Morti sospette al canile, Erbetta chiede chiarimenti
(Rimini) Due cani apparentemente sani sono morti nel giro di poco tempo al canile di Rimini. Le associazioni DnA, Enpa, Anpana e Animal Freedom hanno interpellato il giorno 11 luglio il Sindaco Andrea Gnassi, l’Assessore Jamil Sadegholvaad, il dottor Roberto Angelini (Ausl) e la dottoressa Roberta Mazza per avere chiarimenti ma a quanto è dato sapere senza grosso successo, rende noto il consigliere comunale Mario Erbetta.
“Leone era un pitbull di tre anni, entrato in canile il 5 marzo come rinuncia di proprietà e qui deceduto il 29 dello stesso mese. Secondo il proprietario non aveva problemi di salute, ma comunque non risulta essere stata fatta nessuna autopsia. Giotto invece era un maremmano, anche lui giovane, anche lui rinuncia di proprietà perché aggressivo: entrato in canile il 3 luglio dopo essere stato sedato con una pistola narcotizzante, è stato immediatamente sottoposto a intervento di sterilizzazione e alloggiato poi in un box esterno, dove è stato trovato morto il 5 luglio. Due cani apparentemente sani, giovani, ritenuti dai proprietari “aggressivi” e per questo motivo entrati in canile, sottoposti quasi immediatamente a interventi chirurgici, morti a pochi giorni dal loro ingresso in struttura”, racconta Erbetta che chiede all’amministrazione chiarimenti sulle modalità di cattura dei cani.
Musica nuda al Verucchio music fest
(Rimini) La XXXV edizione del Verucchio Music Festival con la direzione artistica curata da Ponderosa Music & Arts, con i concerti ospitati come di consueto nella suggestiva location del Sagrato della Chiesa Collegiata, ospita venerdì 19 luglio Musica Nuda, il duo musicale composto dalla cantante Petra Magoni e dal contrabbassista Ferruccio Spinetti, nato per un incontro fortuito con Spinetti, già contrabbassista degli Avion Travel, che sostituì all'ultimo momento il chitarrista che doveva accompagnare Petra in un mini-tour in alcuni club della Toscana. Nasce così nel 2003 una collaborazione proficua e stimolante concretizzatasi in numerose registrazioni e tantissimi concerti in Italia e all'estero.
In quindici anni di intensa attività concertistica in tutto il mondo, Musica Nuda ha collezionato riconoscimenti prestigiosi vantando nel proprio palmarès la "Targa Tenco 2006" nella categoria interpreti, il premio per "Miglior Tour" al Mei di Faenza 2006 e "Les quatre clés de Télérama" in Francia nel 2007. Nel corso degli anni, Ferruccio e Petra hanno portato il loro progetto in giro per il mondo, riuscendo a raggiungere anche spazi prestigiosi tra cui l'Olympia di Parigi, l'Hermitage di San Pietroburgo. Inoltre, sono stati ospiti del Tanz Wuppertal Festival di Pina Bausch e, sempre in Germania, hanno aperto i concerti di Al Jarreau. Nel marzo 2014 sono stati gli unici ospiti musicali della "Giornata Mondiale del Teatro" che si è celebrata all'interno del Senato della Repubblica, alla presenza del Presidente Pietro Grasso. Nel 2015 e 2016, il "Little Wonder Tour" ha ottenuto successi in tutto il mondo, partendo dall'Europa, passando dagli Stati Uniti al Perù, fino ad arrivare in Giappone. Nel 2017 esce "Leggera", disco di brani inediti a cui seguirà un lungo Tour internazionale. Nel 2018 si esibiscono alla Camera dei Deputati in occasione delle celebrazioni per il centenario dell'Aula di Montecitorio. In 16 anni Petra e Ferruccio hanno realizzato più di 1300 concerti, prodotto otto dischi in studio, tre dischi live e un dvd. Il duo ha pubblicato nel 2018 Verso Sud, il loro più recente disco "live", testimonianza del concerto tenutosi a fine 2016 al Teatro Comunale di Vicenza, un evento unico creato appositamente per il Festival delle Tradizioni. "Verso Sud" è un viaggio nel sud musicale dell'Italia e del mondo in puro stile Musica Nuda e cioè "Istinto" e "Libertà" sia nello scegliere il repertorio sia nel modo di interpretarlo, con leggerezza ma mai senza rispetto. Tutti i concerti hanno inizio alle ore 21,30, apertura varchi ore 20.30
Fogne, chiudono in anticipo i lavori su via Marecchiese
(Rimini) Si chiudono in netto anticipo rispetto ai tempi stabiliti i lavori su via Marecchiese nel tratto compreso da via Villagrande (all'altezza dell'ex depuratore cittadino) all'altezza di via Miratoio. A partire da domani, 19 luglio, sarà quindi ripristinato il doppio senso di circolazione con la riapertura al traffico della corsia lato Ancona (direzione monte-mare) della via Marecchiese, chiusa dal 1° luglio scorso per consentire il completamento dei lavori del Piano di salvaguardia della Balneazione, necessari per collegare il collettore fognario della Dorsale Sud dal parcheggio Cervi fino all'ex depuratore Marecchiese, riconvertito in vasca di accumulo.
