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Rimini | Vitali (Provincia): Maggioli ha visto giusto, le Camere di commercio nel mirino dei ministri


Da un lato il decreto emanato oggi dal Consiglio dei ministri sul riordino istituzionale, dall’altro le perplessità del presidente della Camera di Commercio di Rimini, Manlio Maggioli, rispetto al pericolo che la città perda, o debba sacrificarne qualcuno per salvarne qualche altro, presidi importanti come l’ente camerale o la Questura. In mezzo l’ultimo presidente della Provincia di Rimini, Stefano Vitali, fa notare come “dalle notizie scaturite quest’oggi dal Consiglio dei ministri quella delle amministrazioni provinciali rischia di essere uno spartano antipasto per un pranzo ben più sostanzioso, a spese salate dei territori, a partire dal nostro”.


Il presidente Vitali si riferisce al fatto che il “ministro Patroni Griffi dichiara esplicitamente che al riordino delle Province seguirà quello dei presidi di sicurezza e di tutti gli Uffici periferici dello Stato. Non solo, non si deve fare uno sforzo di fantasia per capire come nelle intenzioni dell’esecutivo ci sia anche l’obiettivo dell’accorpamento delle Camere di commercio”.


Da qui la condivisione della Provincia di Rimini per l’allarme lanciato da Maggioli. “Se ciò avvenisse, e da parte del governo c’è sicuramente questa intenzione, Rimini subirebbe un danno enorme, venendo a meno improvvisamente due delle tre gambe su cui si regge il nostro patrimonio infrastrutturale. Qui non si tratta più di una partita a scacchi in cui se cedo un pedone poi posso mantenere una torre. E’ inutile nascondere che da Roma si stanno mettendo tutte le premesse per un caos devastante, che lascerà a terra molte delle ambizioni di territori come il nostro”.


Intanto, sempre oggi, i presidenti delle Province di Forlì-Cesena, Massimo Bulbi, Ravenna, Claudio Casadio e Rimini, Stefano Vitali, si sono incontrati per discutere nel dettaglio operativo l’avvio del processo di unificazione dei rispettivi enti territoriali nella nuova Provincia di Romagna. A partire da “una ricognizione precisa e dettagliata sulla situazione patrimoniale e le partecipazioni societarie, sulla dotazione di beni e strumenti e sulle caratteristiche del personale dipendente di ciascun ente” e dalla difesa dei servizi.

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Rimini, cimiteri: restyling milionario. Il punto degli assessori


In occasione della ricorrenza della commemorazione dei Defunti, il 2 novembre, gli assessorati Infrastrutture, mobilità, lavori pubblici e Servizi ai cittadini ne approfittano per fare il punto sullo stato di avanzamento degli interventi ai cimiteri di Rimini.
“E’ ormai conclusa – dice la nota del Comune – la gara di concessione per la progettazione, costruzione e gestione del nuovo tempio crematorio nel cimitero civico, con un investimento di circa tre milioni di euro”. Oltre al forno si prevede la costruzione di una sala del commiato dedicata alla commemorazione del defunto e alla consegna delle ceneri, il giardino dei ricordi per la dispersione delle ceneri, i servizi necessari e le opere di pertinenza.
Tra i cantieri iniziati sono “definitivamente ultimati invece i lavori per il completamento del settore ovest del cimitero con la realizzazione di 22 tombe di famiglia, 698 biloculi, 2314 loculi e 570 ossari” (costo cinque milioni di euro), mentre sono in fase di ultimazione i lavori per la copertura del settore ponente, l’adeguamento dei servizi igienici e il progetto per il restauro e il ripristino delle facciate dei Colombari e delle cappelle del settore ponente.
Rispetto ai cimiteri del ‘contado’, nel piano triennale degli investimenti 2013-2015 si prevedono interventi per circa tre milioni di euro per l’ampliamento di tre cimiteri periferici, quelli di Casalecchio, San Martino Montelabate e Santa Maria in Cerreto (i cittadini interessati possono informarsi presso gli uffici del cimitero di Rimini in Piazzale Bartolani n. 1, gli uffici del centro civico di Via Bidente n. 1/P, l'ufficio amministrativo dei Servizi Demografici in via Marzabotto n. 25).
Il piano triennale prevede anche gli ampliamenti dei cimiteri di Corpolò, San Martino in Venti, Santa Cristina, San Lorenzo in Correggiano, e un milione di euro ripartiti nelle tre annualità per adeguamento e miglioramento del Cimitero Civico, e per il restauro della parte monumentale del Cimitero Civico e la riqualificazione della parte storica del cimitero di San Martino Montelabate.

