(Rimini) Dehors, sulla stretta della soprintendenza il sindaco di Rimini ha inviato oggi una lettera all’architetto Vincenzo Napoli. Tre anni fa, infatti, il comune di Rimini ha approvato un regolamento che ora la soprintendenza vorrebbe superare, eppure ricorda Gnassi nella sua lettera, “il lavoro di redazione del Regolamento è stato effettuato in stretta collaborazione con la Soprintendenza e ha tenuto conto, in primis, delle esigenze della tutela e valorizzazione del centro storico con la consapevolezza che la riappropriazione della città da parte dei cittadini e dei turisti non poteva prescindere dalla fruizione e dalla vitalità degli spazi urbani”.
L'Amministrazione Comunale, spiega Gnassi, “ha connotato i propri anni di mandato per la propria massima tensione al superamento dell'immagine di una città fratturata e frazionata, una tensione che ha posto tra i suoi obiettivi strategici fondamentali, intraprendendo un impegnativo e ambizioso percorso di recupero e valorizzazione della propria identità storica, culturale e architettonica. Il tema della tutela e della riqualificazione del patrimonio architettonico, artistico e della rigenerazione delle infrastrutture culturali si inserisce prepotentemente nel cuore questa nuova visione urbana, incentrando la propria attenzione su quelli che sono i veri e propri “motori culturali” che hanno lo scopo precipuo di offrire una nuova visione e un utilizzo del centro storico, sia in termini di identificazione e fruibilità per i cittadini, che di attrazione storico/turistica”.
“La vera sfida culturale della Città di Rimini è dunque questa: gestire, organizzare e mettere in rete un inedito, consistente patrimonio di luoghi riqualificati e rigenerati, potenzialmente in grado di attrarre in città centinaia di migliaia di nuovi viaggiatori. E, contemporaneamente, ridisegnare la 'skyline' dell'identità collettiva, restituendo alla comunità spazi culturali mai usufruiti da intere generazioni e dunque occasioni di fare e produrre cultura sia direttamente che in maniera indotta”.
“Questo incessante lavoro di cucitura è strategico e strutturale, legato a doppio filo con la pianificazione dello sviluppo della città, che mira a sostituire i “motori immobiliari” con una rete di importanza internazionale di “contenitori culturali”. L'integrazione strutturata tra proposte culturali e turistiche è diventata, dunque, un driver di lavoro da cui Rimini non può e non vorrà più prescindere. In questa fase strategica di transizione, si è instaurata tra l’Amministrazione Comunale e la Soprintendenza una proficua e continua collaborazione che ha portato ad importanti risultati in termine di valorizzazione del patrimonio storico di Rimini in linea con l'idea di Città che è alla base del mandato di questo Ente”.
“Il rilancio della parte storica, con la recente riapertura al pubblico dello storico Teatro Galli, con la creazione della nuova Casa del Cinema ex cinema Fulgor, con lo svincolo di Piazza Malatesta da funzioni inappropriate attribuitele, con l’apertura di Castel Sismondo, con la realizzazione della piazza sull’acqua all’invaso del Ponte di Tiberio, con il Porto Antico e la Rimini romana, offre solide leve sulle quali fare pressione per promuovere e consolidare il processo di trasformazione in atto. La pedonalizzazione dell'area compresa tra il Castel Sismondo e il Teatro Galli, con l'eliminazione dei parcheggi, rientra tra gli obiettivi del Masterplan e del Piano Strutturale Comunale approvati dal Comune di Rimini, per restituire in prima istanza la qualità dei suoi spazi aperti, liberando la superficie dalla sosta delle auto, limitandone fortemente l'uso e pedonalizzandone intere parti. In altre parole, Rimini ha affrontato e sta affrontando uno dei più grandi progetti di riqualificazione e di ‘liberazione’ del centro e del proprio patrimonio storico e artistico attualmente in corso nel Paese. E’ proprio in questo ambito, coerentemente con le progettualità sopra richiamate, che l'Amministrazione Comunale ha approvato il "Regolamento dei dehors nel centro storico" con deliberazione del Consiglio Comunale n.12 del 03/03/2016”.
“Il lavoro di redazione del Regolamento è stato effettuato in stretta collaborazione con la Soprintendenza e ha tenuto conto, in primis, delle esigenze della tutela e valorizzazione del centro storico con la consapevolezza che la riappropriazione della città da parte dei cittadini e dei turisti non poteva prescindere dalla fruizione e dalla vitalità degli spazi urbani. La collocazione di arredi all’aperto si inserisce, pertanto, in una visione precisa che contrappone al degrado, alla paura e al timore dei tempi d’oggi, la socialità e la riappropriazione degli spazi pubblici riqualificati come luogo di incontro. Spazi e luoghi oggi liberati dal soffocamento di auto, dal degrado di intere aree riqualificate da occupazioni invasive sia temporanee che permanenti. In questo contesto l’individuazione attraverso apposito regolamento di precisi e cogenti criteri per la collocazione di dehors ha favorito la fruizione del patrimonio artistico e monumentale prima di fatto limitato e impedito. E in questo contesto e per questa via è stato perseguito l’obiettivo di favorire l’aggregazione sociale nei contesti urbani costituisce una delle principali risposte al tema della percezione della sicurezza urbana. Queste strutture leggere, sempre reversibili e di elevato livello estetico, sono chiamate ad assolvere ad un importante ruolo: circoscrivere l’occupazione selvaggia di auto, e rifunzionalizzare luoghi e attività nel nome delle relazioni tra persone. In altre parole, essi hanno persino liberato e circoscritto spazi prima impediti ad una vera e libera fruizione dei cittadini. Queste stesse strutture hanno così favorito la dinamicità e vitalità del centro storico e offrire un servizio ai cittadini e ai numerosi turisti che visitano la nostra città”.