Terminate le opere sull'asse della Marecchiese, ora i lavori proseguiranno sulle vie laterali – via Carpegna e via Miratoio – con modifiche temporanee alla circolazione interna al quartiere (ad eccezione dei residenti). Questa seconda fase di lavori si completerà prima di Ferragosto.
18 luglio
Stupro in disco, condannato | Grassi sfiduciato | A Riccione gli oneri volano
Piazza don Benzi, al via la demolizione della palazzina Iat
(Rimini) Dopo gli interventi di rimozione degli infissi e le operazioni preliminari, sono entrate nel vivo questa mattina le operazioni di demolizione dell'ex palazzina Iat in piazzale Cesare Battisti. L'abbattimento della struttura dà il via alla realizzazione della nuova piazza pubblica di accesso alla stazione ferroviaria, intervento inserito nel complessivo progetto di riqualificazione urbana dell'area stazione e oggetto di un Protocollo Tecnico d'Intesa sottoscritto da Comune di Rimini, Rete Ferroviaria Italiana, FS Sistemi Urbani S.r.l. e Regione Emilia-Romagna.
Abusi edilizi, oltre 700 controlli nel 2019
(Rimini) Anche nei primi mesi del 2019 i controlli condotti dall'apposito ufficio della Polizia Municipale e dal Settore controlli edilizi hanno riportato risultati importanti, in continuità con il trend registrato negli ultimi anni.
Nel dettaglio, al 30 giugno 2019, si registrano: 752 accertamenti svolti relativi a controlli presso cantieri e/o immobili e ad indagini di polizia giudiziaria; 474 atti di polizia giudiziaria redatti per il completamento delle notizie di reato e delle indagini di polizia giudiziaria; 124 notizie di reato trasmesse a seguito degli accertamenti svolti; 32 violazioni contestate per mancanza di certificato di collaudo; 14 violazioni contestate per false dichiarazioni; 47 deleghe di indagine svolte a seguito di disposizioni della locale Procura della Repubblica; 2 cantieri sottoposti a sequestro penale preventivo su delega della locale Procura della Repubblica. Si contano anche 35 ordinanze di demolizione, 6 ordinanze di diffida alla demolizione.
"Già nel 2018 avevamo dato una ulteriore sterzata alla già attenta attività di controllo e di accertamento – sottolinea l'assessore alla Programmazione e gestione del territorio Roberta Frisoni – e al giro di boa del 2019 si conferma la volontà dell'Amministrazione di non arretrare sul fronte del contrasto delle forme di abuso edilizio che, oltre a essere fonte di illegalità, interferiscono col percorso avviato dall'Amministrazione per una pianificazione territoriale sostenibile. Un'attività di monitoraggio che si integra con il percorso intrapreso dall'Amministrazione per snellire procedure e pratiche, in un'ottica di semplificazione per utenti e uffici e che possa agevolare il rilancio in modo stabile del settore edile. Credo – conclude l'assessore Frisoni - che si stia diffondendo una maggiore sensibilità e attenzione anche da parte della cittadinanza rispetto alla salvaguardia del territorio e sulla necessità di condividere una strategia che metta al centro la riqualificazione e la rigenerazione urbana".
