(Rimini) In apertura della seduta di ieri, il Consiglio provinciale ha provveduto con voto unanime alla surroga del consigliere Walter Vicario di Santarcangelo, decaduto a seguito della tornata elettorale del 26 maggio, con il primo dei non eletti della lista di centro-destra, Giancarlo Diotalevi del Comune di San Leo.
E’ stata poi approvata a maggioranza (voto contrario dell’opposizione) la variazione di bilancio n. 6 che segna dopo anni di vincoli rigidi il ritorno alla possibilità di utilizzare l’avanzo di amministrazione accumulato dalla Provincia grazie ad una gestione oculata del Bilancio. Con questa variazione, come illustrato dal Presidente Riziero Santi, viene potenziata per circa 5,8 milioni di euro l’azione della Provincia già pianificata con il bilancio 2019-2021, il bilancio di svolta approvato nei mesi scorsi. Beneficiari principali sono i piccoli Comuni, le strade, le scuole e le pari opportunità. Venendo ai principali capitoli di spesa, si tratta di 1,3 milioni per la viabilità cui vanno aggiunti i già annunciati 500 mila euro per i fossi lungo le strade provinciali (è dei giorni scorsi l’istituzione del Tavolo per la Carta dei fossi in Provincia con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti), 500 mila euro destinati a contributi da mettere a bando per progetti condivisi di intervento sempre sulla viabilità dei piccoli Comuni, 3,3 milioni per le scuole (finalizzati a interventi per l’adeguamento sismico e antincendio in primo luogo), 25 mila euro destinati a progetti per le pari opportunità, che sono una delle funzioni fondamentali dell’Ente, la cui importanza per un cambiamento culturale e una educazione al rispetto è stata sostenuta con forza dalla consigliera delegata Giulia Corazzi.
Approvato poi, sempre a maggioranza, le proposte di modifiche statutarie di “Lepida s.c.p.a.” e la convenzione quadro per l’esercizio del controllo analogo congiunto su Lepida s.c.p. Infine approvato all’unanimità l’ordine del giorno proposto dall’Unione delle Province, che chiede al Governo e al Parlamento di riportare le Province allo stato originariamente loro attribuito quale Ente costituzionalmente previsto, proseguendo con determinazione nel percorso di revisione della Legge 56/14, sia rispetto alle funzioni fondamentali che rispetto alla governance, poiché presentano limiti che hanno causato instabilità e incertezze a danno esclusivo delle comunità e dei territori.