mattone

Rimini | Maggioranza rarefatta, consiglio comunale lascia a piedi decine di odg


In medio stat virtus, dicevano i latini. Sano consiglio che a Rimini sembra essersi perso, perlomeno nella cornice del consiglio comunale dove o si resta a oltranza fino a tardissima notte, come è successo la settimana scorsa oppure a un certo punto, poco dopo le 9,30 dai banchi della maggioranza ci si alza, ci si allontana e alla fine viene a mancare il numero legale. Intanto, però, sono due le delibere di giunta approvate (tante quante ne sono state bocciate la settimana scorsa in sette ore). “Fino a una settimana fa noi siamo stati additati come chi fa mancare il numero legale, noi che ricordo siamo solo in tre. E invece, quando ci sono cose della minoranza da discutere e votare dalla maggioranza lo si fa mancare davvero, il numero legale, e anche con grande nonchalance”, fa notare il capogruppo 5Stelle Luigi Camporesi.


Con il voto favorevole di maggioranza, Pdl, Lega nord e Fratelli d’Italia (astenuti il M5S e Sel) è stata approvata la variante al prg relativa all’istanza edilizia presentata dal Circolo tennis di Rimini. La storia va avanti dallo scorso anno e riguarda i palloni pressostatoci per la copertura invernale dei campi sportivi (in particolare quelli per il tennis) che costituiscono agli occhi del prg un abuso, anche se di anno in anno vengono montati per l’inverno e smontati per la primavera.
In pratica, il problema nato da una diversa nuova interpretazione della procura si era risolto in parte lo scorso anno per gli impianti di proprietà e gestione pubblica, grazie alla formula dell’interesse pubblico prevalente, ma restava in piedi fino a ieri per gli impianti privati o a gestione privata.
Gli uffici del comune si sono messi a lavoro e hanno trovato la soluzione anche per i privati che passando attraverso una conferenza di servizi potranno montare i palloni sui campi. Sono passati due emendamenti della minoranza. Quello di Gioenzo Renzi che riduce l’altezza dei palloni dai 17 metri concessi dal piano regolatore in zona circolo tennis e quello di Eraldo Giudici che impone al concessionario di mettere a disposizione della collettività per un giorno a settimana il campo, visto l’interesse pubblico, e comunque di mantenerlo in ordine e pulito anche quel giorno là.


Approvata in apertura anche la delibera d’individuazione delle aree pubbliche da adibire al commercio, anche in funzione di posteggi che verranno a mancare in piazza Cavour per i lavori al teatro Galli, con il voto favorevole della maggioranza e l’astensione della minoranza.
A questo punto succede una cosa che ai 5 Stelle puzza un po’. Il consigliere di maggioranza Bertino Astolfi chiede e ovviamente ottiene di far passare avanti una sua mozione. Poi via via i banchi della maggioranza si svuotano, in pochi eroi restano. Dalla minoranza Valeria Piccari chiede sia conteggiato il numero legale: non c’è. Tutti a casa. Il programma della serata trasferito pari pari al giovedì successivo quando si aggiungerà la variatona al prg del sindaco che sarà (dovrebbe) essere votata lunedì in commissione.


All'ordine del giorno c'erano 36 punti. Numerosi certo, ma lo sono perché le risposte da ottenere per la città di Rimini sono veramente tante e meritano lo stesso rispetto della ‘presunta’ guerra al mattone del sindaco Andrea Gnassi che, tanto per cambiare è venuto, ma non c'era niente che gli interessasse e se ne è andato. Dopo aver discusso i primi punti che riguardavano delibere di giunta il PD, alle 21,40, ha levato le tende facendo mancare il numero legale e, di conseguenza, la possibilità di portare avanti le altre discussioni”, raccontano i grillini, criticati e tacciati di ignavia la settimana scorsa da alcuni consiglieri del Pd per la loro assenza. “La minoranza, secondo le norme della democrazia, non è una simpatica appendice adottata per non far sembrare la sala del consiglio comunale troppo vuota”.