L’omelia di Lambiasi per don Evangelisti (riceviamo e pubblichiamo)
(Rimini) I vangeli canonici sono quattro – secondo Matteo, Marco, Luca e Giovanni – ma non è affatto né eretico né errato parlare di un "quinto vangelo". Il quale però non è da intendersi come un vangelo riportato da qualche amanuense su un antico codice, ma è quel vangelo scritto con il sangue dei martiri, con il sudore dei pastori, con l'audacia dei profeti, con la sapienza dei maestri, con l'umile splendore della "santità della porta accanto". La vostra presenza così numerosa e palpitante mi dice che tutti noi siamo certi che don Mauro è stato più che un santo prete. È stato letteralmente un prete santo. Tutta la sua vita è stata una vera pagina di questo quinto vangelo che i cristiani continuano a scrivere con la loro vita. Ed è proprio per essere fedele al vangelo secondo don Mauro che ritengo che io ora mi fermi subito qua e che ceda la parola a lui stesso. È vero: Don Mauro ha scritto pochissimo, e che negli ultimi aveva completamente perso l'uso della parola. Ormai non parlava più con le labbra, ma si era fatto lui stesso parola di vita. E comunque in questi giorni sono venuti alla luce due suoi scritti: una lettera di commiato alla sua comunità di Miramare dell'agosto 2003 – che abbiamo letto ieri sera nella veglia di preghiera a Montetauro e che al termine di questa celebrazione sarà consegnata in copia a tutti i sacerdoti qui presenti. L'altro testo è una testimonianza data da don Mauro, quando ancora riusciva a comunicare con il puntatore oculare. E' una testimonianza data ai giovani dei gruppi vocazionali "Ester" e "Samuele", che risale attorno agli anni 2013-2015. Ve la leggo. È l'omelia di don Mauro, non su don Mauro. Ascoltiamo.
"La chiamata del Signore nella mia vita si è manifestata progressivamente e in modi diversi.
Nell'adolescenza, ad esempio, mi è stato chiesto un servizio con i bambini in parrocchia. Io non avevo la più pallida idea di cosa dovevo fare e non mi sarei mai offerto spontaneamente per questa cosa. Ho risposto di sì perché me lo chiedevano e perché c'era bisogno. La mia famiglia mi aveva sempre trasmesso il senso di responsabilità, che concretamente voleva dire non tirarsi indietro e prendere le cose sul serio. In un primo tempo avrei dovuto occuparmi della prima elementare e comunque mi avevano promesso di aiutarmi. Invece quando è stato il momento mi sono trovato da solo e con i ragazzi di terza media. Io avevo solo due anni più di loro. Umanamente la cosa non stava in piedi in nessun modo, ma proprio per questo ho capito in seguito che era il Signore a lavorare dietro le quinte.
Nel frattempo io sentivo il bisogno di formazione per la mia fede, non solo per il servizio che dovevo fare, ma anche perché nelle scuole superiori non volevo nascondermi di fronte alle sfide dei compagni e avevo bisogno di una maggiore solidità personale.
Col tempo, in parrocchia alcuni amici si sono uniti a me e insieme ci aiutavamo anche in questo cammino spirituale. Poi abbiamo cominciato a frequentare il gruppo giovani di un'altra parrocchia più organizzata della nostra e lì abbiamo fatto veramente l'esperienza di un cristianesimo bello e gioioso, l'esperienza di una comunità cristiana piena di passione per il Signore.
Così stavo per finire le scuole superiori e mi rendevo conto che era un momento decisivo per la mia vita. Cominciavo a chiedermi che cosa fare concretamente e dentro sentivo questa passione che spingeva. Ho chiesto aiuto al mio padre spirituale e mi ha fatto capire che non c'era niente in contrario anche per pensare al sacerdozio. in quel momento mi sembrava di essere io a scegliere questa strada. Solo più tardi avrei capito cosa voleva dire "non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi".
Perché è il Signore che sceglie prima di noi. Io sentivo che c'era bisogno di qualcuno e io davo la mia disponibilità, ma al mio posto poteva andare anche un altro. Era un po' come nella vocazione di Isaia. Il Signore diceva "chi manderò?" e io rispondevo "manda me". Ma il Signore non vuole solo qualcuno in modo generico: vuole proprio ciascuno di noi personalmente.
Così è cominciato il tempo del seminario con la verifica vocazionale. Nel terzo anno di teologia ho avuto un momento molto difficile, perché mi sembrava proprio di non farcela. Lo sbaglio pero era quello di sentire tutto sulle mie spalle e di contare solo sulle mie forze. Poi il Signore mi ha risollevato e sono ripartito, fino all'ordinazione.
