fulgor cantiere
Nella foto, il cantiere del Fulgor decorato da un'opera di Paolo Ventura. L'artista sarà sino al 12 maggio in mostra con alcune delle ricerche più recenti e significative alla Fabbrica Arte Rimini di piazza Cavour. Questa mattina nel corso della presentazione dell'iniziativa si è fatto il punto sullo stato d’avanzamento dei lavori la cui consegna è avvenuta il 4 settembre scorso con ultimazione contrattualmente prevista nel maggio del 2015. "Attualmente la fase operativa dei lavori è praticamente iniziata nel gennaio 2013, con la messa in sicurezza dei solai e la sanitizzazione generale degli ambienti di lavoro. Si è poi proceduto alla demolizione della struttura interna dell’ex Cinema Fulgor, seguita d allo smontaggio della copertura e alla esecuzione di indagini specialistiche sulle capriate esistenti che sono da recuperare previa integrazione e restauro. L’intervento sta ora procedendo alla sostituzione delle architravature lignee delle aperture ed alla esecuzione delle tracce per l’inserimento dei profilati UPN verticali, operazione quest’ultima già completata per l’esterno. Attualmente i lavori procedono con la dovuta speditezza e regolarità"
15 04 2013 | Rimini | Lavoro, in provincia triplica la cassa integrazione straordinaria rispetto al primo trimestre 2012
Rimini | Lavoro, in provincia triplica la cassa integrazione straordinaria rispetto al primo trimestre 2012
Lavoro, “nei primi 3 mesi del 2013 esplode la cassa integrazione straordinaria” e la Provincia di Rimini guarda con preoccupazione gli sviluppi romani della vicenda attesi nelle prossime ore. “Nel 2012 – ricorda la nota della Provincia – sono state superate le 9 milioni di ore di cassa integrazione”, con una crescita pari al 30,7 per cento rispetto al 2011.
“A preoccupare è in particolare il dato relativo alle ore di cassa integrazione straordinaria, la cui crescita esponenziale (del 103,6 per cento rispetto al 2011) costituisce un’anomalia sia rispetto al lieve aumento rilevato in Emilia Romagna (+3,1 per cento) sia rispetto alla variazione negativa riscontrata a livello nazionale (-5,5 per cento). Da quota due milioni e 200 mila ore circa del 2011, si è passati a quattro milioni e 500 mila ore dell’anno scorso, mentre il dato su quella ordinaria si assesta su un monte ore di 1.193 (+ 31,2 sul 2011). L’unico segno meno del 2012 è quello della cassa integrazione in deroga che segna un – 10,4 per cento rispetto al 2011, con un totale di 3.509.602 ore”.
Un tendenza che si è allargata anche ai primi mesi del 2013, che “confermano e rafforzano l’allarme per le ore di cassa integrazione straordinaria, 891 mila, + 333 per cento rispetto un già pesante primo trimestre del 2012. Diminuiscono invece sia le ore in deroga (- 58,9 per cento, ovvero 471.710) che quelle ordinarie (-26 per cento, ovvero 246.715). Il saldo positivo del primo trimestre del 2013 rispetto a quello del 2012 (- 4,5 per cento, ovvero 1.609.687 ore) non deve però trarre in inganno, perché nel frattempo molte aziende hanno chiuso e il segno meno davanti alla cassa integrazione ordinaria segna in realtà il passaggio di categoria a quella straordinaria”.
L’aiuto per le imprese riminesi viene dall’estero
L’aiuto per le imprese riminesi viene dall’estero
Anche a Rimini le imprese che respirano o addirittura crescono sono quelle che hanno saputo trovato nei mercati esteri quello sbocco commerciale reso difficile nel mercato interno a causa della crisi e del calo della domanda. E l’esportazione spesso è verso quelli che l’ultimo Rapporto sull’economia della provincia definisce paesi dinamici, cioè dove la domanda cresce in misura superiore alla media mondiale.
Si scopre così che nel periodo 2008-2011 Rimini ha esportato beni verso 171 Paesi e in 87 di questi le produzioni provinciali hanno guadagnato quote di mercato. Ad andare forte, per esempio, è il settore alimentare che ha rafforzato la propria posizione in 65 Paesi, di cui 47 a elevata dinamicità. L’alimentare sta trovando grandi opportunità nel mercato turco e in quello degli Emirati Arabi ma anche in Libano, Arabia Saudita e Giappone.
