(Rimini) “Nella provincia di Rimini l’edilizia va di pari passo con l’industria turistica, insieme ne costituiscono da sempre il volano dell’economica. Secondo l’ordinamento costituzionale Italiano le regioni sono i principali soggetti a cui spetta legiferare in tale materia e dalla crisi finanziaria del 2008-2009 la Regione Emilia-Romagna non ha fatto altro che ingessare ulteriormente il settore”, spiega il candidato della Lega Matteo Montevecchi.
“Con la LR n.20/2000 negli ultimi 20 anni si e’ passati da uno strumento unico regolatore (il PRG) a 3 strumenti (PSC-RUE-POC), poi di recente ridotti a 2 con la LR 24/2017, complicando le procedure e gettando incertezza sui tempi degli investimenti. Negli anni ’90 per l’approvazione di un Piano Urbanistico che in genere contiene strutture pubbliche (strade, parcheggi, palestre, scuole, ecc.) occorrevano circa 2 anni, oggi non ne bastano 5; i tempi di rilascio dei permessi di costruire sono anch’essi raddoppiati; il numero degli enti esterni ai Comuni che intervengono nelle istruttorie e’ cresciuto esponenzialmente. Si e’ arrivati al paradosso che per cambiare la destinazione d’uso di un singolo vano in un capannone artigianale o in un albergo costruiti negli anni ’60 va richiesta una nuova abitabilita’ sull’intero fabbricato rispondente alle norme piu’ recenti, cosa del tutto irragionevole ed insostenibile”.
Nel periodo” in cui e’ stato affossato un intero settore che era un fiore all’occhiello della nostra economica la regione ha risposto concedendo ai Comuni di far cassa attraverso l’aumento degli oneri concessori. La legislazione urbanistica regionale non ha mai riconosciuto la peculiarita’ della fascia turistica costiera impedendo di fatto la ristrutturazione degli hotel, semmai al contrario preoccupandosi di imporre vincoli di svariata natura quali il vincolo alberghiero e le colonie marina. L’attuale legge sul condohotel e’ del tutto inapplicabile se non per hotel al di sopra delle 80-100 camere”.
Se eletto, Montevecchi si farà “subito promotore di proposte di legge basate sui seguenti principi: riduzione dei vincoli sulle colonie e su tutta la fascia turistica, tale per cui la destinazione di un edificio dovra’ essere determinata da parametri di sostenibilita’ economica e non imposta da vincoli anacronistici; una nuova legge sul condohotel con la parte residenziale in aggiunta rispetto all’attuale cubatura e non a detrazione come avviene oggi; abbattimento degli oneri di costruzione con azzeramento nella aree rurali al fine di evitare l’abbandono e lo spopolamento delle aree disagiate presenti sul territorio regionale, entroterra e appennino Riminese Valconca e Valmarecchia, la regione Emilia Romagna compenserà il mancato gettito ai Comuni istituendo un fondo a hoc”. E ancora: “revisione su tutta la regione della classificazione dei vincoli ambientali con una mappatura puntuale dei territori. Infatti molti casi ciò che è regolato e classificato a livello di cartografia, non corrisponde alla realtà e questo porta un dispendio di tempo e di risorse a carico di colui che vuole effettuare l’intervento; riduzione degli enti preposti ad intervenire dei processi formativi dei titoli edilizi. In buona sostanza un passaggio da un cultura del vincolo ad una concezione per la quale le norme urbanistico-edilizie passano da un cultura del vincolo al servizio e sostegno del progetto di sviluppo del privato”.