(Rimini) Ieri il commissario regionale per l’emergena coronavirus, Sergio Venturi, ha anticipato un piano per effettuare i test a tutto il personale sanitario della Regione che presenterà a breve al presidnete Stefano Bonaccini. Oggi i sindacati Cgil, Cisl e Uil rendono noto di aver raggiunto più di 16mila firme con la campagna lanciata per la modifica dell'articolo 7 del decreto legge Speranza che abolisce la quarantena per il personale sanitario.
“Sempre nelle ultime ore abbiamo apprezzato l’intenzione della Regione di predisporre un piano di potenziamento dei tamponi, anche per gli asintomatici, a partire dagli operatori sanitari. D’altronde ampliare la platea delle persone da sottoporre a tampone è una richiesta dell’OMS e quindi della comunità scientifica”, spiegano i sindacati. “Chiediamo però con forza al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all’assessore alla Sanità Raffaele Donini di fare il prima possibile: serve un impegno concreto e rapido a tutela della salute di chi lavora e della popolazione, perché la situazione attuale ci preoccupa moltissimo”.
Tutti i professionisti delle strutture sanitarie e socio-sanitarie dell’Emilia-Romagna “devono essere dotati immediatamente dei giusti dispositivi di protezione individuale e sottoposti subito al tampone, anche se asintomatici, così da accertare se hanno contratto o meno il virus. È inoltre fondamentale che vengano messi in quarantena fino all’esito del tampone. Essere sicuri che medici infermieri OSS tecnici di radiologia e di laboratorio, fisioterapisti, e tutti gli operatori in servizio a contatto con pazienti positivi, abbiano la certezza di un tampone negativo, è il primo strumento per evitare che si rischi di trasformare le strutture sanitarie in punti di propagazione del virus”.
“Sappiamo che eseguire i tamponi a tutto il personale entrato in contatto diretto di pazienti positivi comporta un impegno organizzativo e di risorse importante, come sappiamo che sia altrettanto uno sforzo privarsi dei professionisti in attesa del referto del tampone, ma lo riteniamo l’unico strumento, in una prospettiva temporale dell’emergenza oggi non conosciuta, per tutelare la salute dei professionisti, dei loro familiari e dell’intera collettività”.