Nel Nome delle Memorie


Nel pomeriggio di domani, con inizio alle ore 15, nell'antica cappella cimiteriale, concerto di musica classica dell'Orchestra d'archi dell'Istituto Musicale Pareggiato "G. Lettimi" di Rimini, diretta da Gianluca Gardini. In programma musiche di E. Elgar, M. Guerra, B. Marcello, G. Puccini, P.I. Tchaikowsky, G. Ph. Telemann, A. Vivaldi, S. Voce.
Alle ore 15.30 di venerdì, santa messa solenne nella chiesa cimiteriale di San Francesco celebrata dal vescovo di Rimini Francesco Lambiasi, con brani liturgici per coro eseguiti dalla corale "Nostra Signora di Fatima", diretta da Loris Tamburini.


Arte e storia nella città del silenzio
Visite guidate gratuite al Cimitero monumentale di Rimini curate dalla storica dell'arte Michela Cesarini 


Le visite si terranno nelle giornate di giovedì 1 e venerdì 2 novembre, con inizio alle ore 10:30 e nella giornata di domenica 4 novembre con inizio alle ore 15:00. La prenotazione è obbligatoria telefonando allo 0541.793803 dalle ore 8.30 alle 12 o per e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.


La Direzione cimiteriale ricorda che nelle giornate di domenica 28 ottobre, martedì 30, mercoledì 31, giovedì 1 novembre e venerdì 2, sarà attivato il servizio gratuito di trasporto interno nel Civico Cimitero, con orario 9 - 12 e 14 - 17, mentre saranno sospesi da mercoledì 24 ottobre fino a lunedì 5 novembre i permessi per l'accesso con mezzi personali, per motivi di sicurezza di tutti gli utenti. La Direzione raccomanda l'utilizzo dei parcheggi posti sul lato nord e sul lato levante, per evitare congestionamenti sulla strada di arrivo al piazzale dell'ingresso monumentale.

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Rimini | Per Bersani domenica festa popolare in piazza Cavour


Una festa popolare alle 17 in piazza Cavour a Rimini per Pierluigi Bersani, domenica in apertura della campagna per le primarie. “Il coraggio dell’Italia. 10 idee per cambiare”, questo il tema della festa che in caso di maltempo la manifestazione si terrà al teatro degli Atti, in via Cairoli 42. Ad animare il pomeriggio saranno la musica etnica del Duo Radio, il ludobus per i più piccoli e degustazioni di prodotti tipici locali. Bersani arriverà alle 17,30 e sarà introdotto dal politologo Carlo Galli.

mattone

Focchi (Confindustria): Sempre più difficile l’accesso al credito. Oltre il 34 per cento delle imprese prevede calo di produzione per 2012, la precentuale più alta degli ultimi anni 


Attività produttive, dopo la chiusura in negativo del primo semestre del 2012, dall’indagine congiunturale di Confindustria non risultano segnali incoraggianti, export a parte, per il secondo con produzione, fatturato e occupazione in flessione senza possibilità di appello. Continua ad essere particolarmente delicato il tema dell’accesso al credito.
“Dai dati Banca d’Italia riferiti alla Provincia di Rimini – spiega il presidente di Confindustria Maurizio Focchi – risulta, infatti, che a luglio 2012 gli impieghi delle banche verso le imprese private sono diminuiti di 687,90 milioni di euro su base annua (-11,18 per cento). Un trend confermato anche dall’indagine che Confindustria Rimini svolge periodicamente fra i propri associati: l’80 per cento del campione ritiene sia in atto un razionamento del credito, il 35,48 per cento si è visto negare nuovi affidamenti e il 21,43 per cento ha avuto richieste di rientro. Oltre a essere selettivo il credito è anche molto costoso: l’82,14 per cento delle imprese ha registrato un aumento degli spread e, di conseguenza, dei tassi di interesse”.
Le aziende, cioè, non smettono di essere rischio chiusura e si sposta in avanti la svolta ciclica. “Il centro studi Confindustria la colloca per l’Italia tra il secondo e il terzo trimestre del 2013”.


