(Rimini) E’ stato inviato oggi, come annunciato nei giorni scorsi, il ricorso amministrativo per annullamento e riforma del comma 14 dell’ordinanza regionale del 30 aprile con la quale si dispone la chiusura delle spiagge. L’ufficio legale del Comune di Riccione ha inoltrato il ricorso amministrativo in autotutela alla presidenza della giunta regionale dell’Emilia Romagna. Come già comunicato sono due i punti che vengono contestati nel ricorso amministrativo che chiede l’annullamento o la riforma dell’ordinanza (nella sola parte in cui chiude le spiagge), in quella che in termini legali si definisce in “autotutela”. Punto primo: la chiusura eventuale delle spiagge, (ossia specifiche aree citate dal Dpcm), sarebbe dovuta essere una decisione dei sindaci e non della Regione; punto secondo la chiusura dell’arenile da parte della Regione non è stata motivata né da una proiezione statistica di un eventuale aumento di contagi, né con ragioni di ordine pubblico, né con altre condizioni.
“Lo abbiamo detto già più volte, anche oggi, l’amministrazione comunale ed io come sindaco, ci facciamo portavoce di un interesse diffuso della città di Riccione: dateci una data per far partire l’estate 2020. Non aprire le spiagge neanche per i residenti, o per chi ha la seconda casa in Romagna, equivale a dire, quest’anno al mare non si va finché non ve lo dicono dall’alto - dichiara il sindaco Renata Tosi - con evidente ricaduta negativa sul sistema economico locale. Ancora oggi dai quotidiani nazionali ci arrivano messaggi contrastanti, le Regioni da una parte, di qualsiasi schieramento esse siano, il Governo dall’altra. E’ una confusione che ingenera incertezza nelle imprese e nei cittadini e quindi crea povertà. Il Governo per bocca del presidente Conte in un’intervista ieri sul Corriere della Sera paventa lockdown per zone se torneranno a salire i contagi, che si aspetta l’evoluzione dell’epidemia e che non si procederà in ordine sparso, quindi con differenze tra Regioni. Bonaccini oggi su Repubblica dice che aspetta il via libera e promette aperture di bar, ristoranti, estetista e parrucchieri, e aggiunge le spiagge sul quale punto però Conte rimane vago. Insomma è l’incertezza che regna sovrana e governa tutti i giochi interni alla maggioranza. Noi stiamo con i cittadini a cui certe manovre poco interessano e possiamo solo seguire i passi che la legge ci garantisce come Ente pubblico territoriale. Ma a questo punto torniamo a chiedere a voce alta e senso del dovere dateci una data per lavorare, aprite la spiaggia il 18 maggio”.