Le scarpe che si producono in provincia di Rimini si consolidano nei Paesi Bassi ma trovano nuovi mercati in paesi come Kazakistan, Hong Kong, Corea del Sud e Cina. I nostri prodotti di elettricità/elettronica vanno forte in paesi impensabili come Hong Kong, Singapore, Cina, Giappone e Arabia Saudita. L’abbigliamento trova mercati floridi in paesi europei come Slovacchia, Svezia e Finlandia, ma anche in paesi asiatici come il Vietnam e l’Azerbaigian.
Il Rapporto mette in evidenza anche curiosi primati: il 3,6 per cento del mercato libanese di prodotti per l’alimentazione degli animali è detenuto dalla provincia. Le macchine utensili presentano quote di mercato rilevanti in vari mercati – Libano, Argentina e Brasile solo per citare quelli più importanti –; la nautica va forte in Francia, Cile e Brasile, le calzature della provincia hanno una quota di mercato apprezzabile in Kazakistan (ogni milione di euro di scarpe importate 27mila euro provengono da Rimini). Si scopre che vanno molto forte le nostre esportazioni di materiali di costruzione in terracotta, cioè piastrelle di ceramica. Appartiene a Rimini il 2,4 per cento del mercato dell’Egitto, mentre quote significative si registrano in Kuwait, Germania, Austria e Giappone. In una recente intervista a Ilsussidiario.Net Enzo Donald Mularoni, amministratore delegato di Ceramica del Conca, azienda leader nel settore, ha osservato: «Il vero driver della crescita, soprattutto negli ultimi 20 anni, è stato rappresentato dall’export, dapprima nei Paesi europei, poi anche oltremare e quindi in Estremo Oriente, Medio Oriente, Australia e Stati Uniti. Oggi i mercati più brillanti per i prodotti realizzati in Italia sono i Paesi dell’ex Unione Sovietica, in particolare la Russia, e gli Stati Uniti».
Nel periodo preso in esame Rimini ha guadagnato quote di mercato anche in paesi deboli, a rischio, dove cioè la domanda subisce un rallentamento. Fra questi ci sono alcune peculiarità. Ad esempio Rimini detiene nella Repubblica Dominicana il 59 per cento del mercato della nautica e, nello stesso settore, l’1,8 nelle Isole Cayman; per quanto riguarda l’abbigliamento il 9,5 per cento in Siria, il 3,7 in Macedonia e il 2,7 in Bulgaria.
Il panorama è completato dalle cosiddette nicchie: mercati nei quali la quota di mercato detenuta da Rimini è particolarmente elevata, indipendentemente dalla rilevanza di quel Paese nelle esportazioni dell’intero settore. Per esempio il 7 per cento delle importazioni mondiali di pesci freschi, lavorati e conservati dello Yemen proviene da Rimini, un valore marginale nel complesso delle esportazioni provinciali, probabilmente una nicchia di mercato importante per le imprese (presumibilmente poche) che commercializzano verso il Paese arabo. Ma a parte il pesce riminese sulle tavole dello Yemen, risultano significativi anche il 3,6 per cento della nautica in Libano, il 2,3 delle macchine utensili in Algeria; nel settore dell’abbigliamento l’1,9 a Malta, l’,7 in Bielorussia e l’1,6 in Moldavia.
Preso un campione di mille imprese riminesi, risulta questo quadro:
• imprese senza rete all’estero: rappresentano il 51 per cento ed il fatturato realizzato attraverso le esportazioni costituisce il 29 per cento del loro volume d’affari totale.
• imprese che hanno aperto filiali commerciali o produttive all’estero: complessivamente sono il 15 per cento delle intervistate (il 4 per cento ha anche delocalizzato parte dell’attività produttiva) e realizzano all’estero il 48 per cento del proprio fatturato;
• imprese che hanno stretto accordi con partner esteri per la commercializzazione e la distribuzione dei prodotti. Sono il 21 per cento delle esportatrici, mediamente fatturano il 42 per cento all’estero;
• imprese che operano come subfornitrici di società estere, pari al 13 per cento del campione per un fatturato export medio del 34 per cento.
Insomma chi lavora sull’estero e costruisce reti commerciali che hanno la dimensione del mondo, riesce a crescere anche in questo momento di estrema difficoltà.
