545 (+2.065 rispetto a ieri), quasi il 95% del totale dei casi attivi.

Purtroppo, si registrano 21 nuovi decessi: 9 in provincia di Modena, e precisamente una donna di 87 anni e 8 uomini (63, 78, 79, 80, 82, 89 e due 87enni). Cinque i decessi tra Parma città e provincia(una donna di 80 anni e quattro uomini, di cui due 74enni e gli altri di 87 e 90 anni); 3 in provincia di Piacenza (una donna di 92 anni e due uomini, rispettivamente di 78 e 90 anni);2 in quella di Ferrara (una donna e un uomo, rispettivamente di 95 e 82 anni), uno a Bologna nell’imolese (una donna di 93 anni) e uno in provincia di Forlì-Cesena (Cesenatico, una donna di 89 anni). Dall’inizio dell’epidemia di Coronavirus, in Emilia-Romagna i decessi sono complessivamente 4.845.

I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 215 (+11 rispetto a ieri), 2.020 quelli in altri reparti Covid (+81).   ul territorio, le  persone ricoverate in terapia intensiva sono così distribuite: 11 a Piacenza (-2 rispetto a ieri), 18 a Parma (-2), 18 a Reggio Emilia (+1 rispetto a ieri), 41 a Modena (+4), 65 a Bologna (+2), 6  a Imola (+1), 13 a Ferrara (invariato), 12 a Ravenna (invariato), 6 a Forlì (+3), 5 a Cesena (+1) e 20 a Rimini (+3). Le persone complessivamente guarite salgono a 29.230 (+252 rispetto a ieri, di cui 30 a Rimini). 

Questi i casi di positività sul territorio dall’inizio dell’epidemia, che si riferiscono non alla provincia di residenza, ma a quella i cui è stata fatta la diagnosi: 8.648 a Piacenza (+153 rispetto a ieri, di cui 49 sintomatici), 7.205 a Parma (+148, di cui 95 sintomatici), 11.552 a Reggio Emilia (+282, di cui 239 sintomatici), 12.563 a Modena (+638, di cui 285 sintomatici), 14.973 a Bologna (+284, di cui 102 sintomatici), 1.505 casi a Imola (+115, di cui 73 sintomatici), 3.608 a Ferrara (+229, di cui 21 sintomatici), 4.355 a Ravenna (+182, di cui 105 sintomatici), 3.047 a Forlì (+87, di cui 61 sintomatici), 2.355 a Cesena (+100, di cui 67 sintomatici) e 6.044 a Rimini (+212, di cui 82 sintomatici).

(Rimini) Insulti sessisti e razzisti contro il vicesindaco Gloria Lisi: sale a sei il numero dei diffamatori pentiti. “L’ultima lettera di scuse mi è arrivata proprio qualche minuto fa – spiega Gloria Lisi - devo ancora andare dal mio avvocato per scoprire di chi si tratta e decidere a quale associazione indirizzare quanto riceverò a titolo di risarcimento”. 

Parliamo degli haters che hanno, in diversi casi e a più riprese, ricoperto di insulti sessisti e razzisti il Vicesindaco di Rimini semplicemente per aver condiviso link o creato post di solidarietà e vicinanza a rifugiati o extracomunitari. La portata degli insulti a sfondo sessuale e razziale non poteva essere elusa e la Lisi ha annunciato pubblicamente che avrebbe denunciato tutti gli autori delle offese. E così ha fatto, con l’aiuto dell’avvocato Maurizio Ghinelli. Gloria Lisi non chiede nessun risarcimento o onorario per lei e il suo avvocato e ha deciso di devolvere quanto ricevuto a titolo risarcitorio in beneficenza. Una sorta di nemesi, visto che i bonifici vanno, tra gli altri, a favore di associazioni che, a vario titolo, si occupano di sostegno e inclusione ad immigrati e rifugiati.