Da parte loro i consiglieri 5Stelle dicono che il loro “scopo non è quello di moralizzare nessuno, ognuno se la vede con la propria coscienza secondo i mezzi intellettivi che ha a disposizione, ma ci preme comunque di fornire gratuitamente un suggerimento. I cittadini, quelli citati negli innumerevoli discorsi della giunta, sono capacissimi di capire la differenza tra commissioni consiliari e consigli comunali aperti e chiusi in 72 ore nette, quando si tratta degli interessi di partito, e il resto delle questioni di Rimini che langue nell'ignavia perché non si hanno risposte politicamente convenienti da fornire”.


Ieri, per esempio è stata rinviata ancora una volta, tra le tante la proposta di delibera di Camporesi per fermare la costruzione del forno crematorio. “Doveva essere esaminata entro la fine di febbraio ma giace li, sottoposta ai capricci del sindaco e della maggioranza. Perché a Rimini anche gli sprechi del territorio sono tali secondo i gusti del sindaco”.
In ballo 3milioni in project financing, “ma noi abbiamo dimostrato con il parere di un tecnico per il forno crematorio a Rimini non ci sono sufficienti richieste affinché possa essere gestito in attivo, sarebbe cioè un altro costo per la collettività, anche se è un tema delicato e parlare di queste cose in questi termini è sempre un po’ spiacevole. I forni a Ravenna e Cesena sono già in passivo. Semmai, una buona idea potrebbe essere quella di sottoscrivere, da parte del Comune di Rimini, una convezione per ridurre i costi del trasporto fino a Cesena”.


Quello delle mozioni lasciate a marcire in consiglio comunale è un problema abbastanza sentito. “La verità è che ieri c’erano tantissime mozioni, qualcuna anche ferma da un anno. Purtroppo siamo costretti a lavorare a colpi di mozioni perché di delibere dalla giunta ne arrivano ne arrivano davvero poche”, chiosa Gennaro Mauro del Pdl.

tortora-scuro

Rimini | Bimbo di 5 anni cade dalla finestra, è grave


Un bimbo italiano di 5 anni è ricoverato in ospedale in gravi condizioni dopo essere caduto dalla finestra dell'abitazione dove vive a Viserba Mare, nel riminese. E' successo questa mattina alle 8,20. Il piccolo, soccorso dal personale del 118 con un automedicalizzata e un autoambulanza, è stato trasportato all'ospedale di Rimini con il codice tre, di massima gravità. Per la caduta ha riportato diverse fratture e un trauma cranico. Al momento le sue condizioni sono serie e sono in corso alcuni esami diagnostici per valutare il percorso medico da seguire. Sul posto la polizia che sta ricostruendo la dinamica dell'accaduto. Dai primi accertamenti della Questura di Rimini, l'ipotesi più accreditata è quella di una caduta accidentale. In casa, al momento della tragedia, si trovavano la mamma e il bambino. La donna, dopo aver visto che il bimbo dormiva, si è recata in bagno dove è rimasta alcuni minuti. Al suo ritorno, ha visto che il bambino non c'era più e che davanti alla finestra spalancata c'era una sedia, presa da un altro ambiente.


Probabilmente il bimbo, incuriosito da qualcosa, si è affacciato cadendo di sotto. La donna, disperata, è corsa immediatamente giù per soccorrere il figlio, poi trasportato in ambulanza all'ospedale di Rimini: il piccolo, in gravi condizioni, è in coma farmacologico. (Agi)

tortora-scuro

Rimini | Urbanistica, Federconsumatori ‘scomunica’ Codacons


Andrea Bascucci di Federconsumatori e Graziano Urbinati di Cgil rispondono alla posizione espressa ieri da Codacons rispetto alla variante al prg che intende tagliare del 40 per cento le potenzialità edificatorie sul territorio del comune di Rimini. Il Codacons sosterrà gli eventuali ricorsi da parte dei privati che si vedranno revocare diritti edificatori. “Ricordiamo che il Codice del consumo stabilisce che le associazioni dei consumatori sono “formazioni sociali che abbiano per scopo statutario esclusivo la tutela dei diritti e degli interessi dei consumatori o degli utenti”. E le legge è chiara nel precisare che consumatore ed utente è “la persona fisica che agisce per scopi estranei all'attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale eventualmente svolta”. Ma oltre alla forma, anche la sostanza: è un tipo di consumo che non ci piace e non ci pare meritevole di essere difeso”, dicono Bascucci e Urbinati.