12 04 2013 | Rimini | Carim e Aeradria: Pdl e 5Stelle spiegano le differenze a Provincia e Comune
Rimini | Carim e Aeradria, Pdl e 5Stelle spiegano le differenze a Provincia e Comune
Rispetto alle posizioni espresse dal presidente della Provincia Stefano Vitali e dal sindaco di Rimini Andrea Gnassi sulla denuncia pubblica di Banca Carim rispetto alla gestione poco trasparente del concordato che potrebbe salvare la società di gestione dell’aeroporto di Rimini Federico Fellini, i 5Stelle riminesi ricordano “che la Carim ha subito l'onta del commissariamento con conseguente azzeramento dei vertici e presa del potere da parte di due commissari arrivati da Roma e nominati da Banca d'Italia. Non solo, Banca d'Italia ha già commisurato pene pecuniarie nei confronti di quelli che sono stati ritenuti responsabili per un totale non inferiore al mezzo milione di euro, salvo i maggiori danni da constatare in sede giudiziaria e penale. Non solo, Banca d'Italia ha dato il suo assenso al nuovo management scelto ed ha imposto la società di certificazione per essere certa che i numeri che vengono dati siano reali”.
Non così per Aeradria che “continua il solito management di nomina politica, i magnificati dagli stipendi si sono iscritti fra i creditori privilegiati ed ora si vorrebbe che il cattivo credito comminato in passato continuasse come se nulla fosse accaduto. E la società di certificazione che ha provato a guardare dentro ai numeri ha alzato le mani sconfitta dalla loro ermeticità fallimentare”. Aeradria, fanno notare i 5Stelle, sarebbe alla stregua di Carim se invece si fosse proceduto con la “nomina da parte di Enac di un commissario temporaneo per l'operatività minima corrente in attesa dell'approntamento di un bando europeo di assegnazione della gestione dell'aeroporto”.
Pericolose, e poco istituzionali, inoltre secondo il consigliere regionale del Pdl Marco Lombardi le prese di posizioni espresse da Gnassi e Vitali, “per il buon esito della trattativa in corso che riguarda le imprese locali, il futuro dell’aeroporto, i suoi lavoratori ed il suo notevolissimo indotto economico”. Pur condividendo con i due “alcune argomentazioni” “sulla gestione della Banca e della Fondazione ed alcune rivendicazioni rispetto al sostegno dato nei momenti di difficoltà dell’istituto di credito”.
Parole pericolose “tanto più se, come apprendiamo dalle cronache, la Banca non è mai stata contattata direttamente per essere messa al corrente della situazione e delle prospettive future di Aeradria . Il Comune e la Provincia non sono due clienti “normali” e la Cassa di Risparmio non è un fornitore “normale” ma tutte sono Istituzioni importanti del nostro territorio che non possono non dialogare e parlarsi solo con le carte bollate”. Sconcertante poi, conclude Lombardi, che “le imprese locali che hanno lavorato fidandosi di Provincia e Comune e che oggi hanno la prospettiva di essere saldati con il 30% del loro credito” “non sono state coinvolte bonariamente nella vicenda ma informate semplicemente tramite procedure burocratiche”.
Della situazione drammatica del Fellini parla anche il consigliere provinciale ravennate dell’ Udc Gianfranco Spadoni. L'ente di piazza Caduti detiene una quota di partecipazione in Aeradria che dopo l'aumento di capitale è pari allo 0,83%, passando cioè da oltre 157mila a quasi 26mila con una perdita patrimoniale secca di oltre 131mila euro. L’Udc da tempo chiede alla Provincia di liberarsi di tale quota.
gira la ruota gira
Dalle 11 di domani “La Grande Ruota Panoramica di Rimini” inizierà a girare, i primi venti temerari ci saliranno sopra gratis
12 04 2013 | Rimini | Urbanistica, Ance sulla variante al prg: Anni di lavoro buttati nel cestino. A rischio ingenti investimenti
Rimini | Urbanistica, Ance sulla variante al prg: Anni di lavoro buttati nel cestino. A rischio ingenti investimenti
Secondo Ance (l’associazione dei costruttori edili di Confindustria) la variante al prg approvata ieri sera dal consiglio comunale di Rimini “crea un ulteriore blocco al settore delle costruzioni già al collasso, con ripercussioni sulle imprese stesse, sulla filiera, sui lavoratori e sulle famiglie mettendo a rischio la tenuta sociale. La revisione retroattiva del prg, che aggiunge un'ulteriore salvaguardia alle salvaguardie già esistenti, con la quale si abbatte in maniera drastica la capacità edificatoria, crea notevoli ulteriori difficoltà all'operatività delle imprese, vanifica il lavoro di anni spesso fatto di concerto con i tecnici dell'amministrazione e mette a rischio gli ingenti valori investiti sia direttamente sia grazie al credito ottenuto dalle banche”.