A questo punto la chiamata si concretizzava nell'obbedienza alla chiesa, cioè nell'accettare i compiti che mi venivano affidati e la destinazione che il vescovo aveva pensato per me.
Io fremevo un po', perché mi sembrava che il Vescovo decidesse sulla mia testa, senza sentire anche il mio pensiero. Invece ho sempre potuto dire quello che pensavo e ho capito che la mia visione delle cose era sempre parziale, mentre chi aveva responsabilità più grandi vedeva anche più lontano di me. Nei momenti di difficoltà è sempre stato importante sapere che non ero stato io a voler essere lì, ma che mi ci aveva messo qualcun altro, attraverso il Vescovo.
Quando sono andato in parrocchia, la vocazione si concretizzava nell'ascoltare le necessità e le attese che c'erano, nel far crescere nella fede le persone e la comunità nel suo insieme, nel lavorare in sintonia con la Diocesi e con tutta la Chiesa.
Insomma, la vocazione non si è manifestata una volta sola, ma dopo la prima volta, più importante e decisiva, si è tradotta in un percorso quotidiano.
Ad un certo punto si è verificato l'imprevisto della malattia. All'inizio mi permetteva di fare tutto come prima. Poi le cose si sono complicate ed ero costretto a stare fuori dalla parrocchia troppo tempo per riuscire a fare il mio servizio. Così ho capito che dovevo lasciare il posto a qualcun altro. Ne ho parlato col Vescovo, il quale ha condiviso il mio discernimento e mi ha sollevato da quell'incarico per fare qualcosa di più semplice.
Io non ho mai pensato che la malattia mi sia stata mandata dal Signore, perché Gesù guarisce i malati e manda anche gli apostoli a fare la stessa cosa. Però Gesù ha preso su di sé le nostre sofferenze e ha chiesto a tutti di portare la propria croce ogni giorno. Croce non significa solo malattia, ma anche la fatica del lavoro o dello studio, quella di prendersi le responsabilità del proprio stato di vita e in generale l'impegno per costruire il Regno di Dio.
Portare la croce della malattia è solo una delle possibilità, ma se non c'è questa ce n'è un'altra. Senza croce non c'è vita cristiana. Però il cristiano porta la croce per vincere il male e per realizzare la Pasqua, cioè la pienezza della vita. Per il cristiano la croce è una fatica ma non è tristezza, perché Gesù ha già vinto e gli afflitti sono già stati consolati. Per questo, come dice san Paolo, "Dio ama chi dona con gioia".
La nostra croce, come quella di Gesù, è un modo di condividere con gli altri.
Come prete ho conosciuto tante situazioni di sofferenza, ma prima potevo al massimo stare vicino a queste persone. Adesso non sono più soltanto vicino ma dentro la loro situazione, per lottare insieme con loro.
Ogni volta che noi celebriamo l'eucaristia ci uniamo a Gesù che dona la sua vita. la malattia e ogni tipo di croce e un modo di dare la vita con Gesù. Se io ho risposto alla mia vocazione penso che sia dovuto proprio alla fedeltà all'eucaristia. Dai 18 anni ho cominciato a frequentarla ogni giorno. Con l'eucaristia naturalmente mi nutrivo anche della parola di Dio.
Se devo dire in che modo Dio fa sentire la chiamata, penso che sia proprio attraverso la comunione con Lui, che ci rende sensibili alle necessità dei fratelli. Dove si vede un bisogno, lì c'è una chiamata. Chiaramente il Signore non chiede tutto alla stessa persona, ma lo chiede alla comunità nel suo insieme. Quindi la vocazione è personale, ma per viverla c'è bisogno della comunità, dove le varie chiamate si sostengono e si integrano reciprocamente. Per me, ad esempio, il Signore ha provveduto questa comunità, che mi accudisce nella mia totale dipendenza dagli altri.
Grazie a loro io posso continuare ad esercitare anche attivamente il mio sacerdozio. Quando poi non sarò più in grado di fare niente, offrirò la mia impotenza come quella di Gesù sulla croce, ma sappiamo che tutto questo è solo un passaggio verso quella "vita in abbondanza" promessa da Gesù.
