Nel dibattito attuale è molto più frequente incontrare la parola “populismo” rispetto alla parola “popolo”. È una parola che implica l'esperienza di un'appartenenza, della costruzione di reti e relazioni capaci di durare nel tempo. Nel proprio itinerario intorno alle parole che dividono, ovvero alle parole il cui significato autentico è da riconquistare, il centro culturale Il Portico del Vasaio, dopo aver affrontato le parole “identità” e “tradizione”, si avventura a parlare di “popolo”.
Lo fa prendendo come bussola una riflessione di papa Francesco nella Evangelii Gaudium: “A volte mi domando chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi che costruiscano un popolo, più che ottenere risultati immediati che producano una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana. La storia forse li giudicherà con quel criterio che enunciava Romano Guardini: «L’unico modello per valutare con successo un’epoca è domandare fino a che punto si sviluppa in essa e raggiunge un’autentica ragion d’essere la pienezza dell’esistenza umana, in accordo con il carattere peculiare e le possibilità della medesima epoca»”.
L'incontro avrà luogo lunedì 17 giugno alle ore 21,15 al Teatro degli Atti di Rimini con a tema “Popolo. Un nuovo inizio”.
A condurre la riflessione sarà Chiara Giaccardi, docente di Sociologia e antropologia dei media all’Università Cattolica di Milano. Giaccardi dirige la rivista Comunicazioni Sociali e collabora con diverse testate e con l’Ufficio comunicazioni sociali della CEI.
Autrice di numerosi libri, con il marito Mauro Magatti ha pubblicato Generativi di tutto il mondo, unitevi! Manifesto per una società dei liberi. Secondo gli autori essere generativi significa “mettere al mondo” e “prendersi cura” di quanto generato così che questo possa crescere e fiorire. Una riflessione che si salda perfettamente con il tema della serata Popolo. Un nuovo inizio.