“E’ opinione dell’Amministrazione che questo risultato, tanto apprezzato anche da altri Comuni italiani, sia stato possibile solo grazie alla collaborazione tra Comune e Soprintendenza che ha consentito di coordinare le necessità di tutela e del centro storico con le esigenze di rigenerazione e degli spazi urbani. In merito alle risultanze di diverse verifiche effettuate su alcuni dehors del centro storico che risulterebbero realizzati in contrasto con le prescrizioni impartite e le autorizzazioni rilasciate sulla base del regolamento approvato nel 2016, si deve ricordare, come l’articolo 17 del Regolamento sui dehors (capitolo “Sanzioni”), preveda, per i casi di mancata osservanza delle prescrizioni impartite, il mancato rinnovo dell’autorizzazione all’occupazione del suolo pubblico per l’annualità successiva. Questa è, di fatto, come sancito dal Regolamento, una sanzione già di per sé adeguata per le violazioni perpetrate, mentre il pregiudizio indiscriminato per tutta la categoria degli esercizi pubblici non potrebbe esserlo”.
“Le limitate e individuate difformità rispetto alle indicazioni e prescrizioni contenute nei provvedimenti autorizzativi non possono e non devono mettere in discussione i risultati prodotti in questi anni che, oltre ad aver rivitalizzato un’economia in stallo, ha portato alla valorizzazione e al miglioramento del decoro del centro storico con grande apprezzamento da parte della collettività”.
“Va sottolineato ancora una volta come il regolamento in vigore (approvato con il parere della Soprintendenza) sia preciso, severo, rigoroso, al punto da imporre l’uso dei materiali e di misure, la scelta dei colori, il rispetto di prescrizioni tecniche. In base a quanto disciplinato, si è positivamente modificato il volto delle situazioni commerciali in Città, in precedenza caratterizzate non raramente da poca qualità (si pensi solo all’occupazione di suolo pubblico e a all’utilizzo scriteriato di manufatti invasivi e in plastica). Ora invece il contesto è mutato, presentando un insieme di strutture coordinate e persino semplificate. Si ponga l’occhio attualmente alla evidente diminuzione numerica di tali strutture rispetto al recente passato in cui non esisteva alcuna disciplina regolamentare (un esempio per tutti, Piazza Tre Martiri). Inoltre, non si può negare che l’effetto più apprezzabile generato dal Regolamento sui dehors - che ha richiesto e imposto canoni, prescrizioni e criteri -, sta nel fatto che gli imprenditori si sono spinti in investimenti economici importanti, considerata la qualità richiesta per la realizzazione degli stessi. Essi si sono fattivamente impegnati nel miglioramento estetico degli spazi esterni nel rispetto delle prescrizioni impartite dalla Soprintendenza. Una loro indiscriminata penalizzazione, nonostante gli sforzi che hanno fatto, sarebbe non solo un errore capitale, ma configurerebbe l’esposizione di tutti i soggetti, compresa l’Amministrazione Comunale, a contenziosi di natura risarcitoria con possibili, quanto imprevedibili, sul piano delle conseguenze, ripercussioni sul piano delle responsabilità penali e erariali”.
“È per questa ragione che siamo a confermare come codesta l'Amministrazione intenda proseguire nelle rigorose linee tracciate dal Regolamento in discorso, che tutela e disciplina in maniera finora adeguata la materia dell’installazione dei dehors sul suolo pubblico, ritenendo che le attività di rilascio delle autorizzazioni e quella di controllo della loro attuazione siano il risultato di un’azione in totale sinergia con la Soprintendenza, pur specificando che sono funzioni e attività di propria competenza”.
“Infine, un ulteriore tema di riflessione è offerto dalla situazione generale di quei dehors autorizzati con carattere di stagionalità, nonostante la richiesta originaria fosse a titolo permanente, i cui titolari, pur avendo rispettato integralmente le prescrizioni autorizzative, sono stati invitati, al di fuori del perimetro di competenza e al di là di quanto previsto dal Regolamento in discorso, a disallestire le dotazioni alla data del 31 ottobre. Un tema che, anche per la vicinanza temporale, ha necessità di un rapido e positivo chiarimento. In questo senso, per le ragioni sopra esposte e per buoni risultati dimostrati nel corso del periodo autorizzato in termini di ricaduta generale, l’Amministrazione Comunale conferma, per competenza e per diritto, le concessioni in termini di durata annuale delle suddette strutture denominate dehors”.