Il passo del vangelo che adesso sento più vicino è quello in cui Gesù costituisce Pietro come pastore, dopo aver detto che il buon pastore dà la vita per il suo gregge. Poi parla di quando Pietro era giovane e si vestiva da solo per andare dove voleva. Nella vecchiaia invece sarebbe stato qualcun altro a vestirlo e a portarlo dove lui non avrebbe voluto, per seguire Gesù e dare gloria a Dio fino in fondo.
La mia condizione attuale è esattamente la stessa. Dipendo totalmente dagli altri, che mi accompagnano nel tratto della mia vita in cui mi viene chiesto di glorificare Dio in questo modo".
Don Mauro Evangelisti
Don Mauro Evangelisti è morto lunedì 15 luglio. Parroco per sedici anni nella parrocchia di Miramare (dove nel 1990 era succeduto a don Italo Urbinati), don Mauro aveva dovuto rinunciare all'incarico pastorale nel 2003, per motivi di salute. Nato a Rimini il 24 novembre 1955, don Mauro era stato ordinato sacerdote l'11 maggio 1980 per imposizione delle mani del Vescovo mons. Giovanni Locatelli. Da anni, affetto da Sla, dal 2008 era amorevolmente accudito dalla Piccola Famiglia dell'Assunta (la Comunità di Montetauro).
Il Vescovo di Rimini monsignor Francesco Lambiasi aveva più volte richiamato l'attenzione sul "sorriso e la serenità" con cui don Mauro affrontava la disabilità pressoché totale. "Don Mauro ci dice che la «povertà» rappresentata dal dolore fisico può farsi dono e diventare testimonianza di fede e di amore". Negli ultimi anni si esprimeva solo con ausilio di strumentazioni e cenno degli occhi, ma era sempre sorridente e faceva lui coraggio e dava prova di amore per la vita, pronto "sempre a rendere ragione della speranza che è in voi" (S. Paolo).
Il funerale di don Mauro è stato celebrato mercoledì 17 luglio alle ore 16 in Basilica Cattedrale. Don Mauro ha lasciato un Testamento Spirituale e disposizioni anticipate di trattamento già nel 2012. La Diocesi di Rimini invita chiunque volesse condividere testimonianze e riflessioni personali sulla figura di don Mauro, a comunicarle al Vescovo all'indirizzo email della sua segreteria: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
al fine di poterle raccogliere.
Cresce disoccupazione, Confcommercio: si sente la mancanza dei voucher
(Rimini) Presentato oggi da Confcommercio il rapporto sulle economie territoriali.
Nel decennio 2008/18, fa notare il rapporto, la popolazione residente in provincia di Rimini è aumentata di 44mila unità, passando dai 295.000 abitanti ai 338.000 attuali, così come è aumentata l’occupazione (nel 2008 i riminesi occupati erano 134.000, ora sono 152.000 con un +18.000 in valore assoluto). “Nonostante la conferma di un’ottima capacità di occupazione nella nostra provincia, si sente forte l’incidenza della disoccupazione tra i residenti, che cresce dal 5,5% all’8,2% e addirittura impenna per la fascia d’età 15/24 anni (dall’11,2% del 2008 al 20,9 attuale)”, sottolineano da Confcommercio. “Certamente il venir meno dei voucher e di istituti contrattuali flessibili per gestire i picchi di lavoro legati alla stagionalità, sta ponendo in seria difficoltà le piccole imprese nell’occupare persone”.
L’economia del territorio riminese “in sostanza tiene, anche se i consumi dei residenti (che nel 2018 si attestano su un +0,6%), sono frutto di una risalita iniziata nel biennio 2015/2017 (+0,8%) dopo il crollo avvenuto nell’intervallo temporale 2008/2014 (-3,6%). Per i consumi 2018 però la nostra provincia rimane fanalino di coda regionale (109,5 con l’Italia a 100,0 e la regione Emilia Romagna 120,0)”.
Commercio. Gli esercizi commerciali emiliano-romagnoli che hanno serrato le porte nel 2018 sono stati: 3.311 nel settore commercio, di cui 1986 al dettaglio, mentre Rimini ne perde 285 (203 al dettaglio). Negativo anche il saldo delle attività di servizi di alloggio e ristorazione (-1525 in regione, -141 nella nostra provincia). Numeri “che confermano uno stato di crisi costante e la necessità, anzi l’urgenza, di un sistema di aiuti quale quello appena promosso dalla Regione, frutto di una lunga e proficua interlocuzione che ha portato risultati ottimali grazie alla imminente modifica della legge 41/1997 che regola la valorizzazione e la qualificazione delle imprese minori della rete distributiva presentata dalla Regione nei giorni scorsi, con oltre 4 milioni di euro a bando subito dopo l’estate”.