Al momento sono sei le lettere di scuse arrivate alla Lisi, con altrettanti bonifici a titolo risarcitorio - per il valore complessivo di circa duemila euro – tutti devoluti dalla Lisi, come già detto, in beneficenza, attraverso sette bonifici ad altrettante realtà sociali e del territorio. I primi due bonifici arrivano dallo stesso hater e risale al luglio 2019. La Lisi infatti fa indirizzare il primo, 100 euro, sul conto corrente del della ONG Sea Watch e l’altro sempre di 100 euro in favore della ONG Mediterranea-Saving-Humans. Parliamo degli insulti ricevuti dopo che la Lisi, con un post sulla sua pagina face book, aveva difeso Emma Morrone, pubblicando la vicenda che ha visto la cantante offesa da un leghista dopo aver detto che vanno aperti i porti ai migranti. (“Aprite i porti? Apri tu le cosce e fatti pagare”) e anche su di lei piovono offese dello stesso tenore.

Gli altri bonifici fanno parte invece del risarcimento per un’altra vicenda. Poco dop La Lisi è diventata infatti oggetto di pesanti attacchi di iscritti e simpatizzanti di Forza Nuova, per aver portato la solidarietà dell’Amministrazione a Emmanuel Nnumani, un giovane migrante nigeriano, gravemente ferito da uno squilibrato che lo aveva prima accoltellato davanti ad un minimarket di viale Trento Trieste, quindi lo aveva investito dopo un breve inseguimento. Fatti avvenuti la sera del 22 marzo del 2017. La Lisi aveva sporto denuncia contro 17 persone - tra le quali diversi esponenti e militanti di Forza Nuova - per diffamazione a mezzo internet. Sostenuta dal Comune, che aveva subito chiesto e ottenuto di oscurare le pagine in questione.

È una donna, la prima imputata del processo che vede seduti sul banco del tribunale di Rimini iscritti e “simpatizzanti” di Forza Nuova, chiamati a rispondere del reato di diffamazione aggravata contro la vice sindaca e assessora ai Servizi sociali Gloria Lisi, a chiudere la sua partita con la giustizia. L’avvocato Maurizio Ghinelli, infatti, legale della Lisi, ha immediatamente rimesso la querela, dopo una lettera «con scuse vere» e un assegno «subito girato da Gloria Lisi all’associazione Arcobaleno che tiene corsi di italiano per stranieri».

Arrivano altre scuse e, insieme al risarcimento, anche il quarto bonifico e quinto bonifico di Gloria Lisi. Il primo viene inviato all’Istituto Oncologico Romagnolo, lo Ior di rimini, mentre il secondo all’associazione Crisalide, che opera sul territorio di Rimini a sostegno delle donne operate di tumore al seno. Sono di questi giorni il sesto e settimo bonifico, devoluto dalla Lisi all’associazione sportiva “Club Scherma Ariminum” e in parte alla medicina d’urgenza, con una donazione di fiori a quegli eroi di tutti i giorni che stanno lottando in prima linea contro il Covid nei pronto soccorso, nei drive through, negli uffici di igiene pubblica, dove giorno dopo giorno sono alle prese con tamponi. Fino alla sesta lettera di scuse, arrivata all’avvocato Ghinelli proprio in queste ore e ancora da verificare.

“Ho pensato a lungo e non senza sofferenza – spiega Gloria Lisi – alla necessità o meno di andare fino in fondo. Poi mi sono convinta che dovevo dare un segnale forte a tutti, anche e soprattutto a quelle donne che subiscono la mia sorte e non hanno la possibilità o il coraggio di opporsi. Penso in particolare alle nostre figlie, alle più giovani vittime del cyber bullismo che, per paura, a volte si tengono tutto dentro e non denunciano. Non dobbiamo avere paura di reagire e denunciare pubblicamente, perché chi si nasconde dietro uno pseudonimo ha paura soprattutto di questo. E’ questo il messaggio che vorrei arrivasse forte. Non sto facendo questo per un interesse personale, ma perché denunciare è semplicemente giusto, perché non possiamo darla vinta a questi diffamatori, ma dobbiamo fidarci delle Istituzioni che, come in questi casi, hanno dimostrato di agire bene, in difesa delle persone offese. Anche grazie al loro lavoro è stato possibile trasformare un gesto di odio, in un atto d’amore, verso associazioni che ogni giorno danno un contributo enorme alla propria comunità. Il mio ringraziamento va infine all’avvocato Ghinelli che mi sta affiancando non solo professionalmente ma anche umanamente, condividendo con me il valore etico e morale di queste azioni”.

