(Rimini) La guardia di finanza di Rimini ha dato esecuzione nei giorni scorsi al provvedimento di sequestro e confisca per equivalente pari a 200mila euro emesso dalla Corte D’appello di Bologna, nei confronti degli eredi di un uomo, ormai defunto, precedentemente residente a Savignano, gravato da precedenti penali e sottoposto ad indagini dalla procura della Repubblica di Rimini, per i reati di usura ed abusiva attività finanziaria.
“Le investigazioni – spiega la guardia di finanza - erano scattate nell’anno 2012 a seguito della denuncia presentata presso gli uffici del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Rimini da un cittadino di origini campane che chiedeva aiuto ai finanzieri affermando di essere vittima del reato di usura, manifestando la possibilità di tentare il suicidio, qualora non fosse riuscito ad uscire dalla morsa dell’usuraio”.
Le fiamme gialle informarono del fatto la procura che diede il via alle indagini, coordinate dal pubblico ministero Paolo Gengarelli. Scattarono intercettazioni telefoniche, perquisizioni, l’escussione delle parti offese, l’esecuzione di mirati accertamenti bancari. Si scoprì che “a fronte di un prestito dell’importo totale di 200mila euro”, l’uomo “si era fatto consegnare da due persone che si trovavano in stato di bisogno, svolgevano un’attività imprenditoriale e che erano in condizioni di difficoltà economiche, altro vantaggio usurario consistente nel trasferimento della proprietà di un ristorante ubicato in Rimini”.
L’uomo, inoltre, “aveva erogato prestiti di denaro a tassi usurari a numerose parti offese (tassi che variavano dal 85% al 958%)” e, “pur non essendo iscritto nell’apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia, aveva svolto attività di concessione finanziamenti attraverso risorse proprie ad una pluralità di soggetti”.
Nel frattempo l’indagato è morto, “ma la richiesta di misure personali e reali era già pendente”. Considerati “i gravi indizi di reato” emersi, i finanzieri hanno proposto alla procura, “di valutare comunque l’applicazione nei confronti dei suoi eredi della misura della confisca dei beni, dei quali G.B. era risultato proprietario in maniera sproporzionata rispetto al reddito prodotto ed all’attività economica svolta”.
La proposta è stata condivisa dal pubblico ministero Davide Ercolani, che richiesto il relativo provvedimento alla Corte d’appello di Bologna. Il tribunale “ha di recente emesso il decreto di confisca del fabbricato ad uso ristorante ubicato in Rimini, ritenuto provento del delitto di usura, nei limiti di un valore pari a euro 200mila, delegando per l’esecuzione le fiamme gialle riminesi”.
Tuttavia, accertamenti più recenti hanno portato alla luce il fatto che “il ristorante era stato ceduto dagli eredi ad un terzo in buona fede, pertanto veniva proposto alla procura generale della Repubblica presso la Corte d’appello di Bologna, di applicare il sequestro e la confisca per equivalente ad altro bene immobile, una villa ubicata a San Mauro Pascoli (FC) pervenuta agli eredi, nei limiti di un valore pari a 200mila euro”.