L’Ance quindi prevede i ricorsi dei cittadini o degli imprenditori “per vedere riconosciuti i loro diritti e chiedere il ristoro dei danni subiti”, ma si augura anche “che vengano messi in atto con la stessa urgenza con cui il Comune ha adottato l'approvazione della variante al prg, tutti quei provvedimenti normativi che consentano alle imprese di operare nell'immediato nell'ambito della rigenerazione urbana, nell'adeguamento degli edifici alla normativa sismica ed energetica, sia del centro storico che dell'alberghiero. E che con la stessa urgenza, coerentemente con gli indirizzi espressi, siano approvati Psc e Rue per permettere alle aziende di uscire da questo immobilismo”.
12 04 2013 | Bologna | Regione, Asl Romagna dal 1 gennaio 2014
Bologna | Regione, Asl Romagna dal 1 gennaio 2014
Asl unica, dalla Regione dettano le tempistiche. “La meta è arrivare alla costituzione dell’Azienda Sanitaria unica della Romagna il 1 gennaio 2014, scelta che consentirà di migliorare e qualificare i servizi resi ai cittadini, garantendone la sostenibilità economica anche in tempi di risorse pubbliche calanti”, annunciano da Bologna dove si è svolto oggi un incontro presieduto dall’assessore regionale alle politiche per la salute Carlo Lusenti, alla presenza dei presidenti e dei rappresentanti delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie delle Aziende Usl della Romagna (erano presenti Paolo Zoffoli e Guglielmo Russo - CTSS di Forlì, Claudio Casadio e Fabrizio Matteucci - CTSS di Ravenna, Paolo Lucchi - CTSS di Cesena, Stefano Vitali - CTSS di Rimini).
Il vertice ha deciso che “saranno due coordinamenti, uno a livello politico e uno a livello tecnico, a facilitare la realizzazione di quanto necessario”. Il coordinamento politico, spiega una nota della Regione “sarà presieduto dall’assessore regionale alle politiche per la salute e sarà composto dai sindaci dei Comuni capoluogo, dai presidenti delle Province e dai presidenti delle CTTS delle Aziende Usl della Romagna. Avrà il compito di definire i principi e gli obiettivi generali del riordino, le modalità di realizzazione, gli elementi fondamentali dell’organizzazione e del funzionamento della futura Azienda unica, con particolare riferimento agli aspetti di governance che assicurino una piena ed efficace partecipazione dei territori ai processi di programmazione, di organizzazione e di valutazione”.
Toccherà invece al direttore regionale della sanità la gestione dei comitati tecnici “con il compito di predisporre, sulla base degli indirizzi del coordinamento politico, le analisi e i provvedimenti legislativi e regolamentari propedeutici all’unificazione delle attuali Aziende sanitarie. Si occuperanno anche del riassetto societario ed organizzativo dell’Istituto di Ricovero e Studio dei Tumori di Meldola, necessario a seguito del riconoscimento della qualità di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico e dell’ingresso della Regione nella compagine societaria dello stesso”.
Il prossimo incontro verso la Asl unica è fissato al 16 maggio.
12 04 2013 | Rimini | Urbanistica, il sindaco difende la sua variante. La vittoria di Pazzaglia. Le ragioni dei 5Stelle
Rimini | Urbanistica, il sindaco difende la sua variante. La vittoria di Pazzaglia. Le ragioni dei 5Stelle
Il giorno dopo l’approvazione della variante canta vittoria il sindaco di Rimini Andrea Gnassi, che quella variante l’ha voluta, cercata e ottenuta. Adesso ci sarà tempo 60 giorni per presentare le osservazioni. Gnassi difende il lavoro di due anni. E pensa subito al prossimo atto amministrativo in fatto di urbanistica. Non si tratta di psc e rue, per i quali comunque promette un’accelerata. “A breve – assicura – arriverà un altro atto amministrativo che sancisce la decisione istituzionale politica, già portata in consiglio, di abbandonare i project. E da lì i metri quadri reali risparmiati saliranno. Solo per il progetto Boscovich si parla di 38 mila metri quadri di residenziale, più tra i 12 e 15 mila di commerciale”. Per il project Forster, invece, si parla di 10mila metri per il commerciale, 4mila di direzionale, 9mila di ricettivo. Sempre fuori dalla variante, sono 125mila i metri quadrati di piani decaduti nel corso degli ultimi mesi. Nell’accordo col demanio per il lungomare, infine, c’è di mezzo anche la chiusura di “un project di residenziale vista mare per 35 mila metri”.