(Rimini) "Bisogna avere il coraggio di dirlo: l'Emilia Romagna è in zona gialla ma così non va". Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi interviene sull'andamento dell'epidemia. "Il timore chiaro, che vivono in particolare sulla pelle medici e personale sanitario, è che il colore giallo venga inteso come uno scampato pericolo, un altro sospiro di sollievo da tirare. La conferma della zona gialla è un riconoscimento al lavoro straordinario che stanno facendo medici, infermieri, il personale sanitario. Comuni e sindaci sono impegnati 24 ore su 24 nelle unità di crisi, per sostenere e affiancare la nostra sanità, le persone colpite e in difficoltà, ormai in migliaia tra chi è in quarantena e chi ha problemi di lavoro. Lo dico esplicitamente: sono seriamente preoccupato che il codice giallo venga percepito come un messaggio per abbassare la guardia. Un ragionamento distorto e pericoloso. I numeri forniti dalla Direzione generale dell'Ausl Romagna ci dicono invece che stiamo entrando nella fase critica dei posti letto e delle cure, anzi già ci siamo. Su 529 posti letto Covid in Romagna quelli già occupati si avvicinano a cinquecento. Se si supera questa quota cominceranno a saltare le prestazione sanitarie per altri malati e patologie. Fin qui è stato evitato. Ognuno pensi che un famigliare, un amico, un conoscente o chiunque altro domani abbia bisogno di una cura, Covid o non Covid, e potrebbe trovarsi a non averla. Questa è la partita, ora. E' duro, brutto, impopolare, ma è la verità".

Chiedere "comportamenti responsabili, di non concentrarsi nelle strade, nelle piazze o in qualunque altro luogo, serve per non far collassare ospedali, per salvaguardare e non per opprimere. Salute e imprese, con maggiori restrizioni, si vedrebbero ancora più chiuse. C'è un lampante trend di crescita di casi in tutta la Romagna che fanno definire seria  la situazione corrente. Deve essere chiaro che bisogna guardare all'evoluzione epidemiologica della regione, della Romagna, del nostro territorio anche nella prospettiva di ulteriori restrizioni".

Sul fronte sanitario "stiamo tenendo ma su quello sociale meno. In tutta Italia, provincia di Rimini compresa. Quanto accade anche nelle nostre città durante il fine settimana fa arrabbiare e testimonia chiaramente come sia finito alle ortiche lo spirito comunitario dei mesi primaverili del lockdown. Il Covid non pare più un problema collettivo ma del singolo che viene contagiato o va in ospedale. Non è questione di consigli paternalistici ma di guardare in faccia alla realtà con durezza: se continuano gli assembramenti, se non si usano neanche i più elementari sistemi di protezione individuale, se continueremo a mettere avanti l'io al noi, il sistema sanitario collasserà e il lockdown generale sarebbe lo sbocco certo, aggiungendo al dramma sanitario il baratro economico. Attenzione, il clima è pesante. La pesante incertezza di centinaia di migliaia di imprese, la preoccupazione di milioni di lavoratori per il loro futuro, si mischia a strumentalizzazioni politiche e a infiltrazioni di frange violente. E vere e proprie allucinanti minacce. Ieri, anche a me, come ad altri sindaci della regione, è arrivata la lettera firmata 'Le nuove Brigate Rosse' in cui si lanciano folli accuse e ancora più folli promesse di atti violenti verso le nostre comunità. Ho segnalato il fatto all'autorità competente ma il clima è brutto, molto brutto, e confuso. Serve un eccezionale senso di responsabilità in ogni componente della società italiana: Governo e Istituzioni garantendo ossigeno alle imprese in difficoltà e sostenendo in ogni modo gli sforzi della sanità, Comuni e territori spalancando ancora di più le loro porte a chi ne ha bisogno, cittadini con i loro comportamenti rispetti della sicurezza. Solo tutti assieme possiamo evitare di finire nel baratro, paradossalmente nello stesso momento in cui quella del vaccino diventa una realtà concreta e non una semplice speranza".

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