SITUAZIONE PRIMO SEMESTRE 2012


La rilevazione fa emergere come il fatturato totale delle aziende che hanno partecipato all’indagine, rilevato a prezzi correnti, nel primo semestre 2012 sia diminuito (-0,10 per cento) rispetto al primo semestre 2011.
La diminuzione contenuta del fatturato totale deriva dal buon andamento del fatturato estero (+9,90 per cento), mentre il fatturato interno è calato in maniera sensibile (-9,80 per cento).
Riferendosi alle dimensioni delle imprese, quelle con meno di 50 dipendenti evidenziano una riduzione del -5 per cento, le aziende fra 50 e 250 dipendenti segnano un calo del -2,1 per cento e quelle con oltre 250 addetti denotano un incremento del +2,90 per cento (determinato dal fatturato estero (+11 per cento) in quanto il fatturato interno è in calo (-13,20 per cento).
Il grado di internazionalizzazione delle imprese, inteso come percentuale di fatturato estero sul totale, si attesta in media al 60,90 per cento con una percentuale del 71,40 per cento nelle aziende con più di 250 dipendenti, del 36,50 per cento nelle aziende comprese fra 50 e 250 addetti e del 35,60 per cento nelle aziende con meno di 50 dipendenti.
La produzione segna un decremento nel primo semestre 2012 rispetto allo stesso semestre dell’anno precedente (-1,90 per cento). Le imprese che hanno visto un calo maggiore nella produzione sono le piccole (-10,50 per cento), seguite dalle grandi (-1,10 per cento), infine le medie (-0,60 per cento).
L’occupazione nel primo semestre 2012 è diminuita (-1,84 per cento). Sono soprattutto le grandi imprese (-2,70 per cento) a determinare questo dato, in quanto nelle medie (-0,20 per cento) e nelle piccole (-0,60 per cento) il calo è stato marginale.
Per quel che riguarda gli ordini, il 22,78 per cento delle imprese del campione ha segnato un aumento, mentre per il 46,84 per cento sono in diminuzione. Gli ordini esteri segnano una percentuale di imprese che li ha avuti in aumento del 34 per cento e una percentuale del 30 per cento in diminuzione (viene confermato come il mercato estero compensi, almeno in parte, la riduzione di quello interno).
Le giacenze mostrano un aumento per il 19,18 per cento del campione, stabilità per il 53,42 per cento e diminuzione nel 27,40 per cento dei casi. La riduzione delle giacenze, unita a quella della produzione, evidenzia che le aziende cercano di far fronte alle richieste del mercato attingendo al magazzino.
Il costo delle materie prime è aumentato per il 48,65 per cento delle imprese, il 41,89 per cento considera il dato stazionario e il 9,46 per cento delle aziende l'ha visto in diminuzione.
Per quel che riguarda la difficoltà nel reperimento del personale solo il 3,75 per cento delle aziende la considera elevata o molto elevata, mentre per il 50 per cento non c’è nessuna difficoltà.


SINGOLI SETTORI MERCEOLOGICI


Analizzando i singoli settori merceologici si può vedere che legno e agroalimentare fanno segnare performance discrete, segno negativo invece per il metalmeccanico e, soprattutto per il settore grafico e per quello chimico.
In particolare il settore legno vede in aumento sia la produzione (+13,7 per cento) che il fatturato (+11,1 per cento). Fra l’altro questo comparto è l’unico nel quale l’aumento del fatturato è determinato soprattutto da quello interno (+13,9 per cento) rispetto a quello estero (+5,6 per cento).
Anche per il settore agroalimentare la produzione registra un aumento (+2 per cento), così come il fatturato totale (+6,8 per cento) e l’occupazione (+3,9 per cento).
Il settore metalmeccanico invece ha visto il fatturato in flessione (-1,6 per cento) con la produzione praticamente invariata (+0,1 per cento) . L’occupazione è stata in calo (-2,4 per cento).
Il comparto abbigliamento segna una diminuzione della produzione (-2,6 per cento) e dell’occupazione (-1,8 per cento) ma un aumento del fatturato totale (+3 per cento) determinato soprattutto dalla componente estera (+14,3 per cento) visto che il fatturato interno è in calo (-5 per cento).
Il comparto materiali per costruzioni mostra un calo della produzione (-0,6 per cento) e un aumento del fatturato (+1,7 per cento), con occupazione a sua volta in calo (-1,3 per cento).
Il settore chimico denota una diminuzione della produzione (-4,3 per cento), del fatturato (-4,5 per cento, con fatturato interno a -22,6 per cento) e dell’occupazione (-8 per cento).
Per il comparto dei servizi, il fatturato è in aumento del +5,5 per cento con occupazione a +4,7 per cento.
Infine l’editoria, grafici e stampa mostra un crollo della produzione (-33,7 per cento), con fatturato a -10,1 per cento e occupazione in calo (- 2,7 per cento).