Secondo Federconsumatori e Cgil “le istanze cittadine” “esprimono chiaramente la necessità di riqualificare l'esistente (scuole, alberghi, monumenti, centro storico), offrendo un'occasione di rilancio economico e occupazionale, salvaguardando l'ambiente, la viabilità, la vivibilità del nostro territorio, a discapito della realizzazione di nuovi quartieri dormitorio, idonei solamente ad accrescere il numero già sbalorditivo ed inquietante di oltre 15mila appartamenti sfitti. Ridurre le aree edificabili e riqualificare l’esistente, che è la scelta che faticosamente l’amministrazione comunale di Rimini sta cercando di praticare, e che la maggioranza dei cittadini ha scelto, significa anche abbandonare la vecchia politica speculativa, basata sulla rendita e non sul lavoro”.

tortora-chiaro

Riccione | Comune, pronto per il consiglio il bilancio di previsione 2013


A Riccione il sindaco Massimo Pironi ha presentato oggi le linee del bilancio di previsione 2013, “che garantisce – ha detto il primo cittadino – un’attenzione forte alle famiglie e alle imprese. Sfido a trovare altri Comuni in Italia che come noi abbiano ridotto le imposte Irperf del 50 per cento. Un bilancio sano, con tutti i parametri in ordine. Un solo rammarico: essere stati costretti a introdurre l’imposta di soggiorno per non abbassare il livello dei servizi. Perché questa è una città che vive di qualità, e vuole continuare a offrire qualità ai suoi cittadini e ai suoi ospiti”.


Tra le cose su cui Pironi si è soffermato, la “chiusura anticipata dei mutui” grazie alla quale “il debito pubblico di Riccione si è ridotto in misura considerevole, pari circa a 5 milioni di euro” e anche, per i tributi, la salvaguardia delle fasce deboli “con un intervento di riduzione dell’irpef da 0,2 a 0,1. L’imu sulla prima casa è rimasta invariata rispetto al 2012. Ulteriori sgravi fiscali sono stati pensati per agevolare gli albergatori che gestiscono direttamente la propria attività, i pensionati, le famiglie con portatori di handicap e le famiglie con reddito isee non superiore a 11 mila euro”.
Di contro, però, c’è l’introduzione della tassa di soggiorno, “a tariffe omogenee rispetto alla Provincia di Rimini, e di creare un organo adibito alla destinazione delle risorse derivanti dalla stessa in piena trasparenza”.


Il Bilancio d’esercizio 2013. Sintesi
Il Bilancio d’esercizio del Comune di Riccione per l’anno 2013 è pari a euro 88.978.332,49. Le entrate tributarie previste saranno pari a euro 42.507.747 (IMU e Tares o ex Tarsu). Da trasferimenti da parte di stato, regione o provincia si conta di incassare 2.609.261 euro (contro i 3.475.502 euro del 2012). Da un’altra voce di entrata, quella da entrate extratributarie (locazioni di immobili comunali o altri canoni, dividendi di aziende partecipate, sanzioni da infrazioni al codice della strada ecc.) si prevede di incassare 12.946.043 euro. Le entrate in conto capitale, quelle alienazioni di beni comunali, contributi Unione Europea e oneri di urbanizzazione, ammonteranno a euro 9.609.641.
Tares (Ex Tarsu). Da notizie di ieri dall’incontro tra Anci e Governo, il gettito rimarrà dunque invariato rispetto al 2012, pari a euro 14.250.000.
Tassa di soggiorno. È previsto un gettito di 2.733.861 euro, risorse che verranno destinate allo sviluppo dell’economia turistica nel suo complesso.
Il personale assunto a tempo indeterminato ammonta a 441 unità.
Recupero dell’evasione tributaria. L’Amministrazione comunale ha concentrato i suoi sforzi anche sul recupero di fasce di evasione tributaria. Il risultato è una nuova entrata di 600.000 euro da Tarsu e di altri 750.000 euro dalla vecchia ICI. Il gettito è relativo a tributi evasi nel quinquennio 2008-2012.
Riduzione dell’addizionale Irpef del 50 per cento (da 0,2 a 0,1 per mille).
La liquidità di cassa del Comune di Riccione al 31 dicembre 2012 ammontava a 12.255.000.

