(Rimini) “Valutare ogni variabile possibile per aprire i Centri estivi garantendo il necessario equilibrio tra le esigenze di servizio e quelle di sicurezza e sanitarie. Questo l'obiettivo con cui venerdì scorso mi sono connesso in video conferenza con la Vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, Elly Schlein, e l'assessore regionale alla scuola, Salomoni”. Lo racconta l’assessore ai serizi educativi del comune di Rimini Morolli. “Un confronto che ha permesso di compiere alcuni passi in avanti in vista della ormai imminente stagione estiva, in cui, oltre a richieste di chiarimenti, Rimini ha portato anche lo stato di avanzamento dei nostri uffici. L'obbiettivo è chiaro: permettere la programmazione dei servizi non appena sarà consentita la parziale ripresa delle attività, garantendo tutte le condizioni per la massima tutela della salute dei bambini e delle famiglie, che saranno individuate dalle direttive sanitarie. Rimini ha confermato di essere pronta a partire con il bando 2020 per i Centri estivi e ha messo sul tavolo alcune proposte in grado di portare alla riapertura nei tempi utili alle famiglie riminesi”.
La prima proposta è l’outdoor education. “Mai come quest'anno l'outdoor education diventa non solo una interessante sperimentazione pedagogica ma una vera e propria necessità organizzativa. Per i bambini stare all'aperto è una condizione naturale, oltre che un evidente piacere, che è stato purtroppo sottratto in questi mesi di forzata permanenza a casa. Attraverso l'esplorazione dell'ambiente, il gioco spontaneo, il movimento, l'utilizzo dei sensi, il contatto diretto con gli elementi della natura, i bambini imparano a interrogare e conoscere la realtà che li circonda e a percepire se stessi in relazione al mondo e agli altri.La nostra proposta è quella di aumentare l'utilizzo e la disponibilità degli spazi esterni delle strutture, in modo da farle diventare a tutti gli effetti spazi pedagogici e ricreativi. L'alternanza nell'utilizzo tra spazi esterni e spazi interni permetterebbe la creazione di un maggiore numero di gruppi, ma con meno bimbi. In questa maniera si riuscirebbe, da una parte, a garantire con maggiore efficacia il controllo e le necessarie prescrizioni sanitarie e comportamentali, dall'altra, potenziare un approccio pedagogico didattico innovativo”.
Si dovrà poi educare in assoluta sicurezza. “Mascherine, norme comportamentali, sanificazione; anche la sicurezza può diventare occasione di crescita ed educazione. Per questo abbiamo pensato ad una formazione specifica che, partendo dagli operatori e dal personale dei Centri estivi possa poi essere trasmesso ai più piccoli. Da una parte abbiamo la necessità di formare il personale sugli obblighi previsti dai decreti in termini sia di comportamento individuale che di utilizzo delle strutture. Dall'altro l'idea di trasformare un obbligo di legge in una occasione pedagogica, stimolando i più piccoli non solo ad affrontare con le dovute precauzioni le attività comuni, ma anche a interrogarsi sul rispetto dell'ambiente, dell'altro e delle relazioni sociali”.
Bisognerà garantire il diritto allo studio. “In mezzo a tante incertezze, abbiamo un solo punto fermo, ma decisivo: gli inevitabili maggiori costi del servizio non dovranno gravare nelle tasche delle famiglie riminesi. I maggiori costi, seppur ancora difficilmente quantificabili, sono infatti certi, per due motivi. Da una parte il rispetto delle nuove normative implicherà interventi straordinari non previsti, con relativi maggiori costi, come la sanificazione degli ambienti, gli strumenti individuali per la protezione, la formazione specifica del personale. Dall'altra la riduzione del numero di posti disponibili, dovendo garantire le necessarie distanze sociali e interpersonali. Questo combinato ha come risultato certo un maggior costo per l'ente pubblico che, come Comune, abbiamo però la ferma intenzione di non far ricadere nelle tasche dei cittadini. Come? Alla Regione abbiamo chiesto dunque un incremento proporzionale del fondo regionale a disposizione per i voucher per permettere di coprire parte dei mancati introiti senza dover chiedere un euro in più alle famiglie”.
In definitiva, “quello che va evitato è che le famiglie siano lasciate sole ad affrontare la gestione dei propri figli, e che famiglie che potevano permettersi questo investimento, quest'anno rinuncino per motivi economici. La speranza e che il Governo, anche sulla sollecitazione della Regione Emilia-Romagna, che si sta muovendo con velocità e capacità di ascolto dei territori, sblocchi il prima possibile la situazione, dando tempi e riferimenti chiari per partire in tempo con i bandi per l'estate 2020”.