(Rimini) La diminuzione annua delle imprese giovanili attive è superiore alla variazione altrettanto negativa regionale e nazionale. Il calo riguarda tutti i principali settori economici (commercio, costruzioni, alloggio e ristorazione, manifatturiero, servizi alle imprese e alle persone) ad eccezione dell'incremento registrato nel settore agricolo. Molto negativi, nel complesso, anche i risultati nel medio periodo. Nota positiva, comunque, è la crescita delle società di capitale gestite da giovani.Al 31 dicembre 2019 nel sistema aggregato Romagna (Forlì-Cesena e Rimini) si contano 4.916 imprese giovanili attive, che costituiscono il 7,0% del totale delle imprese attive (7,4% in Emilia-Romagna e 9,5% in Italia).
"Purtroppo i dati segnalano un ulteriore calo dell'imprenditoria giovanile nei nostri territori, che ha superato i dati regionali e nazionali – commenta Alberto Zambianchi, presidente della Camera di commercio della Romagna – Forlì-Cesena e Rimini –. Gli attuali scenari, internazionale e nazionale, inoltre, non favoriscono la crescita e, se a questo si aggiungono le difficoltà che gli imprenditori under 35 devono affrontare, in particolare nei primi anni di attività, è comprensibile che sia ritenuto sempre meno attrattivo intraprendere. Occorre puntare, quindi, sulle attività di supporto, come quelle che svolgono sui territori gli incubatori/acceleratori d'impresa, e su percorsi di educazione e cultura imprenditoriale. In questo la scuola ha un ruolo fondamentale e anche la Camera di commercio della Romagna e tutto il Sistema camerale contribuiscono concretamente con le tante iniziative di orientamento e formazione, per stimolare vocazioni imprenditoriali e nuove competenze, in particolare quelle digitali e la cultura del rischio, imprescindibili per affrontare i mercati. Ritengo anche che sia doveroso tenere in debito conto la spiccata propensione all'innovazione di prodotto e di processo dei giovani, che rappresenta la spinta fondamentale per la crescita economica e sociale. Ciò significa che il mondo del lavoro e il sistema imprenditoriale, hanno bisogno dei giovani – e non il contrario – per innescare processi virtuosi di sviluppo e incremento della competitività delle imprese e dell'attrattività del territorio".
Nel confronto con il 31 dicembre 2018 si riscontra un calo delle imprese giovanili del 3,0%, superiore alla variazione altrettanto negativa regionale (-2,3%) e nazionale (-2,7%). Consistente, purtroppo, la flessione nel medio periodo: -16,2% rispetto al 31 dicembre 2014. I principali settori economici risultano, nell'ordine: Commercio (28,3% delle imprese giovanili), Costruzioni (16,8%), Alloggio e ristorazione (14,5%), Altre attività di servizi (prevalentemente servizi alle persone) (7,0%), Agricoltura (6,7%), Industria Manifatturiera (5,7%) e Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (3,9%).In termini di variazione annua si registra un calo delle imprese giovanili in tutti i principali settori, con l'unica eccezione rappresentata dalla crescita nell'Agricoltura (+4,4%); nel dettaglio, -4,4% nel Commercio, -4,8% nelle Costruzioni, -0,3% nell'Alloggio e ristorazione, -2,3% nelle Altre attività di servizi, -2,4% nel Manifatturiero e -9,0% nel settore Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese. Le imprese giovanili con la maggior incidenza percentuale sul totale delle imprese attive appartengono ai seguenti settori: Attività finanziarie e assicurative (11,0%), Altre attività di servizi (10,3%), Alloggio e ristorazione (9,5%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (9,4%), Informazione e comunicazione (8,5%), Commercio (8,4%) e Costruzioni (8,0%). Riguardo alla natura giuridica la maggior parte delle imprese giovanili sono imprese individuali (74,7% del totale), alle quali seguono le società di capitale (15,5%) e le società di persone (9,0%); nel confronto con l'anno precedente è da evidenziare la buona crescita delle società di capitale (+4,5%) a cui si contrappone la diminuzione sia delle imprese individuali (-4,0%) sia delle società di persone (-5,1%).
Al 31 dicembre 2019 in provincia di Rimini si contano 2.536 imprese giovanili attive che costituiscono il 7,4% del totale delle imprese attive (7,4% anche in Emilia-Romagna e 9,5% in Italia). Nel confronto con il 31 dicembre 2018 si riscontra un calo delle imprese giovanili del 2,3%, simile alla variazione altrettanto negativa regionale (-2,3%) e inferiore a quella nazionale (-2,7%). Alta, purtroppo, la flessione nel medio periodo: -12,7% rispetto al 31 dicembre 2014. I principali settori economici risultano: Commercio (28,4% delle imprese giovanili), Costruzioni (17,2%), Alloggio e ristorazione (17,1%), Altre attività di servizi (preva-lentemente servizi alle persone) (6,3%), Industria Manifatturiera (5,1%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (4,5%) e Agricoltura (4,2%). Rispetto al 31 dicembre 2018 calano le imprese giovanili nel Commercio (-5,0%), nelle Costruzioni (-2,9%), nelle Altre attività di servizi (-1,9%), nel Manifatturiero (-6,5%) e nel settore Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (-3,4%), mentre aumentano quelle operanti nell'Alloggio e ristorazione (+3,6%) e, soprattutto, nell'Agricoltura (+11,5%). I settori con la più alta incidenza percentuale delle imprese giovanili sul totale delle imprese attive sono, nell'ordine: Attività finanziarie e assicurative (12,6%), Altre attività di servizi (10,7%), Noleggio, agenzie viaggio e servizi alle imprese (10,1%), Alloggio e ristorazione (9,2%) e Informazione e comunicazione (9,2%). Riguardo alla natura giuridica prevalgono le imprese giovanili individuali (72,8% del totale), seguite dalle società di capitale (17,0%) e società di persone (9,4%); nel confronto con l'anno precedente si registra un buon incremento delle società di capitale (+5,1%), al quale si contrappone la diminuzione sia delle imprese individuali (-3,7%) sia delle società di persone (-0,8%). In un contesto di analisi territoriale, infine, si evidenzia come la maggioranza delle imprese giovanili provinciali si trova nel comune di Rimini (46,3%), classificato come "Grande centro urbano"; buona anche la presenza nei comuni di Riccione (10,4%), Bellaria Igea Marina (6,9%), Santarcangelo di Romagna (5,5%) e Coriano (2,5%), ossia nei cosiddetti "Comuni di cintura" (totale 25,3%), e di Cattolica (6,2%), Misano Adriatico (4,4%) e San Giovanni in Marignano (2,2%) ("area del Basso Conca", totale 12,8%). Ad essi vanno aggiunti i comuni di Morciano (2,4%) e Montescudo-Monte Colombo (1,5%) (Valconca), Verucchio (2,6%) e Novafeltria (1,7%) (Valmarecchia).