Nella sua lotta al cemento, il sindaco annuncia anche che andrà a rinegoziare gli ex articolo 18, progetti esclusi però dalla variante (assieme agli ex articolo 40) grazie a un emendamento presentato ieri in consiglio dalla giunta. “Abbiamo aperto già il dialogo con la diocesi, per l’ex elettrodotto, per via Coletti. Siamo disposti a discutere via Portofino per ridurne l’impatto”, assicura Gnassi.
Altri numeri, questa volta sulla crisi. “Oggi potrebbero partire qualcosa come 60 mila metri di residenziale, 14mila di direzionale-commerciale, 25mila di sociosanitario, 120mila di produttivo, 22mila di terziario. Questo è quello che è previsto dalla pianificazione. Questa roba qui può esserci chiesta, è cantierabile”.
Il sindaco ribadisce di non navigare a vista in fatto di urbanistica. Lui, spiega, sta seguendo la sua strada “tassello dopo tassello”. Ha in mente una strategia a partire dal rifocalizzare piano strategico e psc con il masterplan (“che il prg non rispettava”). “E’ vero, il masterplan – ammette – non è uno strumento urbanistico. Ma è uno strumento giuridico (come le linee d'indirizzo) perché approvato in consiglio comunale. E dunque come tutti gli strumenti giuridici deve guidare le politiche dell'amministrazione”.
I tasselli del sindaco sono tredici: le osservazioni al psc (1.700), le osservazioni della Provincia, il piano di rischio aeroportuale, il piano di recupero del Leonbattista Alberti, la classificazione acustica, il progetto preliminare per la riqualificazione dell’area portuale, l’ammissione al piano città (7,5 milioni di contributo ministeriale) attorno alla colonia Murri, le varianti sulle tensostrutture e i palloni di copertura per gli impianti sportivi, il masterplan, il piano energetico comunale, il piano regolatore per l’edilizia scolastica.
Tredici punti che contribuiranno, garantisce Gnassi, a delineare passo dopo passo l’idea strategica di città, che consentiranno un iter più veloce per l’approvazione di psc e rue (anche se sui tempi il sindaco resta vago ipotizzando di poterci iniziare a lavorare entro l’anno), e l’avvio in tempi rapidi del ‘riuso’, ovvero la riqualificazione del patrimonio esistente, iniziativa facilitata, secondo il sindaco, in particolare dal piano energetico “che ci aiuta a intervenire sulle abitazioni del centro storico”.
Tredici punti che però non bastavano. “Bisognava bloccare ciò che il vecchio prg permetteva e che potenzialmente avrebbe consumato territorio con opere fuori mercato”. Per ottenere lo stop al mattone non era sufficiente quindi la salvaguardia, c’era bisogno della variante perché “le norme di salvaguardia (legge 20 del 2000) consentono continuità del prg fino ad approvazione di tutti e tre i nuovi strumenti fino al poc”.
A proposito di lungomare, Gnassi difende a spada tratta il progetto presentato dal consorzio degli operatori del porto. “Da oggi noi sosterremo lo sforzo non di chi vuole fare case, ma delle imprese che riqualificano la propria attività e attraverso essa la città”.
Infine, il sindaco ringrazia i consiglieri che lo hanno sostenuto, confermando i loro timori. “Ci hanno messo la faccia, si sono accollati un rischio personale”. Dà un giudizio politico. “Ieri sera noi abbiamo dimostrato che innoviamo, che diciamo no al consumo del territorio: fatti al posto delle polemiche sugli anni Cinquanta. Dal consiglio è partito un messaggio che arriva agli elettori e non a chi li rappresenta. Recupereremo i voti che per protesta sui nostri tentennamenti in fatto di edilizia sono andati ai 5Stelle”. E un ultimo messaggio turistico. “Noi oggi investiamo sulla nostra vocazione, il turismo. Abbiamo dei patrimoni avvolti da contesti degradati e servizi che non ci sono. Oggi riqualificazione delle città e sviluppo del turismo viaggiano insieme, e attorno a loro riparte l'economia”.