Oltre agli investimenti, “fino ad ora considerati centrali nell’azione di sostegno alle piccole e micro imprese del commercio e dei pubblici esercizi – commenta il presidente di Confcommercio della provincia di Rimini, Gianni Indino - la Regione ha fatto un importante passaggio che aggiunge anche fondi per i costi sostenuti direttamente dagli operatori, come ad esempio quelli degli affitti. Un tema molto caro a Confcommercio, che lo ha portato avanti già da tempo anche con le amministrazioni locali della nostra provincia, ritenendolo a ragione un costo davvero gravoso soprattutto in alcune zone”.
Turismo. Rimini ancora una volta si conferma capitale indiscussa del turismo regionale: nel 2018, l’occupazione nel settore servizi è la più alta in regione (74,2), di cui ben il 30,9% dei lavoratori impiegati nei settori commercio, alberghi e pubblici esercizi (il 20,1 in Emilia Romagna, il 20,4 in Italia).
“I pubblici esercizi si confermano settore vivace, con grande capacità di crescita – continua Gianni Indino - e i fondi che verranno messi a bando modificando la L.R. 41/97 potranno accelerare ulteriormente questo percorso, manifestando ancora di più la loro propensione alla qualità, alla creatività e all’ampliamento dei servizi erogati. Misure da noi chieste a gran voce a sostegno del settore che si sta dimostrando trainante per l’economia turistica, non solo riminese”.
Il turismo si conferma motore trainante dell’economia provinciale: delle 39.539 imprese riminesi, 5.431 si dedicano ad alloggio e ristorazione, comunque in calo del 3,6% sull’anno precedente ed è per questo che come Confcommercio della provincia di Rimini abbiamo notevolmente insistito per inserire nel sostegno al turismo non solo il comparto ricettivo, ma anche balneare e dell’intrattenimento come avvenuto poi con il bando regionale “Investimenti per le imprese operanti nelle attività ricettive e turistico-ricreativo” legato alla L.R. n. 25/2018 di cui oggi (17 luglio) si apre la prima finestra.
“Un ringraziamento è dovuto alla Regione Emilia Romagna – conclude il presidente Indino - che ancora una volta si è dimostrata sensibile ai temi del commercio e del turismo: il bando digitalizzazione già in atto, il bando sul turismo che si apre oggi aperto anche a balneari e intrattenimento e i nuovi per il commercio che arriveranno dopo l’estate ne sono la conferma. Con grande capacità di ascolto e di recepimento delle istanze delle imprese che rappresentiamo, con questi provvedimenti la Regione ha dimostrato attenzione, lungimiranza e vicinanza ai territori che vivono momenti di grande difficoltà, come i dati testimoniano, ma che non ci devono scoraggiare. Anzi, coglieremo anche queste occasioni che ci vengono fornite per rilanciare il nostro commercio e innalzare il livello e la qualità del nostro comparto turistico con iniziative e nuovi modelli. Una strada già scelta e intrapresa, con l’aiuto delle amministrazioni che intendono farsi carico di supportare le piccole imprese”.
Provincia, Pecci: Santi presidente assente
(Rimini) “Il nostro presidente della Provincia parla molto e fa poco”. Lo sostiene il consigliere della Lega Marzio Pecci che cita come esempio “la bozza di ordine del giorno sulle province approvata, in Consiglio Provinciale, diverse settimane e che avrebbe dovuto sottoporre all'esame dei Sindaci, per l'approvazione, nel breve tempo affinché il Governo ed il Parlamento provvedessero a porre in essere tutti i provvedimenti per permettere la piena funzionalità della macchina amministrativa provinciale dopo i danni della legge Del Rio”.
