(Rimini) Le Industrie Valentini hanno comunicato ieri pomeriggio ai sindacati di aver depositato presso il Tribunale di Rimini ricorso per concordato in bianco, già iscritto al registro imprese di Rimini. “Una procedura - spiegano i sindacati - che intende tutelare il ceto creditorio congelando tutti i debiti aziendali, compresi quelli verso i lavoratori, alla data del 17 marzo 2020”.
Questa decisione “assunta dalla più importante azienda del legno di Rimini, specializzata nella produzione di mobili in kit e nell’arredamento per la casa”, sottolineano i sindacati, “è legata anche al recente inasprirsi della crisi del settore. In questi ultimi anni la società ha subito consistenti cali di fatturato e ha dovuto assorbire – anche negli ultimi mesi – importanti insoluti e ritardi negli incassi da clienti. Tra questi la società ci ha evidenziato il triplice default del Gruppo Mercatone Uno, che ha lasciato impagati debiti sia da parte del Gruppo ante Amministrazione Straordinaria che successivamente da parte della procedura ministeriale e da ultimo dall’assuntore (ora fallito) Shernon Holding”.
Da tempo l’azienda aveva avviato programmi ed attività di riposizionamento sul mercato, ed “in particolare dall’estate scorsa ha cercato un nuovo partner industriale per rilanciare la produzione ed il marchio. Negli ultimi mesi l’azienda ci ha comunicato di essere in procinto di chiudere una trattativa con un importante Gruppo del settore, prevedendo un intervento finalizzato a mantenere la continuità aziendale e a tutelare il presidio occupazionale. Purtroppo, l’aggravarsi della situazione del mercato per le note vicende sanitarie che hanno indotto alla chiusura di tutti i centri commerciali e della clientela al dettaglio, ha portato ad un peggioramento della situazione e ad una sospensione della trattativa con il terzo interessato. I tempi dell’auspicata operazione sono stati sospesi e rinviati al necessario miglioramento del contesto economico nazionale”.
I sindacati, “fiduciosi che le trattative per la ripresa e la prosecuzione dell’attività, anche tramite l’affitto o la vendita di ramo d’azienda, possano essere riavviate prima possibile per garantire la continuità di una realtà storica che attualmente occupa 160 lavoratori diretti più circa 40 per attività in appalto”, hanno chiesto un “ulteriore incontro all’azienda e chiederemo immediatamente un incontro al commissario giudiziale, appena sarà nominato. Ciò per attivare gli opportuni strumenti e fare ricorso alla cassa integrazione straordinaria, con gli obbiettivi di continuare a garantire una forma di sostegno al reddito per i tanti lavoratori occupati e per evitare la perdita di posti di lavoro”.