Elezioni, Galli sulla pesca

Giovedì, 23 Gennaio 2020

(Rimini) “La pesca è un tema che spesso non è alla ribalta delle prime pagine dei giornali, anche se, specie in questa provincia, è uno dei motori fondanti della nostra economia e della vita di tante realtà locali. Le normative europee non hanno fatto altro che indebolire un terreno già precario, minando la stabilità di interi comparti produttivi”. Così il candidato della Lega Bruno Galli. “L’Emilia Romagna di domani, nelle sue competenze, deve fare il possibile per invertire questa tendenza. Su tutto, proponiamo l'assegnazione di aree di pesca affidate ai richiedenti, siano essi enti pubblici o associazioni, esattamente come in ben altre 18 regioni italiane. Non solo le concessioni aiuterebbero una migliore regolamentazione, ma contribuirebbero anche alla maggior tutela delle nostre acque, visto che la proposta ha in sé anche l'obbligo di vigilanza a carico dei richiedenti. Inoltre, non possiamo più ignorare la trascuratezza della nostra città da parte della Regione in questo ambito, disagio espresso dagli stessi pescatori al presidente uscente proprio di recente. Un porto come quello di Rimini, con gli indotti di merce e capitale che riesce a muovere, deve essere una perla da riscoprire e valorizzare, nel rispetto anche delle persone che spendono la vita lavorando sul campo e che si meritano un trattamento diverso”.
I nostri pescatori “sono i primi ad avere l’interesse a lavorare nel rispetto dell’ambiente e dell’equilibrio del mare e della fauna che vi abita, perché da questo deriva la loro sopravvivenza professionale ed economica. Ma non è possibile accettare tutto quello che l’Europa impone e che la Regione Emilia Romagna attualmente appoggia, in quanto parte del sistema di governo che difende a spada tratta i regolamenti assurdi imposti dall’UE. Non possiamo pescare alcune specie dei nostri pesci, dobbiamo sottostare a fermi pesca di tipo burocratico e non scientifico, ci facciamo riempire le pescherie di specie che arrivano da chissà dove e allevati con chissà quali sistemi, mentre a casa nostra non possiamo pescare quello che desideriamo seguendo regole opportunamente studiate per il nostro mare. E chi paga il conto di tutto questo? I nostri pescatori, le nostre pescherie, i nostri ristoranti e i nostri alberghi… la nostra salute! Andiamo in Regione a difendere i nostri 137 Km di costa, i nostri pescatori che da secoli lavorano nel nostro mare, lo rispettano e lo conoscono meglio dei burocrati della UE!”.
“Inutile raccontare bugie a chi attende da anni una struttura adeguata per svolgere il proprio lavoro. Penso al mercato coperto, ma anche al mercato ittico: le strutture attuali non sono degne della nostra città. E troppo tempo hanno fatto passare i governi di sinistra senza fare nulla. Queste sono le reali situazioni di tante categorie che a fronte di tante promesse si ritrovano le pive nel sacco. Il sistema pesca di Rimini attende da "secoli" una struttura moderna e adeguata alle esigenze di una flotta importante e preziosa, che tiene in vita centinaia di famiglie e fa lavorare un indotto altrettanto significativo per l'economia della zona. Andiamo in Regione a difendere i nostri 137 Km di costa, i nostri pescatori che da secoli lavorano nel nostro mare, lo rispettano e lo conoscono meglio dei burocrati della UE!”.