Per quel che riguarda gli ordini, sono aumentati per il 40 per cento del campione nel settore agroalimentare e per il 37,50 per cento nell’abbigliamento (con le stesse percentuali però sono in diminuzione). A dispetto del buon dato di produzione e fatturato, nel settore legno solo il 12,50 per cento ha visto gli ordini in aumento e per il 62,50 per cento sono diminuiti.
Nel metalmeccanico solo il 16 per cento ha avuto ordini totali in aumento e il 44 per cento li ha visti diminuire. Il settore dei materiali per costruzione non ha avuto aumenti negli ordini (stazionari nel 50 per cento dei casi e in calo nel restante 50 per cento).
Il comparto chimico ha avuto gli ordini totali in diminuzione nel 66,67 per cento dei casi (nessuna impresa in aumento). Quello grafico ha manifestato un calo nel 71,43 per cento dei casi e un aumento nel restante 28,57 per cento.
Il dato degli ordini esteri è migliore rispetto a quello degli ordini totali in tutti i settori a parte l’abbigliamento che vede una percentuale maggiore di aziende che li ha visti in calo (50 per cento) e un’inferiore che li ha visti in aumento (33,33 per cento).
Le giacenze sono stazionarie nella metà dei casi praticamente in tutti i settori e i costi delle materie prime sono in aumento o stazionari nella quasi totalità dei casi.


Confronto con semestri precedenti


Dopo alcuni semestri che avevano evidenziato il segno positivo nei principali indicatori economici, torna a prevalere il segno meno davanti ai dati di produzione, fatturato e occupazione, come avevamo anticipato nell’indagine precedente che, pur con dati consuntivi ancora positivi, lasciava presagire l’attuale situazione.
Il dato relativo agli ordini continua a non mostrare segnali confortanti: aumentano le aziende che li vedono in diminuzione (arrivando quasi ad un’azienda su due), anche se, per quanto riguarda soprattutto gli ordini esteri aumenta anche la percentuale di chi ha gli ordini in aumento.
Le giacenze diminuiscono maggiormente rispetto alle precedenti rilevazioni: si stanno riducendo i magazzini a fronte di una minore produzione. Il costo delle materie prime rallenta il proprio trend di crescita: una percentuale maggiore di imprese rispetto agli ultimi semestri ha visto il dato stazionario o in diminuzione, mentre chi l’ha visto in aumento scende sotto al 50 per cento.


PREVISIONI SECONDO SEMESTRE 2012


Le attese degli imprenditori, relative al secondo semestre 2012 denotano una situazione non proprio rosea.
La produzione, infatti, viene annunciata in diminuzione dal 34,21 per cento delle imprese (dato peggiore degli ultimi anni), il 43,42 per cento prevede una situazione di stazionarietà e il 22,37 per cento degli imprenditori prevede un aumento.
Ordini: il 21,52 per cento degli imprenditori prevede una crescita, il 43,04 per cento stazionarietà e il 35,44 per cento una diminuzione. Rispetto all’ultima rilevazione si assiste ad un miglioramento, ma rispetto ad un anno fa, sono quasi il doppio le imprese che li prevedono in diminuzione.

Giacenze il 76,32 per cento le prevede stazionarie, il 10,53 per cento in aumento e il 13,16 per cento in diminuzione.
Occupazione sono stazionarie per il 65,85 per cento del campione, in crescita per il 9,76 per cento e in calo per il 24,39 per cento. Il dato che emerge dal ricorso alla cassa integrazione da parte delle aziende evidenzia che per il 39,29 per cento, tale ricorso è da escludersi e il 7,14 per cento lo considera poco probabile. Il 50 per cento lo considera probabile (il 38,10 per cento probabile ma limitato).


