Rispetto alla versione circolata nei giorni scorsi, nella bozza di decreto rilancio entrata ieri alle 17 in Consiglio dei Ministri, sul turismo sono intervenute alcune variazioni.
La più significativa è indubbiamente la cancellazione della prima rata dell’IMU per gli alberghi e le altre strutture ricettive, nonché per gli stabilimenti balneari. A ristoro dei mancati introiti per i Comuni è istituito un fondo di 155 milioni che sarà ripartito entra trenta giorni dalla pubblicazione del decreto.
Istituito anche un fondo di 100 milioni di euro a parziale ristoro delle mancate entrate per l’imposta di soggiorno. Il ristoro è molto parziale, considerando che solo per il Comune di Rimini l’imposta di soggiorno garantiva un’entrata di circa 10 milioni.
È confermata la decisione di non far pagare ai pubblici esercizi l’occupazione di suolo pubblico per il periodo che va da maggio a ottobre. Per il ristoro dei mancati introiti per i Comuni c’è un fondo nazionale di 17 milioni di euro.
È confermata la tax credit per le vacanze degli italiani fino a un massimo di 500 euro a famiglia. Rispetto alla versione precedente, il bonus va a chi ha un reddito Isee inferiore a 40 mila euro. L’importo viene suddiviso per l’80 per cento come sconto praticato dall’albergatore e per il 20 per 20 come credito di imposta del cliente. Il bonus si può spendere anche in agriturismo e bed and breakfast e non può essere usato con intermediari telematici, ovvero le Ota.
Il fondo per la promozione turistica scende da 30 a 20 milioni.
Fondo di 25 milioni per i danni subiti da agenzie di viaggio e tour operator.