nero

Forlì | Aeroporti, Bulbi al capezzale del Ridolfi: La Regione non ha voluto capire che noi saremmo stati più competitivi rispetto a Rimini


Si è parlato di aeroporti questo pomeriggio nella cornice del consiglio della Provincia di Forlì Cesena. Il presidente Massimo Bulbi ha snocciolato una serie di proprie responsabilità e di riferimenti allo scalo riminese.


“Sono sempre stato convinto del ruolo dell’aeroporto come strumento per lo sviluppo, ma anche come sostegno alla nostra economia per esempio per il turismo. Gli studi a livello internazionale indicano un fortissimo sviluppo del trasporto aereo nei prossimi decenni. La Save aggiunge che in futuro ci saranno sempre più passeggeri nelle aerostazioni, per cui i piccoli scali decongestioneranno l’intasamento nei grandi scali. Quello di Forlì è dotato di infrastrutture che lo rendono facilmente raggiungibile, mentre Rimini le deve costruire”, ha esordito il presidente al capezzale del Ridolfi.


Io mi sento responsabile – ha continuato Bulbi – di non essere riuscito a far capire alla Regione Emilia Romagna ed in particolare al Presidente, Vasco Errani, che l'Aeroporto di Forlì, rispetto a quello di Rimini aveva ed ha tutte le carte in regola per essere ricettivo e competitivo ed è all'avanguardia dal punto di vista tecnologico e strumentale. La cosa mi spiace, in particolare, dopo aver letto sui giornali che il presidente di Aeradria, Massimo Masini, quello che vantava di guidare un “aeroporto senza debiti”, lamenta un buco da 37 milioni di euro causato in gran parte dalle spese necessarie all'adeguamento strutturale dello scalo riminese. La Regione, forse perché c'è un riminese in gerito credere sempre ad altri, al punto che quando si parlò di una potenziale fusione, a Rimini sarebbe dovuto andare l'80% di tutto e a noi il resto. Mi sento responsabile di non essere riuscito a far capire, partendo dalla Regione, che grande poteva essere l'opportunità di un accordo con la SaVe di Venezia”.

tortora-scuro

Rimini | Mobbing in comune, l’amministrazione si difende


Due i casi in cui ieri il Codacons, in un unico comunicato, ha punto il comune di Rimini. Sulla vicenda della variante al prg, annunciando che sarà accanto ai privati lesi nei ricorsi, e sul caso di una dirigente comunale sospesa da servizio per venti giorni, dopo aver verificato e chiesto la soluzione a 10mila euro di sprechi a bilancio dei cittadini di Rimini. Dal comune, rispetto a questa ultima notazione, si dichiarano “allibiti”.


“Deve essere smentita categoricamente la ricostruzione dei fatti resa dal presidente del Codacons, viziata da accuse pretestuose. La vicenda processuale di cui parla il comunicato concerne un contenzioso instauratosi con la dirigente nei mesi successivi all’insediamento del sindaco Andrea Gnassi”, ma che secondo il comune non riguarderebbe l’assegnazione alla dirigente del servizio relativo ai trasporti.


Ricapitolando, “prima di quella data la dirigente in questione aveva svolto l’incarico di dirigente dell’Ufficio di supporto del sindaco Ravaioli per le attività di studio e ricerca. Con l’insediamento della nuova amministrazione alla dottoressa Panigalli veniva assegnato, in continuità con il passato, un nuovo incarico di studio e ricerca sulla riforma delle autonomie locali e sulla riforma in senso federale dello Stato. Si trattava di argomenti di particolare rilevanza (si pensi al tema della tassa di soggiorno) e delicatezza che alla dirigente veniva chiesto di approfondire in attesa di porre mano alla riorganizzazione generale dell’ente, poi approvata nel mese di gennaio 2012. Da quella data la dirigente riveste il ruolo di responsabile dell’Unità operativa trasporti scolastici e istituzionali e Politiche del lavoro”.


