(Rimini) Test sierologici a tappeto, ogni due settimane, nelle aziende della Romagna, a partire da Rimini, territorio dove il virus si e' diffuso piu' che in altre province. Ma anche la raccolta della storia clinica degli ultimi due mesi, di ogni lavoratore per identificare chi ha un'anamnesi compatibile con pregressa diagnosi di infezione da Covid-19, passaggio che aiuta per una migliore interpretazione del test sierologico. E' quanto prevede il protocollo tra Confidustria Romagna e assessorato regionale alla Sanita', redatto da Pierluigi Viale, direttore dell'Unita' Operativa di Malattie infettive del Sant'Orsola, che vede gia' "numerose richieste di l'adesione" dalle imprese, fa sapere il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli. Le prime aziende sono partite in via sperimentale nel riminese "e altre se ne aggiungeranno in tutta la Romagna, per coniugare l'urgenza di riprendere l'attivita' con la priorita' assoluta della sicurezza delle persone", aggiunge. Perche' testare le modalita' di prevenzione dell'infezione oltre la fase di epidemia "e' un'opportunita' importante per prepararci alla prevedibile lunga convivenza con una condizione di endemia". Il documento si intitola, non a caso, "Per una ripresa sostenibile delle attivita' lavorative nell'area romagnola" e per l'assessore regionale alla sanita', Raffaele Donini, reca linee guida "molto utili in questa fase di ripresa delle attivita' produttive, in cui le aziende sono chiamate al massimo rigore e al massimo sforzo per garantire una priorita' assoluta: la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici" (Agenzia Dire).