I SINGOLI SETTORI


Le previsioni non sono particolarmente incoraggianti nel settore metalmeccanico che prevede un aumento della produzione solo nel 15,38 per cento del campione, stazionarietà nel 46,15 per cento e il 38,46 per cento si aspetta una riduzione. Gli ordini sono visti in aumento per il 15,38 per cento, stazionari per il 53,85 per cento e in calo per il 30,77 per cento (va meglio per gli ordini esteri che vengono previsti in aumento dal 31,58 per cento). Male anche l’occupazione, in calo nel 30,77 per cento dei casi, stazionaria nel 61,54 per cento e in aumento nel 7,69 per cento.
Dati negativi anche per l’industria del legno: nessuna impresa prevede produzione e ordini in aumento che saranno stazionari per il 50 per cento del campione e in diminuzione per il restante 50 per cento (solo gli ordini esteri vengono visti in aumento dal 16,67 per cento del campione). Anche l’occupazione segnerà il passo: nessuna azienda prevede un aumento e il 37,50 per cento una diminuzione.
Relativamente più ottimistiche le previsioni nel comparto dell’abbigliamento che prospetta un aumento della produzione e degli ordini nel 37,50 per cento dei casi e stazionarietà nel 50 per cento (un 12,50 per cento prevede però una diminuzione). L’occupazione è prevista stabile per il 75 per cento, in aumento per il 12,5 per cento e in calo per il restante 12,5 per cento.


L’agroalimentare è il settore con le previsioni migliori: la produzione è prevista in aumento nel 44,44 per cento dei casi, stazionaria nel 33,33 per cento e in calo nel 22,22 per cento. Gli ordini in aumento per il 50 per cento del campione, stazionari per il 30 per cento e in calo nel restante 20 per cento. Negli ordini esteri ben il 71,43 per cento prevede un aumento. L’occupazione è prevista stazionaria nel 60 per cento dei casi, in aumento nel 30 per cento e in diminuzione nel 10 per cento.
Grafici ed editoria: la produzione viene vista in diminuzione dal 66,67 per cento e in aumento dal restante 33,33 per cento. Gli ordini in diminuzione per il 71,43 per cento e in aumento per il 28,57 per cento. L’occupazione stabile per il 57,14 per cento, in calo per il 28,57 per cento e in aumento per il 14,29 per cento.


Il settore materiali per costruzioni prevede la produzione stazionaria nella totalità dei casi. Per gli ordini invece il 50 per cento li prevede stazionari e il 50 per cento in calo. Anche l’occupazione è stazionaria per tutto il campione.
I chimici prevedono la produzione in aumento, stazionaria e in calo nella stessa percentuale (33,33 per cento). Gli ordini e l’occupazione stazionari nel 66,67 per cento dei casi e in calo nel restante 33,33 per cento (anche se il 66,67 per cento prevede in aumento gli ordini esteri).


Infine il settore servizi prevede stazionarietà negli ordini nel 54,55 per cento dei casi, aumento nel 27,27 per cento e diminuzione nel 18,18 per cento. L’occupazione è stabile per il 71,43 per cento, in calo nel 21,43 per cento e in aumento nel 7,14 per cento dei casi.


Confronto con semestri precedenti


I dati previsionali rispecchiano la situazione economica non positiva: la percentuale di aziende che prevede una diminuzione della produzione è la più alta degli ultimi anni, così come il campione di aziende che prevede un calo nell’occupazione.
Per quel che riguarda gli ordini, la percentuale di aziende che li prevede in diminuzione si mantiene su livelli elevati (quasi il doppio di un anno fa), mentre chi li prevede in aumento è ancora una percentuale relativamente bassa.
Negli ordini esteri si può vedere uno spiraglio: il saldo di chi li prevede in aumento e di chi li prevede in diminuzione è positivo, con valori simili a quelli di un anno fa.
Il dato sulle giacenze sconta il fatto che nel semestre appena trascorso sono diminuite a fronte di un calo di produzione e quindi le previsioni rispetto all’ultima rilevazione fanno emergere un minor numero di aziende che pensa di ridurle ulteriormente.