La causa decisa nello scorso mese di febbraio dal tribunale di Rimini, dicono dal comune, “aveva ad oggetto il periodo precedente l’assunzione da parte della dottoressa Panigalli dell’incarico di dirigente dell’Autoparco e delle Politiche del lavoro (febbraio 2012). Più precisamente con il ricorso al tribunale di Rimini la dirigente lamentava, infatti, di essere stata negli anni oggetto di condotte mobbizzanti e di aver subito ripetute forme di dequalificazione e demansionamento professionale. Inoltre, impugnava la sanzione disciplinare che le era stata applicata nel mese di gennaio 2012”.


Il tribunale la sua sentenza l’ha data e “mentre da un lato, ha annullato la sanzione disciplinare, dall’altro lato, ha rigettato per tutto il resto il ricorso sulle domande di risarcimento per demansionamento e dequalificazione professionale”.


Da ridimensionare l’ammontare degli sprechi segnalati dall’avvocato della dirigente, che in realtà corrisponderebbero a poco meno di 700 euro e non 10mila. Dal comune spiegano anche che “le ragioni della corresponsione di tale indennità agli autisti di scuolabus va individuata nella carenza oramai storica di autisti di rappresentanza (quelli, cioè, che accompagnano il Sindaco e gli assessori), sicché per una settimana al mese ciascun autista di scuolabus era reperibile in caso di malattia o impedimento degli autisti di rappresentanza, in modo che venisse garantito comunque il servizio”, e che comunque la dirigente ha sospeso.

rosso

Rimini | Renziani alla riscossa. Zerbini e Morolli e il loro programma in quattro punti per dare una mossa a Rimini e provincia


Il segnale che aspettavano da sin dopo le elezioni di fine febbraio è arrivato oggi: l’intervista di Matteo Renzi sul Corriere della Sera. O accordo con il Pdl o subito al voto, tutto il resto è perdere tempo, ha detto al quotidiano il sindaco di Firenze. E da Rimini la risposta è arrivata in ‘quattro e quattr’otto’. I renzianzi ci sono. A partire dai consiglieri comunali Samuele Zerbini e Mattia Morolli, più in forma che mai.


Non possiamo più perdere tempo. Quando a Rimini chiude un'azienda al giorno. E in Italia si perdono oltre mille posti di lavoro ogni 24 ore. Quando le banche tagliano l'ossigeno alle imprese, a chi vuole comprarsi una casa, a chi vuole scommettere sul futuro. In queste ore, in cui si parla di una corsa di Matteo Renzi verso palazzo Chigi, a Rimini siamo pronti”, dicono Zerbini e Morolli. “I dati che, solo la settimana scorsa, sono stati consegnati dalla Camera di commercio certificano anche a livello locale una crisi economica che tocca settori storici e che vede la crescita dei nuovi settori dell'economia come realtà che uniscono talenti per i settori design, moda e green economy. Eppure un certo modo di concepire la politica, il "vediamo che fanno a Roma, vediamo cosa dice Bologna" la trasforma nel regno dei burosauri”.


Morolli e Zerbini sottolineano come non serva a nulla "rincorrere movimenti buoni solo a urlare. Nella provincia di Rimini siamo pronti a partire per trasformare il nostro territorio, per cancellare il declino che viviamo. La sfida di Renzi non è solo la sua, ma di un Paese che ormai non può più vivere con l'insegna del "grande futuro alle spalle" ma che vuole ripensarsi. Non è inciucio, è ascoltare le persone e le aziende che dicono "basta, qui non ne possiamo più", perché se non ce la fanno loro, allora non ce la fa più nessuno. Se Rimini è da 60 anni, grazie al turismo, la seconda casa degli italiani, gli italiani vogliono vedere un futuro per questo paese”.