La bozza dell'Odg “è stata votata a favore anche dalla Lega perché i cittadini della provincia hanno bisogno di avere un ente guidato da un presidente che si impegni a realizzare i progetti di sviluppo e di crescita, garantendo i servizi essenziali quali: la sicurezza nelle scuole superiori, la gestione ed efficienza delle strade provinciali e gli interventi per contrastare il dissesto idrogeologico. Dopo l'approvazione dell'ordine del giorno all'unanimità (evento quasi unico) ci saremmo aspettati l'immediata convocazione da parte del presidente di tutti i sindaci della Provincia, per coinvolgerli in questa operazione politica importante, invece a distanza di settimane ancora nulla ha fatto”.
Stesso vale per i problemi delle strade dell'Alta Valmarecchia, in particolare per la SP 8 Santagatese e la SP 28 Sarsinate. “Anche in questo caso non ha fatto nulla così come il suo predecessore, si sono completamente disinteressati del problema dopo aver fatto inutili promesse. E' stato, dunque, necessario l'intervento del consigliere regionale della Lega, Emilia Romagna, Massimiliano Pompignoli e del deputato Elena Raffaelli per risolvere questo problema”.
Il consigliere Pompignoli “ha ottenuto che le due strade fossero inserite nell'elenco della rete viaria di interesse regionale mentre l'intervento di Raffaelli ha fatto sì che il Governo abbia ritenuto prioritario mettere al centro della riclassificazione delle arterie stradali di valenza nazionale sia la SP 8 che la SP 28. Anche in questo caso vale quanto ripete il Segretario Nazionale, Matteo Salvini: "volere è potere".
Dunque v'è bisogno che il Presidente della Provincia di Rimini si "svegli" e passi "dalle parole ai fatti". Il tempo corre veloce ed i cittadini e le imprese non possono più aspettare”.
Gnassi e Morolli: no vax a settembre fuori dalle scuole
(Rimini) “Gli impietosi numeri divulgati ieri dall'Ausl Romagna sull'inottemperanza all'obbligo vaccinale tra i minori di 18 anni sono una grande vergogna per la provincia di Rimini”, così il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e l’assessore Mattia Morolli sui dati diffusi ieri dalla Asl. “"Il silenzio non è degli innocenti. Il silenzio è di chi dovrebbe solo arrossire per l'imbarazzo. Tanto più se in ballo c'è la salute di una persona, di mille persone, di una comunità intera. E copertura di gregge non significa per forza fare le pecore, con tutto il rispetto per questi animali”.
L’amministrazione riminese sottolinea “tre volte con il pennarello rosso il termine 'provincia'. Perché, parliamoci chiaro, la vergogna questa volta non se la tira addosso il capoluogo: non funziona che si immola uno per l'immobilismo di tutti. E anche in questo caso lo affermano i numeri: se sono 692, dati Ausl, i bambini in età 0/6 anni inottemperanti per l'obbligo vaccinale generale, i primi dati sulle iscrizioni alle scuole materne comunali per l'anno scolastico 2019/2020 sottolineano come nel capoluogo chi viola la legge Lorenzin si attesti a una sessantina di casi, cifra destinata probabilmente a diminuire al 31 luglio. Siamo dalle parti del 10 per cento dei 692 episodi segnalati a livello provinciale”.
Il Comune di Rimini, “a fine mese, non accoglierà alcuna richiesta d'iscrizione alle scuole di propria competenza in assenza di un perfetto allineamento con la legge italiana sull'obbligo vaccinale. Non ci saranno deroghe, non ci saranno sconti. I no vax che rimarranno fuori dall'aula si rivolgeranno probabilmente a ogni grado di ricorso e Tribunale, come hanno fatto nei mesi scorsi impugnando la nostra ordinanza che dispone sanzioni pecuniarie”. Ricordiamo “che già il Tar ha respinto i ricorsi perché 'nella comparazione dei contrapposti interessi, risulta manifestatamente prevalente la tutela del fondamentale interesse pubblico alla salvaguardia della salute rispetto all'interesse privato fatto valere in giudizio'. Noi questo continueremo a fare per le nostre scuole comunali, tutela della salute pubblica e della vita di tutti, a partire da chi non si può vaccinare e può morire per colpa di chi non lo fa, potendolo e dovendolo fare. Nel frattempo, dal 24 aprile, il Comune di Rimini ha erogato sanzioni per 84 mila euro a 55 famiglie per violazione dell'ordinanza sindacale. Come previsto dalla legge, se non avverranno i pagamenti si procederà all'iscrizione a ruolo, e ai relativi atti collegati (esempio, pignoramenti)”.