BREVI DEL GIORNO
COORDINAMENTO FRONTALIERI: “SITUAZIONE SEMPRE PIU' GRAVE. SIAMO PRONTI ALLA MOBILITAZIONE. NESSUNO TENTI DI DIVIDERE I LAVORATORI” “La situazione dei lavoratori, sammarinesi e non, in questo contesto economico è sempre più grave. Occorre lavorare su tutti i fronti per risolvere questa situazione ed eventuali iniziative di mobilitazione dovrebbero toccare tutti gli argomenti critici, a partire dal rinnovo contrattuale, passando per l'articolo 56 per finire sull'argomento diritti”. Dopo il Consiglio sindacale regionale scende in campo anche il coordinamento dei frontalieri, reduce dal tavolo con Comune e Provincia. Nella nota del Coordinamento si legge anche che dalle istituzioni locali è arrivato l'appello a una maggiore unità tra le realtà che riuniscono i frontalieri.
ANCHE UN BAMBINO NELLA MAGLIERIA ABUSIVA SEQUESTRATA DAI CARABINIERI A CORIANO. DENTRO 26 CINESI, MANTENUTI IN CONDIZIONI AL LIMITE DELLA DECENZA. LA CGIL: “QUESTA E' SOLO LA PUNTA DI UN ICEBERG” I carabinieri di Riccione li hanno trovati ancora a lavoro, alle 23 di ieri sera, quando hanno fatto irruzione nel capannone di Coriano, un laboratorio abusivo di maglieria. Sono in 26 tutti cittadini cinesi, tra loro anche un bambino. Erano tenuti ammassati, costretti a lavorare con orari massacranti e in condizioni igieniche precarie. Uscivano fuori raramente anche perché avevano tutto il loro mondo ricostruito tra le mura del capannone. L'ambiente era diviso da un soppalco in due luoghi: sotto le macchine per lavorare, sopra delle anguste celle senza finestre per dormire su materassi appoggiati a terra, intorno umidità e sporcizia. Il capannone è ora sotto sequestro, sono scattate contravvenzioni per oltre 50mila. Al blitz hanno partecipato anche i vigili urbani, l’ispettorato del lavoro e del personale sanitario. Il laboratorio è stato individuato grazie alla segnalazioni al 112 di alcuni cittadini. Al proposito interviene la Cgil segnalando la necessità di “infrangere il muro di omertà delle aziende cinesi illegali”. Chi segue il fenomeno sottolinea come negli ultimi 15 anni ci sia stata “una profonda radicazione malavitosa, che ha visto espandersi silentemente aziende cinesi, che nascondono le situazioni infamanti ieri scoperte. E' la rappresentazione di un dramma sociale, ma è anche la risposta al crollo delle aziende artigiane manifatturiere del nostro territorio, messe in ginocchio e poi stese al tappeto anche dalla concorrenza sleale che hanno subito. Purtroppo la scoperta di quel laboratorio non è altro che la punta di un iceberg. L'auspicio – conclude Roberta Ceroni – è che, sia per dignità, per moralità e anche per una sana economia del territorio, venga infranto il muro di omertà che ha sempre protetto la parte malata delle aziende di gestione cinese”.
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