Si inizia quindi subito con una serie di iniziative che i due vogliono portare in consiglio comunale. Hanno già un programma in quattro punti. “A Rimini, per iniziare, proporremo al gruppo Pd e al consiglio comunale alcune proposte, per cambiare il segno al declino. Primo. Sulla scorta delle idee del masterplan, una delibera di consiglio nel quale sia possibile ricostruire il patrimonio edilizio (ricostruire, rigenerare senza occupare metri in più, creando lavoro e qualità architettonica) alberghiero e privato, per adeguarlo a criteri ambientali e antisismici. Secondo. Spingere sempre di più, come già si sta facendo sulla creazione di start up, per le realtà innovative che, dati della Camera di Commercio alla mano, sono quelle con maggiore espansione (design, green economy, catering ). Terzo. Apertura serale degli uffici pubblici (vecchia proposta del Consigliere Angelini, che facciamo anche nostra) per permettere una migliore gestione del tempo da parte di famiglie e imprese. Quarto. In accordo con l'Università, (abbiamo già preso i primi accordi) preparare in pochi mesi un massiccio piano di deburocratizzazione e passaggio on line, per rendere umano il rapporto con l'ente pubblico”.


E non si fermeranno, dicono, alla città capoluogo, ma costruiranno una rete “in tutta la Provincia, con i tanti che ci stanno contattando per ripartire con la politica vera. Questo per noi significa ritrovare il gusto per la politica. E smettere di perdere tempo”.

mattone

Rimini | Urbanistica, nominato il commissario per l’ex Corial. E da Santa Giustina mettono i puntini sulle i


Allo scoccare dell’ultima ora è arrivata la nomina da parte della Provincia del commissario ad acta richiesto il 20 marzo scorso per il piano particolareggiato ‘Area ex Corial’. Al progetto di riqualificazione dell’area tra via Caduti di Nassirya e la statale una pur piccola possibilità in più di vedere la luce che ad altri, Celle e Santa Giustina, è stata negata.


Sulla storia del piano di Santa Giustina (luogo dove il comune ha bloccato un piano che sarebbe andato avanti approvando ne invece un altro che sta per essere dichiarato scaduto perché non convenzionato a distanza di due anni), i privati tornano a fare chiarezza rispetto a imprecisioni che stanno leggendo negli ultimi giorni sui quotidiani locali, nonostante smentite da parte loro e da parte dello stesso assessore in consiglio comunale il 26 marzo scorso.


La prima inesattezza, “è che la variante è stata presentata nel 2010. A tal proposito sono costretto a fare un passo indietro ritornando in terza commissione del 18 marzo allorquando l'architetto Daniele Fabbri, dopo aver presentato il progetto in una forma così semplificata e sbrigandosela in pochi minuti a fronte dell'esistenza di una delibera, di una relazione tecnica e di ragioneria molto estese e ricche di dati e numeri tutti sconosciuti ai consiglieri, che invece li avrebbero aiutati a capire su cosa erano chiamati a deliberare, altrettanto velocemente e sommariamente ha letto e messo via alla svelta la matrice di confronto con il masterplan, infine alla richiesta di un consigliere di sapere a quando risaliva la richiesta di variante in altezza (come se fosse un dato da improvvisare) con molta innocenza ha risposto: "Di recente… mi pare nel 2009" frase che mi ha fatto balzare dalla sedia, ma il pubblico può solo tacere”, ricorda Enzo Montanari, uno dei proprietari.


Altra inesattezza che a via Borghi si augurano di non leggere e sentire più è derivata da quando “ad una ulteriore domanda, posta da un altro consigliere nel proseguo della commissione, che chiedeva la conferma se l'analogo progetto scheda 6.2, dirimpettaio del nostro, fosse stato approvato dal consiglio comunale il 10 marzo 2010 con la stessa variante, (in altezza da 3 a 4 piani sempre rimanendo inalterata la superficie edificatoria utilizzabile) il dirigente in prima battuta ha negato e su sollecitazione di altro consigliere, che ben conosceva la verità, ha risposto ancora sbagliato "forse sì ma approvata precedentemente quando io non c'ero ancora". Tre errori in pochi minuti che certamente non hanno aiutato la commissione ad emettere un verdetto consapevole, meditato, sincero, onesto e corretto! Molto arrabbiato nel pomeriggio ho telefonato all'assessore Biagini, pregandolo di verificare queste forvianti informazioni che sono poi state smentite e corrette da entrambi (assessore e dirigente) come preambolo d'inizio del consiglio comunale del 25 marzo”.