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Camere di commercio e spending review, Maggioli: Non siamo moneta di scambio


Il pericolo c’è. “A causa dei tagli della spending review, la Camera di commercio di Rimini potrebbe essere accorpata con le Camere di commercio di Forlì-Cesena e Ravenna”, a lanciare l'allarme è il presidente Manlio Maggioli. L’ente corre anche il rischio di essere usato “come ‘moneta di scambio’ in un eventuale ‘ballottaggio’, nell’ambito degli accordi sulla collocazione dei diversi enti pubblici della nuova Provincia di Romagna”. Moneta di scambio, teme Maggioli, rispetto al mantenimento della questura.


Ora, non solo di suo la Camera di commercio di Rimini gode di ottima salute e non è tra quelle che Unioncamere ha deciso di riorganizzare attraverso accorpamenti vari. C’è di più. Quello che non va bene è barattare la salute economica di un luogo con la sicurezza dei suoi cittadini e viceversa. “I bisogni delle categorie economiche sono pari a quelli della sicurezza, soprattutto in una realtà talmente specifica come Rimini. E’ lo stesso prefetto a sostenere questa necessità presso il ministero dell’Interno”, spiega il presidente dell’ente camerale. Quindi, “se da un lato non si può immaginare la fine dell'ente riminese per poter ottenere altre strutture, dall’altro, è altrettanto impensabile che Rimini non mantenga un adeguato presidio sulla sicurezza”.


Sul versante di Unioncamere Maggioli non ha timori. L’ente riminese non è tra i 36 (su 95) che per ragioni di gestione e di utilità per il territorio saranno accorpati. “Si tratta di Camere che non sono autonome sotto l’aspetto finanziario e che quindi, pur contribuendo al sostegno delle imprese per tutto l’aspetto burocratico, hanno due problemi. Il primo è che per la gestione accedono al fondo di solidarietà, perché da sole non ce la fanno. Il secondo è che di conseguenza non sono in grado di investire nello sviluppo del territorio”.


Non così la Camera di commercio di Rimini. “Noi spendiamo 60 mila euro annuali per i nostri organi (presidente compreso) e probabilmente anche quest’anno non supereremo i mille euro in spese di rappresentanza. Non abbiamo consulenze perché la nostra struttura è in grado di affrontare i problemi che le si pongono. Il costo del personale, poco meno di 70 persone, arriva al 30 per cento delle entrate correnti che si attestano sui 10milioni di euro all'anno, in quote associative e spese di segreteria”.


Un organo in salute, insomma, che ha anche investito sul territorio 26 milioni di euro. “Ci supera solo Bologna – dice Maggioli – abbiamo contribuito alla costruzione della fiera e dei palacongressi di Rimini e Riccione. Anche per quanto riguarda la partecipazione in Aeradria siamo puntuali nell’adempimento dei nostri doveri. Abbiamo un grosso patrimonio, dunque: come la metteremmo nel caso di un accorpamento ad altri enti camerali? Sarebbe amaro perdere una Camera di commercio come quella di Rimini, perché il patrimonio camerale, acquistato solo grazie al denaro versato da imprese riminesi, verrebbe diluito su un territorio più ampio”.


Intanto, però, giusto per non arrivare impreparati al giorno del giudizio, anche le Camere di commercio romagnole, nonostante tutte virtuose e dunque non tra quelle dei tagli previsti da Unioncamere nazionale, si stanno organizzando secondo una logica di area vasta. “La Camera di commercio di Rimini, seguendo questa indicazione, si è già attivata, e intende rapportarsi in modo particolare con gli enti camerali di Forlì-Cesena e Ravenna”.

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Mutui, il comune di Rimini dirotta sul Galli quelli per opere bloccate dal patto di stabilità


Spendig review, secondo gli ultimi dati diffusi dal governo il Comune di Rimini dovrà ridurre il proprio debito di circa 548mila euro. Una cifra, fanno notare da palazzo Garampi, “nettamente inferiore ad altre realtà simili, ed anche alle stime effettuate su scala nazionale, che ipotizzavano per il Comune di Rimini tagli per circa un milione di euro”.
“Il processo di revisione della spesa – spiega l’assessore alle Risorse finanziarie Gian Luca Brasini – che la nostra amministrazione ha impostato prima ancora che la si chiamasse spending review, oggi restituisce dei risultati importanti. Dati dove i minori tagli imposti al Comune di Rimini rispetto alle previsioni sono il risultato di quell’azione che abbiamo messo in campo nella gestione dei consumi intermedi”. Risparmio su consumi intermedi, cioè utenze, cancelleria, assicurazioni, calcolato con meccanismi complessi, anche i logaritmi, dicono dal Comune, ma che sembra abbiano contribuito al risultato.


