(Rimini) “Il Covid- 19 ha dato a tutti una lezione che non possiamo ignorare: i Comuni e quindi noi sindaci ci siamo dovuti rimboccare le maniche, operare con coraggio e determinazione, prendendo difficili decisioni per la salute dei cittadini. Con quella rigidità, lo ammetto, che all'inizio hanno provocato critiche dai più scettici ma che poi, sono convinta, hanno aiutato a salvare delle vite”. Così il sindaco di Riccione Renata Tosi.
“In un continuo e non sempre semplice lavoro di conciliazione con il territorio amministrato e con quelli dei Comuni vicini, con le istituzioni nazionali. Abbiamo fatto appello allo spirito di comunità, al senso civico e al rispetto delle regole. Ma non pensiamo neanche un momento che quando l'emergenza sanitaria si troverà nella famosa fase 2 (solo con analisi per tutti sarà efficace), potremmo tirare un sospiro di sollievo. Niente affatto, perché ci troveremo con le casse vuote e una parte consistente dei nostri concittadini alle prese con una crisi economica che al momento pare inevitabile. Non è da me, anzi non lo è mai stato, aspettare la "manna dal cielo". Certo se arrivano i soldi dallo Stato per ripianare i conti degli Enti pubblici, - come è logico che sia - saremmo i primi ad utilizzarli per i cittadini, per rilanciare Riccione, per dare respiro a tutto il comparto del turismo. Aspettare, però, non vuol dire essere veloci e qui il tempo è un fattore determinate. Quindi credo fondamentale anche fare delle proposte concrete in linea con l'amministrazione che mi trovo a governare. Per far ripartire lavoro e economia insieme, perché l'uno non prescinde dall'altra, dobbiamo fare con quello che noi sindaci abbiamo, i Comuni appunto che devono essere creatori di lavoro. E' questo il mio appello al Governo”.
Come si può fare? “Con i lavori pubblici, mettendo in moto i cantieri, non solo per creare una città bella, che sì è importante, ma per creare posti di lavoro, per far girare l'economia, i soldi in tasca ai cittadini. Dobbiamo farlo con snellezza di procedure, senza troppa burocrazia e quindi basterebbe alzare la soglia economica, che oggi è di 40 mila euro per i servizi e 150 per appalti di costruzione, per cui un'amministrazione può procedere senza bando. Utilizzare un bando vuole dire aspettare per le varie procedure 6-8 mesi. Dobbiamo essere più veloci, non possiamo trascinare la crisi per due anni. Quindi dobbiamo poter avviare interventi pubblici con la procedura dell'invito ad aziende a presentare preventivi, incentivando progetti e programmazione sul territorio. Noi abbiamo cominciato da tempo ad utilizzare tutti gli strumenti urbanistici, quelli più snelli, per far avanzare progetti e pianificare il futuro. Noi ci chiediamo e chiediamo a voce alta: fate in modo che i Comuni diventino datori di lavoro per la ricostruzione”.