Circa la loro assenza al momento del voto ieri in consiglio, i 5Stelle spiegano che “i consiglieri di Rimini sono l'espressione diretta di questi cittadini che insieme hanno deciso di non farsi contaminare da certe operazioni. Quello che il sindaco ha portato in consiglio ieri sera è solo un pretesto per pulire la sua tessera di iscritto al Partito democratico, la quale ci risulta essere parecchio datata. Quindi rivendichiamo la nostra estraneità ad operazioni che, alla prova dei fatti, hanno poco a che fare con la lotta al consumo del territorio e non ci prestiamo a legittimare promesse elettorali mai mantenute dal sindaco”.
Nel coro dei vittoriosi, invece, la voce di Fabio Pazzaglia di Sel Fare Comune. “Chi non ha votato a favore dovrà spiegare ai cittadini come intende declinare nel concreto la frase che anche ieri abbiamo sentito risuonare e cioè che saremmo tutti d'accordo a ridurre il consumo del territorio”. Inoltre, “abbiamo finalmente ristabilito un principio che era andato perso nel tempo: l'interesse generale prevale sul particolare”.
Il consigliere di Fratelli d’Italia Gioenzo Renzi dice che “si stanno ancora sprecando tempo (ci vorranno ancora mesi e mesi per l’approvazione definitiva, senza considerare probabili impugnazioni) e risorse (stipendi pagati a dirigenti e impiegati comunali) per una variante “monca” (riguarda solo i Piani Particolareggiati in attesa di approvazione, rimasti esclusi dal “tour de force” di approvazioni selettive e privilegiate prima della adozione del PSC-RUE ) ed agli effetti pratici inutile, ad un vecchio PRG, e per fantasiosi esercizi grafico-pittorici come il Masterplan, che nella situazione attuale non può, di fatto, sortire nessuna nuova previsione in assenza di PSC-RUE approvati”.
12 04 2013 | Rimini | Il tavolo anticrisi del prefetto studia la ‘moneta locale’ di Lucio Gobbi
Rimini | Il tavolo anticrisi del prefetto studia la ‘moneta locale’ di Lucio Gobbi
Il tavolo anticrisi voluto dal prefetto di Rimini Claudio Palomba si riunito questa mattina in comune per parlare di lavoro. Ospite d’eccezione l’economista Lucio Gobbi, ricercatore dell’Università di Trento, per approfondire il suo progetto di un nuovo “sistema di finanza per le comunità locali”: la moneta locale. “Si tratta di un circuito creditizio e di un circuito monetario integrati in un unico sistema di finanza locale”, ha spiegato Gobbi, “un circuito creditizio concepito per agevolare gli scambi tra le imprese”.
Il sistema prevede che ciascuna impresa sia dotata di un conto corrente in moneta locale da utilizzare per pagare e ricevere pagamenti dalle altre imprese. L’obiettivo è che ciascuna impresa abbia il conto in pareggio, cioè che ceda tanti beni quanti ne acquista. Il circuito prevede inoltre che le imprese trasferiscano una parte dei propri attivi ai dipendenti, dotandoli quindi di un borsellino per effettuare acquisti presso le imprese partecipanti e i cui risparmi sarebbero in parte devoluti ad associazioni noprofit.
I benefici del circuito secondo Gobbi sarebbero quelli di garantire “una forma supplementare di finanziamento per le imprese, uno strumento per la contrattazione e la remunerazione integrativa del lavoro, una fonte sistematica e trasparente di finanziamento per il terzo settore, la crescita degli scambi economici locali, senza creare pressioni inflazionistiche, un nuovo patto sociale, fra pubblico e privato, fra impresa e lavoro”. L'economista, in conclusione, garantisce lo spirito sussidiario e mutuale del progetto.
emergenza uomo
Nella foto il manifesto dell'edizione 2013 del Meeting per l'amicizia fra i popoli 2013, dal titolo Emergenza uomo, pubblicato in anteprima su Twitter e Facebook. L’idea creativa è di Emiliano Ponzi.