Da qui in avanti, inoltre, ulteriori tagli di spesaarriveranno o da riduzioni sui trasferimenti o dall’estinzione di mutui. Su questo fronte la giunta ha approvato ieri una manovra che consentirà di risparmiare 518mila euro di oneri con l’estinzione di mutui per circa 5 milioni e mezzo“Riguardo all'estinzione anticipata di parte dei mutui – continua Brasini - evidenzierei che, oltre ai risparmi conseguiti in termini di minori oneri finanziari nell'ottica di una sana gestione del debito, le risorse che oggi utilizziamo per estinguere tali mutui sarebbero comunque bloccate dal patto di stabilità”.
Grazie alla manovra il Comune potrà dunque dirottare mutui già in corso su alcune opere bloccate dal patto di stabilità, per destinarli al finanziamento di opere su cui invece si può andare avanti, come ad esempio l’intervento in corso per la ricostruzione del teatro Galli. Per tutto il resto, sarà rifinanziata la spesa quando il patto di stabilità lo consentirà.

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Patto di stabilità, la Regione sblocca 200milioni. A Rimini ne arriveranno 15


Una boccata di ossigeno da 195 milioni di euro per gli enti locali e le aziende dell’Emilia-Romagna e soprattutto per i loro fornitori e le imprese che hanno svolto lavori pubblici. La giunta regionale ha sbloccato nel 2012 complessivamente quasi 200 milioni di euro di potenzialità di spesa per Comuni e Province.
In totale sul territorio di Rimini si parla di quasi 15milioni sbloccati (oltre 14milioni 989 mila). Nel dettaglio per la Provincia sono stati resi disponibili 4,3 milioni, per il Comune di Rimini 6,3. Poi ci sono Bellaria Igea Marina con 581mila 204 euro, Cattolica con 191mila 528, Coriano con 91mila 773, Misano Adriatico con 159mila 215, Morciano di Romagna 315mila 938, Novafeltria 210mila, Riccione 2milioni 24mila, San Clemente 67mila 802, San Giovanni in Marignano quasi 449mila, Sant’Arcangelo di Romagna 175mila 630, Verucchio quasi 124mila.
“Nel 2011 avevamo messo a disposizione 105 milioni di euro, quest’anno abbiamo quasi raddoppiato”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore regionale al Bilancio. Degli oltre 195 milioni di euro di potenzialità di spesa rimessi in circolo nel sistema economico, 129 sono di provenienza della Regione, 40 di provenienza statale in base agli accordi tra le Regione Emilia-Romagna e il governo per gli interventi a sostegno dei Comuni colpiti dal terremoto di maggio e 26 messi a disposizione dagli enti locali dell’Emilia-Romagna.

Mercoledì, 31 Ottobre 2012 09:44

GIORNALAIO 31.10.2012

giornalaio

La provincia unita slitta di sei mesi. Gli sfrattati aumentano. Nella domus cresceranno i funghi


Provincia unita


Consiglio dei ministri ieri sul riordino istituzionale. “Secondo alcune indiscrezioni il decreto legge dovrebbe dare sei mesi di tempo in più alle Province per adeguarsi al riordino istituzionale. Nelle intenzioni iniziali del Governo si era ipotizzato che tutto il processo avrebbe dovuto concludersi entro il 30 giugno 2013. Adesso invece probabilmente ci saranno sei mesi di tempo in più e le nuove Province, compresa quella di Romagna, dovrebbero veder la luce il primo gennaio 2014”, LaVocediRomagna (p.3). “In pratica - è stato fatto notare - la patata bollente viene affidata al governo che verrà dopo quello guidato da Monti”, fa notare il CorriereRomagna (p.9).


Sfrattati


E’ emergenza abitativa a Rimini. “I dati relativi agli ultimi tre anni (2010, 2011 e 2012, riferiti al periodo gennaio - agosto) parlano chiaro: si è passati da 753 richieste presentate all’Ufficiale Giudiziario in tutta la provincia nel 2010 a ben 949 del 2012, passando per le 768 del 2011. Picco anche per le esecuzioni con intervento della forza pubblica: 146 nel 2010, 163 nel 2011, 193 nel 2012 (dato provinciale). La maggior parte dei casi è contrassegnata sotto “morosità e altre cause”: 217 nel capoluogo e 189 in Provincia nel 2010, 189 Rimini e 192 provincia nel 2011, 164 e 198 nel 2012”, NuovoQuotidiano (p.11). Il Comune prende provvedimenti.