Da qui anche la necessità di riassumere “la cronostoria ufficiale in base alla documentazione agli atti”: “accordo fra i proprietari: agosto 2002; sottoscrizione preliminare di vendita depositata il 25 maggio 2005; prima istanza con il comune del 29 dicembre 2005; presentazione ufficiale del piano particolareggiato con variante il 19 luglio del 2007; messa in pubblicazione per osservazioni(non avvenute) dal 9 dicembre 2010; istruito il 10 marzo 2011; proposto in delibera di consiglio comunale n.2730693 al 6 settembre 2012, ma nessuno ha voluto spiegarmi il motivo che sia stata protocollata dalla presidenza del consiglio solo al 10 novembre del 2012, inoltrata alla valutazione della terza commissione il 17 dicembre 2012 (dopo 102 giorni guarda caso il giorno dopo il masterplan) e rinviata, rimessa in terza commissione l'11 marzo 2013 ed ancora rinviata, riammessa in commissione il 25 marzo 2013 ed inviata al consiglio comunale del 26 marzo 2013, dopo 121 giorni, avendo i proprietari richiesto l'intervento del commissario ad acta e bocciata”.


La verità quindi a Santa Giustina è una sola. “Il nostro progetto è stato presentato ufficialmente il 17 luglio del 2007 nella versione quarto piano in variante al prg (ossia sei palazzine da quattro piani ciascuna, invece di otto da tre piani atte a consumare meno territorio) e non esiste documento agli atti che faccia osservazioni contrarie alla variante giudicata non sostanziale, anzi nella relazione dell'architetto Fabbri si legge che proprio il suo ufficio nella valutazione del procedimento ha ritenuto opportuno prevedere la variante in altezza in questione, le uniche variazioni che hanno interessato l'iniziale impostazione della nostra pratica sono stati piccoli aggiustamenti voluti di volta in volta dai dirigenti che si sono succeduti nel tempo, l'integrazione dell'edilizia residenziale sociale ed abbondanza di opere pubbliche aggiuntive dentro e fuori comparto (introdotte dopo la pubblicazione per volere dell'amministrazione in contropartita alla variante) è giunto, dopo circa otto anni di travaglio in consiglio comunale il 25 marzo 2013 per essere bocciato”.

tortora-scuro

Rimini | Urbanistica, la motivazione commerciale del comune all’aborto dei piani


Secondo l’assessore comunale al commercio Jamil Sadegholvaad ha torto chi dice che il via ai piani particolareggiati del vecchio piano regolatore generale potrà contribuire al benessere dei riminesi creando nuovi posti di lavoro nel settore commerciale. Forse potrebbe essere anche per questo che il comune ha tentato invano il blocco della nomina del commissario ad acta per il piano ex Corial con la commissione di martedì (quella che ha rinviato il voto sulla variantona del sindaco al prg che si sarebbe voluta approvare tra poche ore in consiglio).


L’assessore non nega che “l’arrivo nello scorso decennio a Rimini della grande distribuzione e delle grandi catene e player mondiali ha sicuramente rappresentato un elemento di stimolo, dinamismo, concorrenza che è stato utile per i cittadini consumatori e per l’innovazione e il processo di aggregazione della rete commerciale diffusa”. Ma crede anche “che sia arrivata l’ora di pensare a difendere anche gli interessi di chi c’è già e di chi fin qui ha partecipato a fare di Rimini quello che è, con i suoi pregi e correggendo rapidamente i propri difetti”.


