(Rimini) Ufficialmente chiuso il periodo dei saldi, iniziati il 5 gennaio e proseguiti sino al 5 marzo, Confesercenti della provincia di Rimini traccia un bilancio tra luci e ombre. I dati riminesi sono in linea con quelli rilevati dall'indagine a campione condotta in questi giorni dall'associazione a livello regionale tra le imprese commerciali: appena il 10,7% dei negozianti ha registrato un incremento delle vendite rispetto ai saldi invernali 2018, mentre il 44,7% dichiara una diminuzione. Bene invece il primo week-end (5 e 6 gennaio), con un 25,5% dei commercianti che avevano avuto un aumento e solamente il 29,4% un calo.
Lo sconto medio è stato del 50%, per il 16,5% delle imprese superiore a quello dello scorso anno. Il valore medio dello scontrino è stato di 102,1 euro, invariato per il 55,3% delle imprese e diminuito invece per il 35%. L'andamento non troppo brillante dei saldi si aggiunge alle dinamiche negative delle vendite registrata nel corso del 2018, che ha visto una diminuzione nel commercio al dettaglio del 2%
Complessivamente il 51% delle imprese si sono dichiarate non soddisfatte dell'andamento generale dei saldi. Solamente il 10,7% lascerebbero l'attuale normativa così com’è.
I saldi invernali continuano comunque a rappresentare il 24,7% del fatturato totale dei negozi di abbigliamento, calzature e accessori. "I saldi, pur continuando a rappresentare un'occasione importante per il commercio locale, non 'raddrizzano' una stagione difficile – commenta Fabrizio Vagnini, presidente provinciale Confesercenti Rimini -, in cui i negozianti devono fare i conti con la concorrenza dell'online, degli outlet e con una capacità di spesa non ancora tornata ai livelli precrisi. Ribadiamo la necessità di una modifica dell'attuale normativa, che tenga conto delle peculiarità dell'area riminese e consenta di anticipare i saldi invernali al 2 gennaio, per sfruttare l'attrattività del Capodanno e della serie di iniziative collegate".