La domus a rischio fungo


“A parole sono tutti per la cultura, nei fatti un po’ meno. Soprattutto quando c’è da sborsare. Prendiamo il caso della Domus del Chirurgo, lo straordinario complesso archeologico di 700 metri quadrati in piazza Ferrari che il prossimo 7 dicembre compirà i 5 anni dalla sua apertura. Ebbene, come si prepara il Comune a festeggiare la ricorrenza? Ritardando di un anno e mezzo l’acquisto delle nuove lampade germicide con raggi particolari necessarie a neutralizzare o evitare la comparsa di muschi o funghi che possono spuntare nell’antica casa del medico militare Eutyches dove il tasso di umidità è molto alto”, LaVoce (p.11). Le lampade mancano già da 18 mesi.


Aeroporto


Se ne è parlato al seminario di Cgil su turismo e riqualificazione alberghiera (Alessandro Giorgetti confermato alla guida di Federalberghi ER). «E’ lasciato in balia del tempo, combattiamo da due anni nell’immobilismo di tutto il territorio, Albergatori esclusi. L’aeroporto porta 800 milioni di indotto all’anno, i negozi sono pieni, il ritorno è pari a zero». A chi allude? «Alle categorie economiche che lanciano il sasso e nascondono la mano. Rimini non è capace a fare squadra», Corriere (p.6).

Per Halloween gli angioletti regaleranno docletti, Corriere (p.4).


Incontro alle lucciole


“Sabato, durante un seminario dedicato alla prostituzione, don Aldo Buonaiuto ha detto che a Rimini le prostitute sono tornate sulle strade, mentre con il metodo don Benzi erano state liberate. Qualcuno se l’è presa: appare ovvio. E oggi il responsabile del servizio per la Papa Giovanni fa sapere”, Corriere (p.4).

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Rimini | Sbankiamo: 500 ragazzi a scuola di risparmio con Eticredito


Arriva a Rimini Sbankiamo, il progetto di Eticredito per l’educazione al risparmio dei più giovani. L’iniziativa, di matrice anglosassone, sta per partire in alcune scuole medie e superiori della città e cioè Panzini-Borghese, Alighieri-Fermi, Bertola e Marvelli per le scuole medie e al Valturio e al Giulio Cesare per le superiori. Coinvolgerà 20 classi e 500 ragazzi in un corso da 120 ore ad alto tasso finanziario ed imprenditoriale.
“A muoverci – spiega Maurizio Focchi, presidente di Eticredito – sono due obiettivi. Il primo è quello di formare i giovani, non solo delle scuole secondarie, ma anche dei centri sociali e delle prigioni, ad un rapporto maturo e competente nei confronti delle banche. Formare giovani che degli istituti di credito possano essere consumatori consapevoli. Il secondo obiettivo di Sbankiamo è quello di educare ed incoraggiare all’imprenditoria i ragazzi favorendo progetti nati da loro idee attraverso la creazione di circuiti di credito interni alle scuole”.
Al progetto partecipa anche la Caritas. “Abbiamo deciso di entrare in rete – racconta Pietro Borghini, presidente dell’associazione Madonna di Carità – per l’aspetto educativo che propone e che è propriamente nostro, ma la forza di Sbankiamo sta nell’aver associato realtà molto diverse, banche, scuole e sociale, ognuna per le sue competenze”.
Per ora Sbankiamo è sostenuto dai partners (Italistudio, Bp Valconca, Eticredito e Caritas),perché come ha spiegato Bonfiglio Mariotti, vicepresidente di Eticredito, “in fase di start up no si poteva fare pagare le scuole”. Tuttavia non si esclude che la cosa possa diventare col tempo parte dell’offerta formativa delle scuole riminesi. “Per noi – conferma Daniela Massimiliani, dirigente scolastico del Valturio – si tratta di una grande opportunità vista la gratuità, ma non escludiamo l’ipotesi di allargare la nostra offerta”.
Sbankiamo ha un sito (sbankiamo.it) sempre aggiornato e una pagina facebook e a breve un account twitter.

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