Sadegholvaad avvisa, tirando in ballo anche altre realtà, che “se non si ha chiara l’idea complessiva di città che vogliamo e senza ragionare su questo o quel francobollo rappresentato da un piano particolareggiato piuttosto che un altro e senza vedere “l’effetto che fa”, allora tutto diventa possibile, buono, valido come le ipotesi di costruire l’outlet più grande dell’Emilia Romagna a Rimini nord. Anche questo con centinaia di posti di lavoro lì, in quel francobollo, ma senza vedere i tanti posti di lavoro che si perderebbero nella rete commerciale e la “desertificazione” di aree della nostra città”, riferendosi al tessuto di botteghe “di quella rete commerciale diffusa che concorre a garantire la qualità e la vivibilità della nostra città, non condannando intere aree ad essere solo luoghi dove solo si dorme o solo si lavora”.
E alla fine chiama la categoria ad essere protagonista del rilancio di Rimini.

tortora-chiaro

Rimini | Trc, Lombardi: Innovativo? Opera da prima Repubblica


Trc, questi giorni a Rimini sembra proprio come quando si dice: “battere il ferro finché è caldo”. Nel battibecco su se sia opportuno tirare o no il freno al filobus da 103 milioni arriva anche il consigliere regionale del Pdl, Marco Lombardi. Secondo Lombardi, il trc non è una “infrastruttura innovativa”. Tutt’altro. “È l’ultima realizzazione della prima Repubblica”.


Va ricordato – ricorda Lombardi – che a metà degli anni Novanta l’idea del trc non nacque da una insopprimibile esigenza del territorio ma dal fatto che gli allora cospicui finanziamenti regionali erano stati tutti drenati dai potentati del Pci emiliano, ed a noi erano rimaste le briciole legate solo alla possibilità di un opera di quel tipo che non dico fosse inutile ma certamente non era indispensabile”.
Se questa è davvero la premessa, è “normale chiedersi oggi, come fa un protagonista della politica di quel periodo (Sergio Gambini), se le priorità siano ancora quelle di 20 anni fa o vadano riviste. È evidente a tutti che una grossa parte del partito politico allora sponsor dell’iniziativa oggi è perplesso, è evidente a tutti che i disagi per i cittadini e per le due città coinvolte sono superiori ai benefici, è evidente a tutti che i costi aumenteranno e metteranno in crisi le casse esauste dei due Comuni ed infine è evidente a tutti che una linea monca solo tra la stazione di Riccione e quella di Rimini è peggio di ciò che oggi offre la linea del filobus”.


Lombardi spiega anche come il saltare giù dal costoso bus potrebbe entrare positivamente nella risoluzione del problema fogne. “Le linee di credito aperte dal Comune di Rimini per finanziare il trc gli impediranno di avere la capienza economica per finanziare la ristrutturazione del sistema fognario e degli scarichi a mare ed invito tutti ad esprimersi su quale sia la priorità attuale del nostro territorio rispetto a queste due esigenze”. E pur concedendo, ma Lombardi non ci crede, al trc di risolvere i problemi della mobilità riminese, la domanda è: “Non essendoci i soldi per fare tutto,i cittadini tra il trc e le fogne cosa sceglierebbero?”.


L’obiezione dei costi (51 milioni) da pagare per strappare il biglietto del trc secondo Lombardi, e non è il solo, non reggerebbe. “Oggi la giunta di Rimini, per una sua legittima scelta politica blocca lo sviluppo edilizio della città esponendosi anche a delle ingenti richieste di danni da parte di chi ritiene che siano stati violati dei diritti acquisiti. Si preoccupa degli eventuali danni per il Comune?”.


Rispetto al fatto che non sarebbe possibile ridestinare i fondi ad altre opere infrastrutturali legate alla mobilità riminese, Lombardi segnala “l’esperienza di Bologna e di altre città dove lo spostamento dei fondi statali è stato possibile ed in ogni caso certamente “trasferibili” sarebbero i finanziamenti comunali”.


In definitiva, secondo Lombardi quello che manca in tutta questa vicenda è un po’ di sano realismo e la libertà di cambiare opinione da parte degli amministratori di Rimini. “Se lo faranno non ne subiranno lo scherno da parte della minoranza e assieme potremo cercare, anzi, di ridurre i costi per il Comune”, s’impegna Lombardi. “Visto il momento sarebbe un bell’esempio di “buona amministrazione” dimostrando di piegare la politica alla realtà e non viceversa”.

Pagina 28 di 273